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Home - Approfondimenti - Interviste - Giuliano Cazzola, con le modifiche siamo venuti incontro alle richieste di Napolitano

Giuliano Cazzola, con le modifiche siamo venuti incontro alle richieste di Napolitano

26 Aprile 2010
in Interviste

Sono stati approvati dalla Commissione Lavoro della Camera i nove emendamenti al ddl Lavoro messi a punto dal vicepresidente della Commissione, Giuliano Cazzola (Pdl) per rispondere alle criticità messe in evidenza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Cazzola le modifiche al Ddl Lavoro corrispondono alle richieste di Napolitano?
Ritengo di sì. In Commissione referente abbiamo affrontato tutte le questioni poste del messaggio di rinvio. Resta ancora aperto il problema riguardante l’articolo 20 e il c.d. naviglio di Stato. L’emendamento del Governo non è passato e sarà riproposto in Aula. Faccio notare che il messaggio di rinvio, a norma dell’art. 74 Cost., è un atto discrezionale del Capo dello Stato e perciò un atto politico. Non si tratta di una sentenza della Consulta. Il Parlamento che decide di adeguarsi lo fa per effetto di una decisione politica in tal senso, non di un preciso obbligo giuridico.

Perché la maggioranza non ha pensato fin da subito a escludere i licenziamenti dalla legge e a prevedere la volontarietà dell’utilizzo dell’arbitrato?
Il problema si pone per quanto riguarda la clausola compromissoria individuale. Mi sembrerebbe eccessivo precludere alle parti sociali di inserire nei contratti collettivi procedure di composizione stragiudiziale riguardanti il licenziamento. Per quanto furiosa sia l’iconoclastia contro l’arbitrato mi sembra eccessivo imporre il ricorso obbligatorio al giudice togato. Relativamente alla clausola compromissoria, la nostra intenzione era quella di non invadere troppo il campo affidato al negoziato collettivo, lasciando alle parti di individuare le ulteriori garanzie da riconoscere oltre quelle già incluse nella legge (la certificazione presso una apposita commissione che aveva il compito di accertare la volontà delle parti). Non è un caso che l’11 marzo, tutte le organizzazioni rappresentative (auto-esclusa la Cgil) avessero sottoscritto, senza traumi né polemiche, un avviso comune rivolto ad escludere le controversie sul licenziamento nella clausola compromissoria all’atto dell’assunzione.

Cosa cambia dopo le modifiche?                                                                                               Facciamo il punto. Premesso che la contrattazione collettiva svolge un ruolo costitutivo in materia, pur in presenza di un potere sostitutivo del Governo in caso di inerzia, per quanto riguarda la clausola compromissoria, essa non potrà operare in materia di licenziamenti, dovrà essere certificata come prima ricordato, davanti alle commissioni di certificazione le parti potranno farsi assistere da un legale o da un sindacalista, potrà essere pattuita e sottoscritta soltanto dopo che sia trascorso il periodo di prova o in mancanza almeno 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto di lavoro. quanto al potere sostitutivo del ministro (tema osservato nel messaggio presidenziale) si è riprodotta pari pari una norma inclusa nella legge Treu del 1997 in tema di somministrazione.

I tempi della giustizia italiana sono notoriamente biblici e già oggi spesso, nelle piccole imprese, le vertenze si concludono con accordi privati alla presenza dei sindacati, secondo lei perché la Cgil continua a opporsi alla legge nonostante le modifiche?                                                                      E’ una storia vecchia come il cucco. Una parte della sinistra è prigioniera di una concezione statualista del diritto. Io ho conosciuto Gino Giugni a metà degli anni ’60 in occasione di un convegno in cui si parlava di arbitrato. Anche allora una parte dei giuristi vicini alla Rivista giuridica del lavoro e alla Cgil criticava ogni possibile sistema di . Nel caso di oggi nella posizione della Cgil e del Pd c’è qualcosa di più (anche di più pericoloso): strumentalizzare il messaggio per mettere in difficoltà il Governo. Continuo a trovare singolare che il Pd non tenga per niente in considerazione le posizioni favorevoli di Cisl e Uil.

L’arbitrato riesce a tutelare allo stesso modo lavoratori e azienda?                                                       Il Governo ha in mente una forma di arbitrato fortemente presidiato dalle forze sociali e dai sindacati, non solo nella sua definizione ma anche nella gestione pratica. Un lavoratore è molto più tutelato quando si affida a questo percorso che non quando si rivolge da solo ad un avvocato. La posizione della Cgil mi ricorda una battuta di Woody Allen: “non mi iscriverò mai ad un club che accettasse tra i suoi soci persone come me”. Che affidamento può dare un sindacato che non crede nemmeno in se stesso per la tutela dei lavoratori ?

Cosa farete in caso le parti sociali non trovassero un accordo sull’avviso comune o se l’intesa fosse separata?
Penso che il Governo eserciterà il potere sostitutivo previsto dalla legge sulla base dei criteri oggettivi che vi saranno previsti. Sarà comunque un guaio. Con questa assurda presa di posizione la Cgil è riuscita ancora una volta ad avvelenare i pozzi.

Napolitano aveva criticato la possibilità che il ministro potesse sostituirsi alla volontà del legislatore o delle parti sociali. L’aver previsto comunque un potere di intervento dell’esecutivo va contro tale indicazione?
Il Presidente ha osservato il modo con cui tale potere era regolato. Noi lo modificheremo facendo riferimento ad un precedente, la legge Treu, che non solo non sollevò problemi ma vi fu persino l’esercizio del potere sostitutivo riconosciuto al ministro.

Dopo l’accordo separato per la riforma della contrattazione collettiva, la revisione del TU sulla sicurezza e la salute, la proposta di legge sullo sciopero e il libro bianco , gli interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali, la maggioranza e il governo confermano il loro attivismo riguardo al mondo del lavoro, quale pensa dovranno essere le prossime riforme?
Il calendario lo ha fatto il ministro Sacconi. Presto verranno all’ordine del giorno lo Statuto dei lavori (in coincidenza con il quarantennale della legge n. 300) e la riforma degli ammortizzatori sociali. Ricordo inoltre le intese sulla formazione professionale. Poi se il collegato lavoro passerà si risolverà finalmente l’annosa questione della tutela dei lavoratori esposti a mansioni usuranti. Faccio notare – per inciso – che l’accordo quadro sulla contrattazione ha prodotto uno strano effetto a considerare le posizioni della Cgil: tranne che nel caso dei metalmeccanici, sono stati firmati tutti i contratti, in tempi di crisi e senza un’ora di sciopero o comunque con una conflittualità ridotta al minimo.

Luca Fortis

 

 

Tags: Lavoro
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