L’otto marzo, festa delle donne, partirà il progetto pilota Moms@work. L’iniziativa è nata da un’idea di Anna Zavarit e di Cecilia Spano, a cui si è associato Gi Group, società di intermediazione sul lavoro. Il progetto ha come scopo il reinserimento di donne con alta professionalità che hanno lasciato il lavoro a seguito della maternità e il rinegoziamento delle tempistiche lavorative per evitare la fuori uscita dall’azienda per motivi famigliari. I promotori intendono dare impulso al loro ritorno in azienda promuovendo forme di flessibilità che possano conciliare il lavoro con la maternità. Il mondo imprenditoriale, infatti, fa fatica ad accettare una flessibilità che riguarda i livelli dirigenziali: il non essere sempre presenti in azienda viene automaticamente visto come un danno per l’impresa. In Italia, secondo i promotori dell’iniziativa, spesso si confonde il termine flessibilità con quello di precarietà. In questo caso, lo scopo del progetto, è proprio quello di far capire alla società che alcune forme di flessibilità sono positive e che per le imprese non rappresenta un costo maggiore e permette di far rientrare in azienda persone altamente qualificate e molto motivate che altrimenti rimarrebbero fuori dal mondo del lavoro. Il sito fornirà vari servizi, tra cui la creazione di una banca dati di professioniste altamente qualificate, con un’esperienza media di circa dieci anni, che provengono per la maggior parte dall’area amministrativa, dal marketing e dal product management. Gi Group farà un matching delle disponibilità lavorative delle madri con le opportunità offerte dalle imprese. Un altro servizio sarà quello di fornire alle aziende aiuto per poter ottenere i finanziamenti che l’articolo 9 della legge 53 del 2000 offre alle aziende che agevolano alcune forme di flessibilità. Infine il sito raccoglierà i suggerimenti delle aziende e delle lavoratrici e li sottoporrà alle istituzioni e alla politica. Per Anna Zavarit, si deve innescare una maggiore consapevolezza, nel mondo imprenditoriale, della quantità di energia che oggi è esclusa dal mondo del lavoro per paure spesso non razionali: “promuovere la flessibilità, la conciliazione tra mondo del lavoro e famiglia e produttività, non solo è possibile ma è auspicabile e dà grandi vantaggi al mondo delle imprese”. (LF)
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