Tutto rinviato a dopo le feste per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Fallita martedì la possibilità di iniziare la no-stop per fare l'accordo, Federmeccanica, Fim, Fiom e Uilm si sono date appuntamento all'8 gennaio per tentare di chiudere l'intesa entro il 15, giorno in cui l'organizzazione datoriale ha già fissato il direttivo che, in caso di mancato accordo, potrebbe avallare la scelta di erogare unilateralmente gli aumenti contrattuali. Una eventualità, sottolinea il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, che avrebbe conseguenze anche sui rapporti tra le confederazioni in vista del confronto sulla riforma del modello contrattuale.
Dopo aver registrato l'impossibilità di procedere con la stretta finale sulla trattativa, le parti avevano deciso ieri di chiudere almeno su ambiente, sicurezza e reperibilità, i capitoli su cui si registrava una maggiore convergenza rispetto ai temi più caldi del negoziato: mercato del lavoro, inquadramento, salario e orario di lavoro. Doveva essere un segnale dell'impegno reciproco a stringere i tempi del negoziato e a non dare l'impressione a gennaio di ripartire senza nulla di fatto. Un messaggio soprattutto alle imprese che danno evidenti segnali di irrequietezza per i tempi troppo lunghi del negoziato. Così non è andata, a quanto pare la sinistra della Fiom capeggiata da Giorgio Cremaschi ha posto una serie di perplessità sul testo messo a punto, rendendo impossibile l'intesa su questi capitoli. E, a quanto si apprende, sarebbero proprio le divisioni interne ai metalmeccanici Cgil, soprattutto sul tema della flessibilità, ad aver fatto slittare il negoziato all'8 gennaio. Quel giorno e il 9, la confederazione riunirà il direttivo proprio del comportamento tenuto dalla Fiom per il referendum sul protocollo del welfare. Rinaldini ha annunciato che non parteciperà ai lavori del parlamentino della Cgil per continuare la trattativa, mentre Cremaschi sarà presente. Il 7 la Fiom riunirà il comitato centrale per verificare quali aperture sono possibili sull'orario e poi si riuniranno le segreterie unitarie. Nessuno nasconde la forte distanza che ancora si registra sui capitoli fondamentali del contratto, a partire dal presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo, che ieri ha sorpresa è arrivato in Confindustria ricordando che le imprese vivono di mercato e il mercato ha bisogno di una gestione più veloce delle imprese, "che non possono aspettare i tempi della politica". E sul mancato accordo entro Natale declina le responsabilità. Non è stato possibile, dice, non per "mancanza di buona volontà da parte nostra" ma l'obiettivo è di fare un contratto innovativo e le innovazioni "bisogna digerirle". Il segretario generale della Fim, Giorgio Caprioli, risponde che le risposte di Federmeccanica sono "molto insufficienti" sia sul salario su cui non ha presentato una diversa formulazione dei 100 euro, che sull'inquadramento con la contrarietà a inserire nella quarta fascia gli operai polivalenti che sul mercato del lavoro, non prevedendo un percorso intersecato tra il tempo determinato e gli interinali. Oggi si riunirà la commissione sull'inquadramento e tra capodanno e l'Epifania proseguiranno i confronti tecnici.
Giorgia Fattinnanzi
























