Raffaele Vanni, recentemente scomparso, è stato uno dei massimi interpreti del laicismo e del riformismo della Uil. In questo modo è stato ricordato lo storico dirigente sindacale in un seminario organizzato al Cnel, al quale ha partecipato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, esponenti del sindacato e studiosi della storia sindacale.
Personalità di spicco della storia sindacale e politica dell’Italia post-bellica, Vanni è stato uno dei 253 delegati che nel 1950, presso la Casa dell’Aviatore a Roma, ha fondato la Uil, guidandola poi come segretario generale dal 1971 al 1976. Nei duri anni dopo l’autunno caldo, insieme a Luciano Lama e Bruno Storti ha formato la Federazione Unitaria Cgil, Cisl e Uil.
Tiziano Treu, presidente del Cnel, in apertura dei lavori ha delineato i punti che hanno contraddistinto l’azione di Vanni, che ha continuamente difeso e sostenuto l’autonomia sindacale nei confronti delle ingerenze dei partiti, affrontando tutte le sfide con una lungimiranza e una capacità di visione fuori dal comune.
Vanni ha infatti sempre insisto sull’importanza della formazione, all’interno e fuori del sindacato, e sulla centralità della partecipazione. Per Vanni la prassi sindacale, come nel corso del seminario hanno ricordato Domenico Proietti e Antonio Foccillo, segretari confederali della Uil, non si è mai limitata alla sola dimensione contrattuale, ma anche a quella partecipativa, oggi più che mai fondamentale per governare i processi di trasformazione tecnologica e organizzativa in atto nel mondo del lavoro.
Il leader della Uil Carmelo Barbagallo ha definito Vanni come il più convinto europeista all’interno del sindacato. L’attenzione che Vanni ha prestato alle vicende socio-economiche e alle dinamiche del mondo del lavoro nello scenario europeo è stata esemplare e continua, come ha detto Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, che per molti anni ha militato nella Uil.
Vanni infatti è stato anche presidente, per il biennio 1979-1980, del Comitato Sociale Europeo, entrando successivamente all’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Tommaso Nutarelli