Almaviva Contact ha convocato questa mattina le segreterie territoriali delle organizzazioni sindacali di categoria ed ha comunicato l’apertura delle procedure di mobilità per 918 lavoratori della sede di Roma, 400 di Napoli e 1670 di Palermo, per un numero complessivo di 2988 lavoratori. Lo rende noto Stefano Conti, segretario generale UGL Telecomunicazioni.
“I numeri sono impressionanti – prosegue il sindacalista -e confermano purtroppo quello che andiamo sostenendo da tempo, ossia che nel settore telecomunicazioni siamo di fonte ad una bomba sociale pronta ad esplodere. Il fenomeno della delocalizzazione delle attività all’estero, anche verso paesi extra UE, il criterio delle gare al massimo ribasso che coinvolge numerosi soggetti pubblici, l’assenza di regole certe che hanno determinato di fatto una situazione di dumping tra le aziende a discapito dei lavoratori sono i fattori che hanno determinato questa situazione. Non da ultima anche l’evidente responsabilità di Almaviva Contact nella gestione aziendale di questi anni”.
“La crisi di Almaviva preannunciata da tempo – aggiunge Conti – si va ad aggiungere a quella di altri call center, come Gepin Contact, UP TIme, ed altri ormai chiusi con personale licenziato per le stesse identiche motivazioni quali la Getek a Crotone, Omnibus a Roma ecc., e seppur con questi precedenti ad oggi non si è ancora stati capaci di fermare questa emorragia di posti di lavoro, neppure con l’approvazione in Parlamento della clausola sociale. In questa situazione disperata attendiamo ancora di conoscere i nomi di quelle aziende alle quali il Ministero dello Sviluppo Economico, in una nota uscita sulla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2015, ha dichiarato, in base alla Legge 27 dicembre 2013, di aver revocato i contributi avendo delocalizzato le attività n Paesi extra Ue”.
“In questo contesto di attentato allo Stato sociale – conclude il sindacalista – come UGL Telecomunicazioni saremo al fianco dei lavoratori di Almaviva Contact e di tuti i call center in crisi, avendo ben chiaro che il Governo si sta assumendo delle responsabilità enormi con il rischio concreto della perdita di oltre 3500 posti di lavoro, non essendo in grado di far rispettare norme e leggi esistenti”.