Accordo politico al Consiglio dei ministri del lavoro della Ue sulla nuova direttiva europea sulla protezione dei lavoratori dai rischi dell’esposizione all’ amianto durante lo svolgimento del loro lavoro.
Alla proposta, modificata in prima lettura dal Parlamento, è stato aggiunto – si proposta della Germania e di altre delegazioni – un nuovo paragrafo che prevede il divieto della produzione e della commercializzazione dell’amianto.
Il nuovo testo che dovrà ritornare all’Europarlamento, prevede l’estensione delle restrizioni anche per i settori della navigazione aerea e della navigazione marittima, finora esclusi, ed abbassa nettamente i precedenti valori limite di esposizione dei lavoratori, definendo i diversi tipi di silicati fibrosi.
Le nuove norme impongono anche misure di controllo della concentrazione di fibre d’amianto nell’aria, obbliga le imprese alla tenuta di registri sanitari e prevede per i lavoratori corsi di formazione. La nuova direttiva aggiorna e rafforza la legislazione ferma al 1983. Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo anno.
Già dal 1998 in tutta la Ue – Italia compresa – esistono misure che vietano l’utilizzo dell’amianto, fatta eccezione per alcune deroghe che dovranno essere comunque tolte entro la fine del 2004. Nella più parte degli Stati è già vietata la produzione di amianto, anche se non viene precisata, con le sole eccezioni di Germania e Finlandia, la nozione di ‘estrazione’.
Ma la Grecia è stato l’ultimo paese ad estrarre amianto e le attività estrattive sono state chiuse recentemente.
La progressiva restrizione della produzione di amianto trova la propria giustificazione nei dati statistici e negli studi che hanno via via confermato senza dubbi i legami tra l’esposizione a questo materiale e l’insorgere di gravi malattie.
Nel 1980 – si legge in un rapporto del parlamento europeo – i lavoratori esposti all’amianto avevano un rischio dieci volte superiore di contrarre il cancro ai polmoni rispetto alla popolazione in generale e fino a venti volte quello di contrarre il mesotelioma. Un rapporto del 1997, focalizzato su cinque paesi della Ue più la Svizzera, stimava che oltre 250 mila persone sarebbero morte nei prossimi 35 anni in Europa a causa del mesotelioma, una particolare malattia ai polmoni provocata dall’esposizione all’amianto.
Secondo i dati Eurostat, nel 1995 in tutta la Ue sono stati riscontrati 3894 casi di asbestosi (malattia alle vie respiratorie provocata dall’inalazione di polvere di amianto), 1446 casi di mesotelioma e 987 casi di complicazioni di cancro ai bronchi dovute all’asbestosi.
La commissaria Ue al lavoro Anna Diamantopoulou ha espresso soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo politico. “L’amianto è una questione molto seria – ha detto – che ha ripercussioni importanti per la salute dei lavoratori”.
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