Interventi immediati per rendere più efficace il funzionamento degli ammortizzatori sociali e misure di riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Queste i due punti fondamentali contenuti nell’avviso comune siglato da Federmeccanica, Assistal, Fim e Uilm per chiedere al Governo un maggiore impegno sulla crisi economica che ha colpito duramente l’industria metalmeccanica, che rappresenta il 50% dell’industria manifatturiera nazionale. Una nuova intesa, dopo l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale, anche questa non firmata dalla Fiom. All’Esecutivo sindacati e industriali chiedono in particolare, in attesa dell’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali, di aumentare i massimali del trattamento economico cig, mantenere continuità e certezza nell’utilizzo della cassa allo scadere delle 52 settimane di cassa ordinaria, assicurare la massima tempestività nell’erogazione del trattamento. Per quanto attiene alla materia fiscale per le parti sociali sarebbero opportuni i seguenti interventi: riduzione dell’Irpef sui redditi da lavoro dipendente a partire dai redditi più bassi, esclusione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. Per l’anno in corso chiedono, con carattere di straordinarietà e urgenza, di detassare i trattamenti di cig operando sui conguagli di fine anno e ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente agendo sulle tredicesime.
Il presidente di Federmeccanica, Pierluigi Ceccardi, ha aperto la conferenza stampa sottolineando la grave crisi che sta affrontando l’industria metalmeccanica, “mai così forte nella storia del settore come nel periodo attuale”. Ha poi ribadito che il rinnovo sottoscritto è in linea con le altre categorie. In materia di relazioni industriali il leader di Federmeccanica ha ribadito che non è più tempo di conflitti tra il capitale e il lavoro. E’ necessaria partecipazione per riportare l’industria allo splendore del passato. “Tutti dobbiamo cambiare mentalità e approccio ed essere più umili”, ha detto. “La mancata firma della Fiom – ha continuato – ci amareggia e non ci aiuta ad avere un clima disteso. La convergenza di opinioni invece farebbe bene ad aziende e lavoratori. Noi non ci riteniamo responsabili. Il rinnovo del contratto li ha visti chiamarsi fuori per loro scelta”.
I sindacati hanno confermato i risultati positivi ottenuti dalle assemblee dei lavoratori sul rinnovo. “Non ci sono dubbi sul consenso dei lavoratori”, ha commentato Giuseppe Farina, segretario generale della Fim. In alcuni territori, come a Torino per Mirafiori, ha osservato, l’accordo è passato tra la maggioranza dei lavoratori e non solo tra gli iscritti. Rispetto alla Fiom ha detto poi Farina “la strada imboccata è irreversibile, può essere solo aggiustata”.
Il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, ha ribadito il coraggio di fare un contratto in questo momento di crisi: “un messaggio di fiducia e speranza per i lavoratori”.
Interrogati sulla difficoltà di gestione di un accordo non firmato dalla Fiom, i segretari di Fim e Uilm hanno fatto notare che “non esistono regole su come ci si comporta in presenza di un accordo separato e che è stato chiesto alla Fiom di discutere questo argomento, senza peraltro avere una risposta compiuta”.
Francesca Romana Nesci
2 dicembre 2009
Pubblichiamo in Documentazione l’Avviso comune delle parti sociali