La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.
Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all`1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.
“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. In Italia, si precisa, la crescita “è rimasta debole” nel corso dell’estate: “dopo la diminuzione del secondo trimestre è proseguita la fase di debolezza dell’attività, estesa sia alla manifattura sia ai servizi”. Gli indicatori confermano la fiacchezza della domanda interna, che riflette l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito, l’erosione dei redditi delle famiglie dovuta all’inflazione e la perdita di vigore del mercato del lavoro. Le esportazioni – dice ancora Bankitalia – risentono sia della scarsa vivacità della domanda mondiale, sia dell’attività economica nell’area euro”.
Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “Quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.
Secondo le previsioni recentemente aggiornate dal governo con la Nadef, la Banca d’Italia rileva che “nel prossimo triennio il rapporto tra il debito e il Pil si ridurrebbe solo marginalmente”, parlando anche di “rischi non trascurabili” su questa riduzione.
Deficit-Pil e debito-Pil continuerebbero a diminuire “e si collocherebbero rispettivamente al 5,3 e al 140,2 per cento” quest’anno. “L’indebitamento netto continuerebbe a ridursi nel prossimo triennio, collocandosi al 3,6 per cento del Pil nel 2024, al 3,4 nel 2025 e al 3,1 nel 2026 al termine dell’orizzonte considerato. Questa dinamica – prosegue Bankitalia – è meno favorevole di quella programmata ad aprile, in parte a causa di un peggioramento del ciclo economico e di una più alta spesa per interessi”.
Per il 2024 l`Esecutivo programma “un obiettivo per l’indebitamento netto al 4,3 per cento del prodotto, superiore di circa 0,7 punti percentuali rispetto alla stima tendenziale. La prossima manovra sarebbe invece sostanzialmente a saldo zero nel successivo biennio: peggiorerebbe lievemente il saldo di bilancio nel 2025, per migliorarlo di poco nel 2026”, si legge.
Bankitalia, inoltre, ricorda come il disavanzo di quest’anno sarà più alto dell’obiettivo fissato in primavera per circa 0,8 punti percentuali del prodotto e che “risente, tra le altre cose, della dinamica sostenuta di alcuni crediti di imposta per l’edilizia maturati nell’anno (Superbonus)”.
“Nel quadro programmatico l`incidenza del debito sul prodotto segnerebbe una riduzione solo marginale nel prossimo triennio. Secondo i programmi, nei prossimi anni gli effetti positivi del differenziale tra crescita e onere medio del debito e del saldo primario, che tornerebbe gradualmente in avanzo, riuscirebbero solo a compensare gli impatti negativi di una significativa componente stock-flussi”.
E “come evidenziato peraltro da analisi incluse nella Nadef, per la dinamica discendente del rapporto tra il debito e il Pil permangono rischi non trascurabili sia nel breve sia nel medio e lungo termine; questi – dice Bankitalia – vanno contrastati non solo con l’azione di finanza pubblica ma anche con riforme capaci di rafforzare la crescita potenziale”.
e.m.