La crescita economica nell’area euro “rimane solida e generalizzata nei diversi paesi e settori, sebbene i dati e gli indicatori recenti si siano mostrati più deboli rispetto alle attese”. A rilevarlo è la Bce nel consueto bollettino economico.
Nel primo trimestre del 2018, infatti, la crescita del Pil in termini reali si è attenuata sul periodo precedente, collocandosi allo 0,4%, dopo lo 0,7% dei trimestri precedenti. Tale moderazione riflette un arretramento rispetto alla crescita molto elevata del 2017, accentuato dalla maggiore incertezza e da alcuni fattori temporanei dal lato dell’offerta sia a livello interno sia a livello mondiale, nonché dal più debole stimolo del commercio con l’estero”.
Gli ultimi indicatori economici e i risultati delle indagini congiunturali sono più modesti, ma restano coerenti con il perdurare di una crescita solida e generalizzata dell’economia.
Le misure di politica monetaria della Bce, che hanno agevolato il processo di riduzione della leva finanziaria, continuano a sostenere la domanda interna. I consumi privati sono sospinti dai perduranti incrementi dell’occupazione, a loro volta in parte riconducibili alle passate riforme del mercato del lavoro, e dalla crescente ricchezza delle famiglie. Gli investimenti delle imprese beneficiano delle condizioni di finanziamento favorevoli, dell’aumento della redditività delle imprese e della solidità della domanda. Gli investimenti nell’edilizia residenziale restano robusti. In aggiunta, l’espansione generalizzata della domanda mondiale dovrebbe procedere e quindi sospingere le esportazioni dell’area dell’euro”.
“I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro rimangono sostanzialmente bilanciati. Hanno tuttavia acquistato maggior preminenza le incertezze connesse a fattori di carattere globale, fra cui la minaccia di un crescente protezionismo. Inoltre, il rischio del perdurare di un’accentuata variabilità nei mercati finanziari necessita di un’attenta osservazione”.