“E’ evidente che qualcuno lo scontro” con la Ue “se lo sta chiamando: la cosa da evitare è che non diventi l’alibi dei prossimi mesi per la campagna elettorale europea, per dire che poi l’Europa è cattiva”. E’ quanto ha dichiarato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando lo scontro con Bruxelles sulla manovra.
La bocciatura dell’Ue alla manovra italiana “era prevista, è evidente che il governo l’ha messa in conto. Confrontarsi prima per evitare errori successivi e quindi correggere la manovra in corso sarebbe auspicabile da parte di tutti”, ha detto ancora Boccia . “Si può sforare – ha spiegato – a patto che si cresca, la crescita renderebbe sostenibile questa manovra e credibile questo governo. Se così non fosse, evidentemente questa sfida è persa”.
“Adesso leggiamo la lettera – ha proseguito Boccia – Quasi sicuramente c`è un elemento essenziale, un filo rosso con la lettera di Tria, in cui si dice che la crescita determinerà la sostenibilità della manovra. Il problema è far capire l’analisi di impatto sulla crescita di questa manovra. Si dichiara molto, si parla molto di crescita, bisogna entrarci molto più nel merito. Alcuni elementi chiaramente sono un po’ critici – ha sottolineato il numero uno di Viale dell’Astronomia – come il depotenziamento dell’Industria 4.0, l’apertura dei cantieri nel Paese, a partire dalla Torino-Lione. Occorre chiarire alcune discrasie per accelerare sulla crescita, che diventa la sfida del Paese, non all’Europa ma un’idea riformista in chiave europea, che è quella di un metodo”.
“Qui c’è una questione italiana, il debito pubblico italiano, lo spread, che quando aumenta fa danno agli italiani perché è una tassa indiretta – ha spiegato- Cominciamo a parlare chiaro, a essere chiari in questo Paese, a non fare strumenti di confusione di massa, che non possono essere usati per nome e per conto dell’Europa per non risolvere le nostre questioni”.
“Il punto – ha concluso Boccia – non è abbassare il rapporto deficit/Pil. Il punto è elevare la crescita. Il punto non è di qualche decimale in meno rispetto allo sforamento, il punto è il ragionamento complessivo. Se il ragionamento complessivo è: posso sforare perché la crescita compensa quanto sforo, perché non incrementa deficit e debito, allora la questione è far capire se questa crescita c’è, appunto con quella analisi di impatto”.