“La parole di Musumeci denotano un livello bassissimo, non degno per un ministro della Repubblica competente proprio sulla protezione civile, che sfrutta quello che è successo per entrare a gamba tesa nella campagna elettorale regionale”. È questo il commento di Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia Romagna, alle parole del ministro del governo Meloni, pronunciate mentre ancora il maltempo stava imperversando sulla regione, facendo tornare alle mente le terribili immagini del maggio 2023, che aveva sollevato dei dubbi sulla capacità di spesa dell’amministrazione regionale per mettere al sicuro il territorio dagli effetti del clima.
“Ovviamente non è mio il compito di rispondere al posto della Regione, ma qui ognuno dovrebbe porsi gli interrogativi che gli spettano. Perché dal governo non sono ancora arrivati ai privati i ristori al 100% come era stato promesso? Perché degli otto miliardi che, secondo le stime dell’esecutivo, quantificavano il danno dell’alluvione del maggio 2023, solo poco più di 3 sono stati stanziati e non tutti ancora messi a terra?”. Sulla questione delle casse di espansione, che è stata una dei primi motivi di scontro tra governo e regione, Bussandri precisa come “ovviamente non siamo all’anno zero, ce ne sono già in molti corsi d’acqua. Vanno realizzate quelle ulteriormente necessarie e va messo rapidamente a terra il piano speciale di ricostruzione che prevede il miglioramento del deflusso dei corsi d’acqua”.
Altro tema al centro della querelle politica è stato la nomina del generale Figliuolo come commissario straordinario per la ricostruzione. Bussandri rivendica come “la Cgil sia stata tra i primi a chiedere che venisse nominato il presidente di regione. E questo non per una questione di preferenza politica, ma perché il modello post sisma del 2012, che aveva visto l’ex presidente Errani in questo ruolo, era stato un sistema che aveva funzionato, un sistema molto partecipativo, che aveva visto un ruolo attivo delle parti sociali. Mentre un modello verticistico e accentrato, come quello voluto dal governo e frutto di una precisa volontà politica, non ha funzionato”.
“Al momento – prosegue il numero uno della Cgil regionale – è impossibile fare una stima dei danni subiti. Dalle informazioni in mio possesso sono poche le aziende che si trovano nell’impossibilità di lavorare, e per il loro addetti devono essere messi a disposizione immediatamente gli ammortizzatori sociali. Ovviamente deve essere dichiarato subito lo stato di emergenza, che la Regione ha già richiesto, perché solo così è possibile ottenere il CIS, il Contributo di Immediato Sostegno, e il CAS, il Contributo di Autonoma Sistemazione. Auspichiamo che sia convocato al più presto un tavolo regionale, e ancora di più i tavoli territoriali, ancora più utili per avere il polso della situazione. I centri piccoli sono stati i più interessati, mentre i grandi, a eccezione di Faenza, hanno subito meno effetti. Non possiamo ancora sapere se il maltempo che ci ha colpiti sia stato più o meno intenso di quello del maggio 2023, ma quel che è certo è che si è abbattuto su una terra che ancora si stava leccando le ferite”.
“Quello che vogliamo – conclude Bussandri – è che l’Emilia Romagna diventi una questione nazionale, il simbolo di un paese fragile, sotto il profilo idrogeologico, che deve fare i conti con un clima ormai mutato e che deve ripensare il suo modelle di sviluppo”.
Tommaso Nutarelli