La Cgil presenterà il 31 gennaio il suo piano per il lavoro. Lo ha annunciato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in una conferenza stampa organizzata per fare il punto di fine anno. Il piano, ha spiegato Camusso, ha l’ambizione di proporre un percorso di lungo periodo che possa essere paragonato alla ricostruzione del dopo guerra. Infatti, il segretario della Cgil ha voluto rimarcare che la crisi che colpisce il paese e l’Unione Europea è la più dura da cinquant’anni a questa parte e necessita di un progetto di ampio respiro.
Camusso ha anche parlato della sua visione dell’Europa, rimarcando che solamente con un governo centrale eletto dai cittadini si potrà uscire dalla crisi. “Fin’ora – ha detto – il dualismo tra il parlamento eletto e la commissione nominata dai governi, ha portato a una politica miope che guarda più ai bilanci che alla crescita economica e politica dell’Europa”. Per questo, “bisogna ripartire dal progetto fallito per una costituzione europea e nel campo economico da un’agenzia di rating indipendente europea e dalla convinzione che la mediazione capitale-lavoro sia ancora centrale. Occorre tornare agli ideali dei padri fondatori e fermare questa deriva tecnicista che ha riportato in auge partiti che si ispirano a valori etnici o razzisti”.
Parlando dell’incontro a Melfi tra il presidente del Consiglio, Mario Monti, l’Ad di Fiat, Sergio Marchionne e i segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, Camusso ha sottolineato che, pur apprezzando che la Fiat torni a investire, nutre molti dubbi sui volumi che verranno effettivamente prodotti a Melfi. La sindacalista non ha poi lesinato critiche a Mario Monti ,sostenendo che la sua presenza segnava “l’inizio della sua campagna elettorale”, e rimarcando che il premier “ non ha mai chiesto conto alla Fiat né della sua politica antisindacale né del suo piano industriale”.
Ricordando l’accordo separato sulla produttività, il rinnovo del contratto dei metalmeccanici senza la Fiom e la rottura sindacale al Monte dei Paschi di Siena, dove la Fisac Cgil, non ha firmato l’accordo per le esternalizzazioni e la riduzione dei costi, il segretario generale ha detto che nonostante i rapporti tra i sindacati siano tesi, la Cgil “crede ancora che l’unità sindacale sia un valore”. La confederazione di corso Italia, ha annunciato, punterà sulla trasparenza della rappresentanza sindacale ed in caso di mancato accordo certificherà comunque i suoi iscritti.
Quanto al futuro, Camusso è pessimista: bocciando le politiche governative di quest’anno, prevede “un aggravarsi della crisi e della disoccupazione, con gravi conseguenze per lavoratori e pensionati”. Inoltre, ha sottolineato, “mancheranno le risorse per finanziare l’Aspi e la mini Aspi”. Per la sindacalista serve quindi un profondo cambio di rotta, che punti su equità e crescita.
Luca Fortis