Due giorni dopo il referendum sull’indipendenza, la Catalogna oggi è praticamente ferma per lo sciopero generale e il “blocco del paese” indetto dai sindacati per protestare contro le cariche della polizia ai seggi di domenica. I servizi minimi sono garantiti al 25% nelle ore di punta sui trasporti pubblici per un blocco che è sostenuto dal governo catalano. Praticamente tutte le scuole catalane sono chiuse: gli allievi non si sono presentati in classe. Ci sono 59 blocchi stradali in atto, e vari rallentamenti secondo il Servizio catalano di transito. Tra le strade bloccate anche le due autostrade principali della Catalogna: la A7, che segue la costa dal confine francese e la A2, che collega Barcellona con Saragozza.
Il presidente catalano, Carles Puigdemont, ha chiesto alla popolazione di nono lasciarsi “trascinare dalle provocazioni” in una “giornata di protesta democratica, civile e dignitosa”. Fermi i porti di Barcellona a Tarragona. Molta polizia nazionale Guardia Civil per le strade e manifestazioni n vari città. I Mossos, la polizia regionale, ha invitato la popolazione a non provocare disordini e a rispettare i luoghi dove sono schierati gli agenti. Manifestazioni in corso in varie città: a Barcellona è un corso un grande concentramento in piazza Universitat, ma ci sono proteste anche in via Laietana, dove ha sede la polizia nazionale. Duemila persone si sono raccolte davanti alla sede del Partido Popular, del premier Mariano Rajoy, accusato di esser “colpevole” della situazione.
E.G.