La ricerca Censis-Rbm Assicurazione salute rileva che nel 2015 circa 11 milioni di italiani rinunciano a prestazioni sanitarie per il pesante costo delle cure mediche. Lo studio, presentato questa mattina nel corso del VI “Welfare Day”, evidenzia anche l’aumento della spesa sanitaria privata: 34,5miliardi di euro (+3,2% negli ultimi due anni). Nell’ultimo anno, inoltre, più di 5 milioni di italiani hanno ricevuto prescrizioni di farmaci e visite inutili.
Dati negativi anche sul fronte delle liste d’attesa. Sono 10 milioni (circa il 72,6% ) gli italiani che ricorrono più al privato e 7 milioni all’intramoenia perché non possono aspettare.
Sempre secondo il rapporto, il 45% degli intervistati ritiene che la qualità del servizio sanitario della propria regione sia peggiorata negli ultimi due anni, mentre la percentuale di coloro che vede un miglioramento è ferma al 13,5%.
Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, questo dato “impressionante” dipende dalla “logica dei commissariamenti e dei tagli – ha detto a margine dell’assemblea generale della categoria dei lavoratori pubblici -. Credo sia la dimostrazione che aver progressivamente ridotto gli investimenti nel servizio sanitario nazionale non mette le persone nelle condizioni di curarsi.”
Secondo Camusso, l’idea del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di “andare avanti con lo schema pubblico-privato è sbagliato. Serve invece un grande investimento pubblico per far accedere le persone alle cure”, ha concluso il segretario.