Senza la cassa integrazione in Italia oggi il numero dei disoccupati sarebbe ben superiore, pari a oltre 3 milioni. È quanto sostiene la Cgil, commentando i dati dell’Istat sulle forze lavoro a dicembre.
Per il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, si tratta di “duecentomila disoccupati in più nel 2011, che si sommano alle centinaia di migliaia dall’inizio della crisi. E solo pochi giorni fa l’indagine Unioncamere prevedeva – ricorda – un calo di altri 75 mila occupati nei soli primi tre mesi di quest’anno”. A riguardo, Fammoni si chiede “Qualcuno, anche sulla base di questi dati, può ancora sostenere che c’è qualche problema di flessibilità in uscita?”. E aggiunge: “Se lo si pensa ancora si rileggano i dati Istat di ieri sulle grandi imprese (dove si applica l’articolo 18) che illustrano come sono cresciuti i licenziamenti in 6 anni del 35%”.
Prima della crisi, spiega il sindacalista, “gli occupati erano 700 mila in più, se non ci fosse stata la cassa integrazione e in particolare la cig straordinaria e la deroga, i disoccupati sarebbero oggi più di 3 milioni. Questo sarebbe già avvenuto e avverrà – sottolinea – se la cassa integrazione sarà ridotta e se si punterà solo sulla disoccupazione e su un reddito minimo per il quale però non c’è alcuna risorsa”. Fammoni evidenzia soprattutto il problema dei giovani. A proposito, domanda: “Al 31% di giovani disoccupati (che in realtà sono di più perché anche una parte dei giovani è in cassa integrazione), che prospettiva si dà? Un lavoro con meno diritti e sempre più ricattabile? Una mobilità da un lavoro precario in un’azienda a un lavoro temporaneo in un’altra?”.
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