“Biagi credeva nella forza del dialogo, nella capacità delle parti sociali di trovare soluzioni condivise, dinamiche, adattive, e nella necessità di un sistema di relazioni industriali orientato alla concertazione e alla responsabilità credeva che l’incontro negoziale tra impresa e lavoro, fosse la via maestra per costruire un sistema di relazioni più equo, tutelante e competitivo. Partecipazione contrattazione e concertazione sono i tre lati fondamentali di un campo riformista che oggi deve vedere uniti sindacati, imprese e Governo”.
Cosi Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, nel suo intervento conclusivo del convegno “La partecipazione dei lavoratori nella visione di Marco Biagi”, organizzato a Roma dalla stessa confederazione con l’Associazione Amici di Marco Biagi e la Fondazione Ezio Tarantelli: una iniziativa per ricordare il giuslavorista assassinato dalla Brigate Rosse, che fu tra i primi teorici della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda. “Per noi – ha proseguito Fumarola- la partecipazione non si traduce solo sotto il profilo organizzativo o economico ma è un atto di democrazia secondo l’articolo 46 della Costituzione. Non vogliamo importare un modello da altri paesi ma creare una via italiana. La partecipazione – ha aggiunto – non solo migliora la qualità del lavoro, ma rafforza anche la competitività delle imprese, l’occupazione stabile e il benessere sociale. Come ci insegnava Biagi, partecipazione non significa eliminare il conflitto, ma superare l’antagonismo sterile e costruire un modello di relazioni industriali che valorizzi il lavoro e garantisca equità sociale”.
Nel suo intervento Fumarola ha sottolineato la visione riformista e innovativa di Biagi nell’immaginare un mercato del lavoro diverso: “una visione che la Cisl ha fatto propria”. “A uccidere Biagi- ha aggiunto- non sono state solo le pallottole delle BR, ma anche chi, negli ambienti della politica e del sindacato, si è adoperato a screditare la sua immagine”.
Fumarola ha inoltre ricordato che “in un’epoca di trasformazioni digitali e transizioni ecologiche, dobbiamo rispondere ai bisogni reali dei lavoratori, garantendo una redistribuzione della produttività, formazione delle competenze, stabilità e sicurezza lavorativa, conciliazione tra vita e lavoro, maggiore controllo su salute e sicurezza. Occorre un nuovo statuto della persona nel mercato del lavoro e delle competenze, che riconosca i diritti all’apprendimento continuo, garantisca un sostegno al reddito universale legato alla formazione, per accompagnare i lavoratori nelle transizioni occupazionali, una rete di orientamento che aiuti giovani, donne e lavoratori più fragili a trovare opportunità di crescita e stabilità”.
E Di Marco Biagi parla, nel suo intervento al convegno, anche l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: “era un fattuale e attivo interlocutore della Cisl, come Tarantelli. Entrambi coraggiosi innovatori, capaci di idee innovative”. Idee, sottolinea, “che oggi sono ancora attuali e ci aiutano a leggere il momento che stiamo vivendo nonché a comprendere tutte le potenzialità della legge sulla partecipazione”. Biagi, spiega Sacconi, “era consapevole che il mercato del lavoro non fosse inclusivo e che un sistema di relazioni industriali condiviso e partecipato fosse la soluzione anche per offrire maggiori tutele ai lavoratori. Non tutele unicamente difensive come quelle presenti nei quattro quesiti referendari promossi dalla Cgil, ma quella attive, a partire dalla formazione. I quesiti dei referendum Biagi li avrebbe giudicati antistorici, perché i problemi ai quali guardare sono altri”.
Ma non in tutti i settori è facile parlare di partecipazione. “Nel terziario e nel commercio – ha detto Davide Guarini, segretario generale della Fisascat-Cisl – queste difficoltà sono più accentuate. Nel mondo che rappresentiamo ci sono oltre 30 contratti e la piccola dimensione di molte aziende non aiuta. Solo in quelle più grandi della Gdo ci sono forme di partecipazione, grazie alle commissioni paritetiche che intervengono sui molteplici aspetti. Nelle piccole imprese dobbiamo puntare sulla bilateralità che va valorizzata e rafforzata sul piano fiscale e legislativo. Questa, e la contrattazione territoriale, sono due leve per rafforzare il welfare, la salute e la sicurezza e diffondere la cultura della partecipazione.
Tommaso Nutarelli