27ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 15,10.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
In apertura di seduta il presidente TREU dà lettura della lettera con cui il Presidente della Repubblica ha espresso il proprio vivo compiacimento per l’unanime deliberazione con cui la Commissione ha licenziato la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche». Comunica altresì che il Presidente del Senato, nel trasmettere la lettera del presidente Napolitano, si è associato alle espressioni di soddisfazione per l’operato per la Commissione.
IN SEDE REFERENTE
(Doc. XXII, n. 10) NARDINI ed altri – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’impiego di manodopera straniera in agricoltura nel Mezzogiorno
(Doc. XXII, n. 11) CURTO e MATTEOLI – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno del caporalato
(Esame del documento XXII, n. 11, congiunzione con il documento XXII, n. 10 e rinvio. Seguito dell’esame del documento XXII, n. 10, congiunzione con il documento XXII, n. 11 e rinvio)
Riprende l’esame del documento XXII, n. 10, sospeso il 17 ottobre scorso.
La relatrice MONGIELLO (Ulivo) illustra la proposta di inchiesta n. 11, finalizzata alla istituzione di una Commissione d’inchiesta monocamerale sul grave fenomeno del caporalato nel Mezzogiorno d’Italia. Osserva che in tali aree sempre più spesso si determinano forme di sfruttamento e di violenza nei confronti dei lavoratori immigrati irregolari, facendo leva sulla condizione di sudditanza materiale e psicologica dei clandestini, i quali spesso rinunciano a denunciare le violenze alle quali sono sottoposti per evitare di essere assoggettati a provvedimenti di espulsione, in ragione appunto della propria condizione di irregolarità.
La gravità della situazione ha indotto le organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL a organizzare una manifestazione nazionale a Foggia, il 21 ottobre 2006, volta a richiamare l’attenzione su tale fenomeno, che si pone in contraddizione con i principi cardine della civiltà, determinando inaccettabili forme di violazione dei diritti umani.
Passando all’esame dell’articolato, la relatrice fa presente che la Commissione di inchiesta, ai sensi dell’articolo 1, ha ad oggetto il fenomeno del caporalato nel Mezzogiorno, ed in particolare nelle regioni Puglia, Basilicata, Campania e Calabria.
Ai sensi dell’articolo 2, la Commissione è composta da venti senatori, oltre al Presidente, nominati dal Presidente del Senato in modo che sia osservato il criterio della proporzionalità tra i Gruppi parlamentari e comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun Gruppo esistente. Il Presidente del Senato nomina il Presidente della Commissione, al di fuori dei componenti la Commissione stessa, tra i membri del Senato, e convoca la Commissione affinché proceda all’elezione di due vicepresidenti e di due segretari.
L’articolo 3 delinea le funzioni della Commissione di inchiesta – che ai sensi dell’articolo 4 opera con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell’autorità giudiziaria – evidenziando che la stessa ha il compito di accertare il rispetto delle regole contrattuali e delle leggi relative al collocamento della manodopera extracomunitaria, in particolare da parte delle imprese beneficiarie di contributi comunitari, statali e regionali; il rispetto delle leggi e dei regolamenti relativi alla tutela e alla sicurezza del trasporto di persone, in relazione al fenomeno del caporalato; le dimensioni del fenomeno e la sua articolazione territoriale; il funzionamento dei controlli pubblici, nonché la loro efficienza ed efficacia; la natura e le dimensioni dell’evasione fiscale e contributiva nelle zone interessate al fenomeno da parte delle imprese operanti prevalentemente nel settore agroalimentare che impiegano manodopera tramite l’intermediazione dei caporali; le forme di intimidazione, violenza e molestia sessuale operate da parte dei caporali nei confronti della manodopera femminile; le forme di sfruttamento riconducibili al reato di riduzione in schiavitù; il livello di penetrazione della criminalità locale e straniera; il livello di contrasto e di prevenzione delle istituzioni locali, l’idoneità degli strumenti utilizzati, nonché gli eventuali correttivi, anche di natura legislativa, utili a contrastare adeguatamente il fenomeno.
Nell’articolo 5 si rinvia ad un regolamento interno per l’individuazione della disciplina sull’organizzazione dei lavori della Commissione, la quale – in base all’articolo 6 – conclude i suoi lavori entro sei mesi dalla data del suo insediamento, presentando al Senato entro i successivi trenta giorni una relazione scritta, unitamente ai verbali delle sedute nonché ai documenti e agli atti utilizzati.
Attesa la stretta connessione della materia, propone la congiunzione della proposta all’esame con la proposta n. 10, ai sensi dell’articolo 51 del Regolamento del Senato.
Il presidente TREU sottopone alla Commissione la proposta, formulata dalla senatrice Mongiello, di procedere congiuntamente nell’esame dei documenti XXII n. 10 e XXII n. 11, ai sensi dell’articolo 51 del Regolamento.
Conviene la Commissione.
Il senatore CURTO (AN), evidenziando preliminarmente che un’inchiesta parlamentare sul fenomeno del caporalato fu attivata anche nel corso della XII legislatura, sottolinea altresì che dal 1994 ad oggi la situazione si è ulteriormente aggravata e conseguentemente è quanto mai opportuno procedere all’istituzione di una Commissione di inchiesta che compia le opportune verifiche sui profili in questione. Il caporalato interessa soprattutto il settore agricolo, anche se è opportuno estendere l’ambito operativo dell’inchiesta anche ad altre filiere produttive, come pure occorre ampliare l’area territoriale oggetto dell’attività in questione, includendo nella stessa anche alcuni territori del Centro-Nord.
Va poi rilevato che la limitazione dell’oggetto dell’inchiesta di cui trattasi ai soli lavoratori extracomunitari risulta riduttiva, in quanto a volte il caporalato incide anche sulla manodopera locale.
Occorre infine evitare che l’inchiesta in questione interferisca con le attività di altre Commissioni di inchiesta istituite, o in via di istituzione; in particolare, l’articolo 3, comma 1, lettera b), della proposta di inchiesta n. 10 – che tra i compiti della Commissione include anche la verifica delle normative in materia di sicurezza sul lavoro – pone un problema di interferenza con le funzioni della neo istituita Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, mentre la formulazione contemplata all’articolo 3, comma 1, lettera b), della proposta n. 11, opportunamente circoscrive l’oggetto della inchiesta alla tutela e sicurezza del trasporto di persone, che peraltro, nell’ambito del fenomeno del caporalato, riveste una valenza significativa, avendo in passato determinato gravi incidenti dovuti all’inadeguatezza delle condizioni di trasporto.
La lettera f) dell’articolo 3, comma 1, della proposta n. 10 fa riferimento alla criminalità organizzata, la quale, tuttavia, rientra nell’ambito delle competenze della Commissione antimafia, mentre la dizione contenuta alla lettera h) dell’articolo 3 della proposta n. 11 cita esclusivamente la criminalità locale e straniera, proprio al fine di evitare le sopraevidenziate interferenze relativamente ai profili di tipo mafioso.
L’oratore conclude il proprio intervento auspicando che si possa pervenire alla predisposizione di un testo unificato delle due proposte in titolo, che tenga conto degli apporti di entrambe.
Il PRESIDENTE propone di conferire alla relatrice il mandato di procedere alla elaborazione di un testo unificato delle proposte di inchiesta n. 10 e n. 11.
La Commissione conviene.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 15,35