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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

5 Novembre 2014
in Camera

SEDE CONSULTIVA
Giovedì 6 novembre 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luigi Bobba.
La seduta comincia alle 13.40.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015).
 
C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017. 
C. 2680 Governo.

2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza). Tabella n.
4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza). Tabella n. 
(Relazioni alla V Commissione). 
(Seguito dell’esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole con osservazioni e relazione favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l’esame congiunto dei provvedimenti rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 novembre 2014.  

Cesare DAMIANO, presidente2, per le parti di competenza , fa presente preliminarmente che non sono stati presentati emendamenti riferiti ai provvedimenti in oggetto. Avverte, inoltre, che la relatrice ha depositato due proposte di relazioni riferite rispettivamente alla Tabella n 4, per le parti di competenza , e alla Tabella n. (vedi allegato 2)4, da parte dei deputati appartenenti ai gruppi del M5S . Fa presente, altresì, che sono state trasmesse due proposte di relazione alternative a quella della relatrice, in ordine alla Tabella n.  e di SEL . 
2, relativa al Ministero dell’economia e delle finanze, per le parti di competenza, e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità. Avverte, quindi, che si passerà dapprima all’esame della Tabella n.  

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, illustra la sua proposta di relazione favorevole con osservazioni, raccomandandone l’approvazione.

Il sottosegretario Luigi BOBBA esprime parere favorevole sulla proposta di relazione della relatrice subordinatamente a una sua riformulazione nel senso di fare riferimento, nella prima osservazione, anche a servizi di assistenza alla persona diversi dagli asili nido, considerando l’ampiezza dei servizi esistenti.

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, concordando con le considerazioni del rappresentante del Governo, riformula la propria proposta di relazione nel senso di richiamare in modo generale, alla lettera a) delle osservazioni, i servizi per l’infanzia. 

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, quindi, la proposta di relazione della relatrice, così come da ultimo riformulata. 
2, relativa al Ministero dell’economia e delle finanze, e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Gnecchi quale relatrice presso la V Commissione, per l’esame della Tabella n.  

Cesare DAMIANO, presidente4, relativa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, limitatamente alle parti di competenza, e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità. , avverte che si passerà ora all’esame della Tabella n.

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, illustra la sua proposta di relazione favorevole con condizioni e osservazioni, raccomandandone l’approvazione.

Giorgio AIRAUDO (SEL) illustra la proposta alternativa di relazione da lui sottoscritta, manifestando la contrarietà del suo gruppo all’impianto complessivo della manovra finanziaria. In particolare, sottolinea che il disegno di legge di stabilità omette di affrontare importanti questioni, sulle quali la Commissione si è a lungo impegnata in questi anni. Fa riferimento, in particolare, alla problematica previdenziale dei lavoratori appartenenti alla cosiddetta «quota 96», nonché alle questioni connesse al finanziamento degli strumenti di sostegno al reddito, che, a suo avviso, sono largamente insufficienti a far fronte anche alle sole situazioni di maggiore emergenza.

Davide TRIPIEDI (M5S), illustrando la proposta alternativa di relazione presentata dal suo gruppo, fa notare che nel disegno di legge di stabilità non vi è alcuna traccia delle misure preannunciate in passato dallo stesso Ministro del lavoro e delle politiche sociali in materia di risoluzione della questione «esodati», di flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro e di accesso delle donne all’opzione per la liquidazione delle pensioni con il sistema contributivo. Su un piano più generale, giudica in termini negativi l’impronta della manovra finanziaria, stigmatizzando quelle che giudica vere e proprie misure di prelievo forzoso ai danni dei più deboli.

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, in risposta alle questioni testé poste dai deputati 90 del 2014. Quanto alla questione del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, evidenzia che la sua proposta di relazione già fa riferimento al fatto che gli stanziamenti rischiano di rivelarsi insufficienti a far fronte alla difficile situazione del sistema produttivo italiano, considerata la mole dell’impegno finanziario già sostenuto nell’anno 2014, dichiarandosi in ogni caso disponibile a valutare eventuali modifiche alla propria relazione, anche alla luce dell’orientamento che il Governo intenderà assumere al riguardo. In relazione alla questione dell’opzione per il sistema contributivo per le donne, fa presente che l’impegno del suo gruppo sulla materia è costante ed esiste una continua interlocuzione con il Governo e con i competenti organismi tecnici, nella prospettiva dell’individuazione di una soluzione condivisa. In conclusione, ritiene che talune delle preoccupazioni manifestate dai gruppi di minoranza siano comprensibili e meritino un adeguato approfondimento nel prosieguo dell’esame dei provvedimento in esame. intervenuti, fa presente, anzitutto, che il suo schieramento è ben consapevole dell’esigenza di risolvere in via strutturale la questione degli «esodati», facendo notare che la problematica relativa all’accesso al pensionamento dei lavoratori della scuola rientranti nella cosiddetta «quota 96» è all’attenzione anche dei deputati della VII Commissione, che intenderebbero presentare uno specifico emendamento in materia tenendo conto anche delle recenti misure introdotte dal decreto-legge n.

Emanuele PRATAVIERA (LNA), pur apprezzando lo sforzo compiuto dalla relatrice, ritiene che sia contraddittorio muovere un numero così elevato di osservazioni e rilievi sui provvedimenti in esame per proporre, poi, di riferire in senso favorevole. Fa quindi notare, con rammarico, che i rappresentanti del Governo intervenuti alle sedute non sono stati in grado di fare chiarezza circa le modalità di futuro utilizzo delle risorse stanziate dall’articolo 11 per far fronte agli oneri derivanti dall’attuazione del disegno di legge delega in materia di lavoro, sottolineando come in ogni caso si tratti di somme assolutamente insufficienti rispetto alle necessità. Preannuncia, infine, il suo voto contrario alla proposta di relazione formulata dalla relatrice.

Davide BARUFFI (PD) auspica che la relatrice possa riformulare la sua proposta di relazione richiamando, sotto forma di osservazione, l’esigenza di un approfondimento delle questioni concernenti il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e l’attuazione del disegno di legge delega in materia di lavoro.

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, accogliendo la sollecitazione da ultimo rivolta dal collega Baruffi, riformula la propria proposta di relazione, inserendo una osservazione, volta a segnalare l’esigenza di valutare l’adeguatezza degli stanziamenti destinati agli ammortizzatori sociali in deroga a far fronte alla difficile situazione del sistema produttivo italiano, tenuto conto dell’impegno finanziario già sostenuto nell’anno 2014 (vedi allegato 6). Ritiene necessario, in ogni caso, che su tali punti sia acquisito anche l’orientamento del Governo.

Il sottosegretario Luigi BOBBA dichiara di rimettersi alle valutazioni della Commissione circa il contenuto della relazione, esprimendo tuttavia un giudizio critico sulla condizione recata dalla lettera a) della proposta della relatrice. Tale condizione, infatti, fa riferimento all’esigenza di legare i benefici ad incrementi netti dell’occupazione, con ciò reintroducendo elementi di rigidità, che, in passato, hanno limitato fortemente l’efficacia degli stessi incentivi.

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, chiede alla presidenza una breve sospensione dei lavori, al fine di verificare se vi siano le condizioni per giungere a una ulteriore nuova formulazione della sua proposta di relazione, che tenga conto anche delle considerazioni formulate dal rappresentante del Governo.

Cesare DAMIANO, presidente, accogliendo la richiesta del relatore, sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.10, riprende alle 14.15.

Marialuisa GNECCHI (PD) relatore, in esito agli approfondimenti svolti, fa presente che è sua intenzione confermare l’ultima formulazione della sua proposta di relazione.

Il sottosegretario Luigi BOBBA ribadisce che, sul contenuto della proposta di relazione, si rimette alle valutazioni della Commissione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione della relatrice, così come riformulata nei termini riportati in allegato  risultando conseguentemente precluse le proposte alternative di relazione presentate dai deputati Tripiedi ed altri e dai deputati Airaudo e Placido. 4, relativa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Gnecchi quale relatore presso la V Commissione, per l’esame della Tabella n.  

Cesare DAMIANO, presidente, avverte che le relazioni approvate dalla Commissione saranno trasmesse, ai sensi dell’articolo 120 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio).

La seduta termina alle 14.20.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 5 novembre 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.
La seduta comincia alle 14.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015).
 
C. 2679-bis Governo.
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C. 2680 Governo.
2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 Tabella n. (limitatamente alle parti di competenza).
4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 Tabella n. (limitatamente alle parti di competenza). 
(Relazioni alla V Commissione). 

La Commissione prosegue l’esame congiunto dei provvedimenti.  

Emanuele PRATAVIERA (LNA) 66 del 2014. Si sofferma poi sull’articolo 11, chiedendo al Governo di fare ritiene che il provvedimento in esame rechi taluni elementi di criticità sui quali sarebbero auspicabili interventi di modifica. Fa riferimento, anzitutto, all’articolo 5, che rende integralmente deducibile dall’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato eccedente le vigenti deduzioni riferibili al medesimo costo, sottolineando come a fronte di tale riduzione fiscale sia stata disposta la riduzione delle aliquote stabilita dal decreto-legge n. chiarezza circa le modalità di ripartizione delle risorse stanziate per l’attuazione della legge delega in materia di lavoro, collegata alla manovra di finanza pubblica, attualmente all’esame della Commissione, evidenziando come su tale questione ci sia troppa vaghezza da parte dell’Esecutivo. Ritiene, inoltre, iniquo che l’articolo 12 preveda incentivi per le nuove assunzioni escludendo quelle relative a lavoratori che nei sei mesi precedenti siano risultati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro, determinando una ingiusta discriminazione tra i lavoratori a seconda del momento in cui abbiano perso il lavoro. Giudica sbagliato, inoltre, che il settore agricolo e il lavoro domestico siano stati esclusi dall’esonero contributivo. Soffermandosi sull’articolo 26, comma 3, ritiene sbagliato prevedere che, a decorrere dal 1o gennaio 2015, le prestazioni previdenziali e assistenziali ai beneficiari di più trattamenti siano erogate dall’INPS il giorno 10 di ciascun mese, dal momento che in questo modo si determina una perdita netta di liquidità nel primo mese di erogazione dei trattamenti, con il rischio di pregiudicare la possibilità per molti pensionati di far fronte in quel periodo a spese di prima necessità. Ritiene, in proposito, che sia opportuno prevedere forme di garanzia statale con la concessione di crediti di onore o prestiti per far fronte alle esigenze incomprimibili. In relazione al comma 6 dell’articolo 26, evidenzia la necessità che le risorse derivanti dai risparmi di spesa dei commi da 2 a 5, ove confermati, rimangano nella disponibilità dell’INPS, mentre, in ordine al successivo comma 11, stigmatizza con forza la riduzione delle risorse finalizzate ad incentivare la contrattazione di secondo livello. Esprime forti perplessità anche sull’articolo 28, che ridimensiona il ruolo del servizio di educazione fisica nelle scuole, sottostimando l’importanza culturale ed economica dello sport nella società. Esprime poi dubbi sui commi da 1 a 5 dell’articolo 44, che prevedono l’innalzamento dell’aliquota di tassazione dall’11 al 20 per cento per i fondi pensione e dall’11 al 17 per cento per la rivalutazione dei trattamenti di fine rapporto, pregiudicando lo sviluppo del pilastro della previdenza complementare. Ritiene necessario, infine, sopprimere gli stanziamenti, previsti nella Tabella B, preordinati alla stabilizzazione dei lavoratori impiegati in ASU nella città di Napoli, ricordando che la Presidenza della Camera ha disposto lo stralcio di un finanziamento, previsto dall’articolo 17, comma 11, destinato ad analoghi interventi relativi ai lavoratori socialmente utili.

Eleonora BECHIS (M5S) 76 del 2013, finalizzati ad incentivare le nuove assunzioni. soffermandosi sull’articolo 11, chiede al Governo di precisare quale sia la provenienza delle risorse ivi stanziate per il finanziamento degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, ricordando come per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga nell’anno 2014 sia stato necessario ridimensionare gli stanziamenti di cui al decreto-legge n.

Anna GIACOBBE (PD) fa notare che la materia previdenziale è stata poco considerata dal Governo nel disegno di legge di stabilità, non essendo state prese in considerazione misure per risolvere in via definitiva le questioni dei lavoratori esodati, dei lavoratori della scuola appartenenti alla cosiddetta «quota 96» e dei lavoratori precoci, nonostante la Nota integrativa al disegno di legge di bilancio per l’anno 2015 e per il triennio 2015-2017 riferita stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali richiami specificamente gli impegni del Governo in materia previdenziale. Osserva, inoltre, che sarebbe stato opportuno intervenire per alleggerire il carico fiscale sui trattamenti pensionistici e per garantire una perequazione automatica delle prestazioni. Stigmatizza, quindi, la riduzione degli stanziamenti per il finanziamento degli istituti di patronato e assistenza sociale, nonché la riduzione del fondo per le non autosufficienze, auspicando che tali aspetti siano corretti in sede di esame degli emendamenti. Fa notare, quindi, che l’articolo 2, che reca disposizioni relative ai trasferimenti a favore di alcune gestioni previdenziali dell’INPS, va nella direzione di un consolidamento del processo di separazione tra assistenza e previdenza. Osserva, quindi, che l’articolo 6, che contiene disposizioni in materia di erogazione anticipata trattamento di fine rapporto, e l’articolo 44, che prevede l’innalzamento dell’aliquota di tassazione dall’11 al 20 per cento per i fondi pensione e dall’11 al 17 per cento per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto, rischiano di pregiudicare lo sviluppo del settore della previdenza complementare, soprattutto a danno dei giovani. Auspica, infine, che sia effettivamente risolta la questione del pagamento dei trattamenti previdenziali e assistenziali da parte dell’INPS prevista dal comma 3 dell’articolo 26, così come sembra evincersi dagli ultimi sviluppi, garantendone una erogazione dal primo giorno del mese.

Davide TRIPIEDI (M5S) esprime forti perplessità sul comma 1 dell’articolo 26, che a suo avviso rischia di indebolire sensibilmente la funzione ispettiva, nonché sull’articolo 12, laddove esclude dagli sgravi contributivi le assunzioni nel settore dell’agricoltura. Con riferimento alle disposizioni dell’articolo 9, rifacendosi a quanto già osservato dalla collega Rostellato nella seduta di ieri, paventa il rischio che il regime fiscale agevolato previsto dalla norma favorisca forme di lavoro «nero». Giudica, quindi, grave il fatto di aver ridotto lo stanziamento relativo ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti, sottolineando che tale operazione configura una vera e propria «rapina» nei confronti di soggetti svantaggiati. Ritiene, più in generale, che l’intero impianto della manovra finanziaria rechi un segno di ostilità nei confronti dei soggetti più deboli della collettività, che rischia di alimentare la conflittualità sociale e intergenerazionale.

  Davide BARUFFI (PD), soffermandosi sull’articolo 11, che costituisce presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con una dotazione di 2 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2015 destinato al finanziamento degli oneri derivanti dalle disposizioni contenute nel disegno di legge delega in materia di lavoro, si interroga circa l’adeguatezza di tali risorse, a fronte della preannunciata intenzione del Governo di realizzare una rete di protezione sociale di carattere universale. Passando poi a esaminare l’articolo 12, che introduce un condivisibile sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, si chiede come tale misura si concili con il contratto a tutele crescenti previsto nel disegno di legge delega, auspicando che il Governo faccia maggiore chiarezza circa il suo disegno riformatore in materia. Paventa il rischio, infine, che l’incentivo previsto dall’articolo 12, essendo di efficacia temporale limitata, favorisca comportamenti opportunistici da parte delle imprese, finendo per costituire, contro le intenzioni del legislatore, un disincentivo alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro.

Tiziana CIPRINI (M5S)252 del 2005. Fa notare, inoltre, che l’articolo 44, prevedendo l’innalzamento dell’aliquota di tassazione dall’11 al 20 per cento per i fondi pensione e dall’11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR, intacca alla base le possibilità di sviluppo della previdenza complementare. , concentrando la propria analisi sull’articolo 6 del disegno di legge di stabilità, esprime la propria contrarietà alle disposizioni che prevedono l’erogazione anticipata delle quote di trattamento di fine rapporto in busta paga, paventando il rischio che ciò pregiudichi la natura di tale trattamento, nonché la sua capacità di contribuire allo sviluppo della previdenza complementare. Pur ritenendo corretta, in questo contesto, la decisione di conferire maggiore libertà di scelta ai lavoratori, fa notare che sarebbe stato opportuno garantire una maggiore flessibilità sia nei confronti delle imprese che dei lavoratori, in armonia con quanto originariamente previsto dal decreto legislativo n.

Cesare DAMIANO, presidente, esprime apprezzamento su un piano generale sia sull’articolo 5, che modifica la vigente disciplina dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), consentendo l’integrale deduzione del costo del lavoro dall’imponibile, sia sull’articolo 12, che introduce uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato che abbiano luogo nell’anno 2015, dal momento che entrambi gli interventi si muovono nella direzione della riduzione del cuneo fiscale, alla stregua di quanto già realizzato, negli anni precedenti, dal Governo Prodi. Fa notare, tuttavia, che il meccanismo d’incentivazione previsto dall’articolo 12 non limita i benefici alle assunzioni aggiuntive, mentre sarebbe opportuno che gli incentivi si concentrino sugli incrementi occupazionali, anche al fine di evitare comportamenti opportunistici da parte delle imprese, che, considerata l’entità significativa dello sgravio, potrebbero essere spinte a procedure ad assunzioni solo di tipo sostitutivo.

Carlo DELL’ARINGA (PD) si chiede se non sia più opportuno estendere gli sgravi contributivi previsti dall’articolo 12 anche alle assunzioni previste per gli anni 2016 e 2017, evitando che si determini una corsa agli incentivi concentrata in un solo anno, che potrebbe produrre effetti discriminanti tra lavoratori e imprese. Considerando anche che le risorse a disposizione sono necessariamente limitate, paventa, inoltre, il rischio che si determinino comportamenti opportunistici, che potrebbero portare alla concentrazione di assunzioni, che, in mancanza delle agevolazioni, avrebbero avuto luogo negli ultimi mesi del 2014 o nei primi mesi del 2016. Si riserva, quindi, di verificare la possibilità di presentare un emendamento volto a estendere gli incentivi contributivi anche alle assunzioni effettuate negli anni 2016 e 2017, che preveda, per individuare un necessario equilibrio finanziario, una progressiva riduzione dei benefici. 
Esprime, invece, perplessità circa l’eventualità di subordinare la concessione degli incentivi al perseguimento di obiettivi di incremento netto dell’occupazione, considerato che tale previsione, in passato, ha compromesso l’efficacia dei benefici, disincentivando le imprese a farvi ricorso, come accaduto, ad esempio, nel caso del cosiddetto   bonusGiovannini. 
Ritiene ingiusto, infine, escludere dal riconoscimento dell’incentivo le assunzioni di lavoratori licenziati nei sei mesi precedenti, considerato che si tratta di soggetti in grave difficoltà che necessitano di solleciti interventi di ricollocamento, mentre sarebbe più equo e finalizzato ad una tutela dell’occupazione disconoscere i benefici nel caso in cui l’impresa abbia proceduto a licenziamenti nell’arco dei sei mesi precedenti.  

Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, segnala che la relatrice e il rappresentante del Governo non intendono svolgere interventi in sede di replica, riservandosi di intervenire nella seduta di domani. Rinvia, quindi, il seguito dell’esame congiunto dei provvedimenti alla seduta convocata nella giornata di domani.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 4 novembre 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.
La seduta comincia alle 13.05.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015).
 
C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017. 
C. 2680 Governo.

2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza). Tabella n.
4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza). Tabella n. 
(Relazioni alla V Commissione). 
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l’esame congiunto dei provvedimenti.  

Cesare DAMIANO, presidente2), nonché lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche, ricorda preliminarmente che i disegni di legge sono stati assegnati venerdì 31 ottobre 2014 e che la Commissione è chiamata a esaminarli congiuntamente, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà, limitatamente alle parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella n. 4). Ricorda che l’esame si concluderà con la trasmissione alla V Commissione (Bilancio) di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione. Fa presente che in questa fase la Commissione può approvare emendamenti riferiti alle parti di sua competenza, che vengono quindi trasmessi alla Commissione bilancio in allegato alla relazione approvata e approvare ordini del giorno riferiti agli specifici ambiti materiali di rispettiva competenza. Per quanto riguarda gli emendamenti al disegno di legge di bilancio segnala che, ai sensi dell’articolo 121, comma 1, del Regolamento, gli emendamenti proponenti variazioni compensative all’interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni di settore. Ricorda che potranno, altresì, essere presentati e votati in Commissione – seguendo le specifiche regole di ammissibilità – anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all’interno del medesimo stato di previsione. Fa notare che analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di stabilità: nelle Commissioni di settore potranno, dunque, essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge di stabilità di rispettiva competenza. Presso le Commissioni di settore possono altresì essere presentati emendamenti al disegno di legge di stabilità che determinano variazioni nell’ambito delle parti di competenza la cui compensazione è effettuata su parti di competenza di altre Commissioni. Non possono, in ogni caso, essere presentati emendamenti «a scavalco» tra disegno di legge di bilancio e disegno di legge di stabilità. Fa presente che gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore sono allegati alle relazioni che queste trasmettono alla Commissione Bilancio e s’intendono presentat sociali (Tabella n.i, a nome della Commissione di settore, presso la Commissione Bilancio medesima. Quest’ultima li esamina insieme agli altri emendamenti, presentati dai deputati e dal Governo. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni di settore devono essere invece ripresentati presso la Commissione Bilancio, anche al solo scopo di consentire a quest’ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea. Ai fini della ripresentazione in Assemblea, gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore e respinti dalla Commissione bilancio devono essere ripresentati su iniziativa dei deputati. Ricorda, inoltre, che la valutazione circa l’ammissibilità degli emendamenti presentati nell’ambito dell’esame in sede consultiva sarà effettuata dal presidente della Commissione, prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia di contabilità e finanza pubblica. In sostanza, si tratta di una valutazione che attiene, da un lato, alla presenza negli emendamenti di materie estranee al contenuto proprio della legge di stabilità e della legge di bilancio, e, dall’altro, alla presenza di una adeguata copertura finanziaria. In ogni caso, anche per gli emendamenti approvati sarà effettuata una nuova valutazione di ammissibilità da parte del Presidente della Commissione bilancio. Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda che presso le Commissioni di settore sono presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge di stabilità. Gli ordini del giorno accolti dal Governo o approvati dalla Commissione sono allegati alla relazione trasmessa alla Commissione bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea. Gli ordini del giorno concernenti l’indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea. 
Da ultimo, per quanto attiene all’organizzazione dei lavori, informa che la Commissione dovrà concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di giovedì 6 novembre 2014; nell’ultima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è pertanto stabilito che il dibattito di carattere generale si esaurisca nella seduta di domani, mercoledì 5 novembre, e che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ai documenti di bilancio sia fissato per la stessa giornata di mercoledì 5 novembre, alle ore 16, con l’intesa che l’esame degli emendamenti e le deliberazioni di competenza della Commissione abbiano luogo nella giornata di giovedì 6 novembre.

La Commissione prende atto.  

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore196 del 2009 – del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato, che illustra le entrate e le spese dello Stato relative al triennio della manovra finanziaria. osserva che la manovra di bilancio all’esame della Commissione si compone – come previsto in base alla riforma della contabilità pubblica introdotta con la legge n. 
2). 4) e, con riferimento a specifiche e limitate voci, anche lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella n. Con riferimento al bilancio di previsione per il 2015 e al bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017, la XI Commissione è chiamata ad esaminare, per le parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n.   
Per quanto attiene ai dati di bilancio, facendo rinvio alla documentazione contabile a disposizione della Commissione, nonché alla documentazione di supporto predisposta dal Servizio studi della Camera, segnala che all’interno dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali le principali missioni riguardanti il settore del lavoro e della previdenza sociale sono le seguenti: Politiche previdenziali, Politiche per il lavoro, Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche e Fondi da ripartire. Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, tra le limitate voci di interesse per la XI Commissione segnala, in particolare, i programmi «Promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità», «Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale – trasferimenti agli enti ed organismi interessati» e «Infortuni sul lavoro». Per quanto concerne il disegno di legge di stabilità, preannuncia che si soffermerà nella relazione sulle disposizioni che hanno incidenza sulle materie di competenza della Commissione.   
In primo luogo segnala che l’articolo 2 reca, come di consueto, disposizioni relative ai trasferimenti a favore di alcune gestioni previdenziali dell’INPS; in particolare, rinviando all’allegato 2, si determina l’adeguamento, per l’anno 2015, dei trasferimenti dovuti dallo Stato verso la «Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali» (GIAS) presso l’INPS, a favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, della Gestione dei lavoratori autonomi, della Gestione speciale minatori e del soppresso ENPALS.   
89 del 2014, in favore dei lavoratori dipendenti e dei percettori di taluni redditi assimilati (il cosiddetto «bonus 80 euro»), originariamente introdotto per il solo anno 2014. 66 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. Fa notare che l’articolo 4 rende strutturale il credito d’imposta IRPEF introdotto dall’articolo 1 del decreto-legge n.   
Evidenzia che l’articolo 5, modificando la vigente disciplina dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), rende integralmente deducibile dalla medesima imposta il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato eccedente le vigenti deduzioni – analitiche o forfetarie – riferibili allo stesso costo. L’agevolazione opera in favore di taluni soggetti sottoposti a IRAP e decorre dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014. Sono conseguentemente ripristinate, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in 66 del 2014. corso al 31 dicembre 2013, le misure delle aliquote IRAP, ridotte dall’articolo 2, comma 1, del già richiamato decreto-legge n. 
Rileva che l’articolo 6 contiene disposizioni in materia di trattamento di fine rapporto, prevedendo, in particolare, l’erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale per il periodo 1  o marzo 2015-30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria. In particolare, le quote del TFR maturando sono versate come parte integrativa della retribuzione ai dipendenti del settore privato che ne facciano richiesta, esclusi i lavoratori domestici e quelli del settore agricolo, a condizione che abbiano un rapporto di lavoro in essere da almeno sei mesi presso il medesimo datore di lavoro. La parte integrativa della retribuzione riconosciuta non concorre al raggiungimento dei limiti di reddito per il bonus stabilizzato ai sensi dell’articolo 4 del disegno di legge di stabilità e non è imponibile ai fini previdenziali. È previsto un finanziamento per i datori di lavoro che non intendano erogare immediatamente le quote di TFR maturando con proprie risorse e una speciale disciplina per l’accesso al credito per i datori di lavoro con meno di 50 dipendenti, che prevede una duplice garanzia, prestata da uno specifico Fondo di garanzia per l’accesso ai finanziamenti, costituito presso l’INPS e dallo Stato, in ultima istanza. Si rimette, infine, a un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro il 31 gennaio 2015 la definizione delle modalità attuative delle norme, con particolare riferimento ai criteri, alle condizioni e alle modalità di funzionamento del Fondo di garanzia per l’accesso ai finanziamenti e alla garanzia dello Stato come prestatore di ultima istanza. 
335 del 1995, di fatto parificando la disciplina per il calcolo e versamento dei contributi per i richiamati soggetti a quella prevista per gli iscritti alla Gestione separata INPS, per i quali l’importo contributivo va rapportato in dichiarazione dei redditi sulla base dell’imponibile dichiarato nell’esercizio. Osserva che l’articolo 9 istituisce, per gli esercenti attività d’impresa e arti e professioni in forma individuale, un regime forfetario di determinazione del reddito da assoggettare a un’unica imposta sostitutiva di quelle dovute con l’aliquota del 15 per cento. Per accedere al regime agevolato (che costituisce il regime «naturale» per chi possiede i requisiti) sono previste delle soglie di ricavi diverse secondo il tipo di attività esercitata. Tali soglie variano da 15.000 euro per le attività professionali a 40.000 per il commercio. Il nuovo regime fiscale agevolato sostituisce i regimi «di favore» vigenti, ovvero il regime agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo (con aliquota al 10 per cento), il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità (i vigenti «minimi» con aliquota al 5 per cento), il regime contabile agevolato (per gli «ex minimi»). All’interno del nuovo regime dei minimi si prevede una specifica disciplina di vantaggio per coloro che iniziano una nuova attività, con riduzione a un terzo, per i primi tre anni, del reddito imponibile. In questo contesto, i commi da 23 a 31 prevedono la facoltà, per i contribuenti obbligati al versamento dei contributi previdenziali presso le gestioni speciali artigiani e commercianti, esercenti attività di impresa, di usufruire di uno specifico regime agevolato ai fini contributivi, nel quale è esclusa l’applicazione della contribuzione previdenziale minima, e si adotta una modalità di calcolo dei contributi basati su una percentuale del reddito dichiarato. Lo stesso comma, infatti, prevede l’applicazione, per l’accredito della contribuzione, della procedura disposta dall’articolo 2, comma 29, della legge n.   
Fa notare che l’articolo 11 costituisce presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con una dotazione di 2 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2015 destinato al finanziamento degli oneri derivanti dalle disposizioni  contenute nel disegno di legge delega in materia di lavoro, attualmente all’esame della Commissione. 
Evidenzia che l’articolo 12 introduce uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato. In particolare, lo sgravio riguarda i contratti a tempo indeterminato relativi a nuove assunzioni decorrenti dal 1  o gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015, e consiste nell’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche e con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL. Lo sgravio è riconosciuto nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua e per un periodo massimo di trentasei mesi. Il beneficio, non cumulabile con altri sgravi contributivi previsti dalla normativa vigente, non è riconosciuto nel settore agricolo, per i contratti di apprendistato e nel settore del lavoro domestico. Alla copertura di una quota degli oneri derivanti dal nuovo sgravio si provvede utilizzando un miliardo di euro per ciascuna annualità 2015, 2016 e 2017 e 500.000 euro per il 2018 a valere sulle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, già destinate all’attuazione degli interventi del Piano azione e coesione e non ancora impegnate alla data del 30 settembre 2014. A fronte dell’introduzione del nuovo sgravio contributivo, si prevede, con riferimento ai rapporti di lavoro attivati dal 1o 407 del 1990, di cui la Commissione ha avuto modo di occuparsi nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nei gennaio 2015, la soppressione dei benefici contributivi previsti all’articolo 8, comma 9, della legge n. call center. 
5 di cui al comma 1 dell’articolo 19 si prevede, nell’ambito della riduzione di una serie di trasferimenti alle imprese, la diminuzione degli stanziamenti per la stabilizzazione dei collaboratori a progetto nel settore dei Nell’allegato n.   call center (2 milioni di euro annui per il biennio 2015-2016) e per le azioni positive per la realizzazione della parità uomo donna (150,8 migliaia di euro per il 2015, 87,8 migliaia di euro per il 2016 e 97,4 migliaia di euro a decorrere dal 2017). 
6, di cui al comma 1 dell’articolo 20, dispone, nel quadro di una complessiva riduzione dei trasferimenti in favore di en Segnala, inoltre, che l’allegato n.  ti ed organismi pubblici, una diminuzione di 500 mila euro a decorrere dall’anno 2015 delle spese destinate al funzionamento dell’ISFOL. 
I commi da 1 a 3 dell’articolo 21 dettano norme per il contenimento delle spese di personale nel settore del pubblico impiego. In particolare, il comma 1 proroga fino al 31 dicembre 2015 il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego, già previsto dalla normativa vigente fino al 31 dicembre 2014, con conseguente slittamento del triennio contrattuale dal 2015-2017 al 2016-2018. Il comma 2 estende fino al 2018 l’efficacia della norma in base alla quale l’indennità di vacanza contrattuale da computare quale anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all’atto del rinnovo contrattuale è quella in godimento al 31 dicembre 2013. Il comma 3 proroga fino al 31 dicembre 2015 le disposizioni che prevedono il blocco degli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato, ferma restando l’esclusione dal blocco dei magistrati. Come chiarito anche nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento, la disposizione si applicherebbe in sostanza ai professori e ricercatori e universitari e ai dirigenti dei corpi di polizia e delle Forze armate.   
2 richiamato dall’articolo 24, comma 1, sono previste specifiche riduzioni delle dotazioni di bilancio dei diversi Ministeri per un importo complessivo di 1.017,7 milioni nel 2015, di 1.167,3 milioni nel 2016 e di 1.305,6 milioni a decorrere dal 2017. Per quanto riguarda il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si prevede una riduzione di 4,6 milioni di euro nell’anno 2015 degli stanziamenti relativi al programma «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro» della Missione «Politiche per il lavoro». Nell’elenco n.  Osserva che l’articolo 26 contiene una serie di disposizioni volte alla realizzazione di interventi correttivi e di riduzione delle spese del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.   
In particolare, al comma 1 si prevede la soppressione della norma che autorizza il Ministero del lavoro e delle politiche sociali a un’integrazione della dotazione organica pari a 250 unità di personale ispettivo e a procedere progressivamente alle conseguenti assunzioni. I risparmi di spesa sarebbero pari a 7 milioni di euro per l’anno 2015 e a 10,2 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016.   
Al comma 2, si abroga la norma che prevede l’erogazione da parte di INPS e INAIL di prestazioni economiche accessorie, quali quelle relative al soggiorno presso strutture alberghiere, agli aventi diritto ai regimi speciali di cure termali garantite dal Sistema sanitario nazionale, con oneri a carico delle medesime gestioni previdenziali. Dalla norma dovrebbero generarsi minori spese per gli enti previdenziali di circa 8 milioni di euro.   
Fa notare che il comma 3 prevede che, a decorrere dal 1  o gennaio 2015, le prestazioni previdenziali erogate dall’INPS, i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni, le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili e le rendite vitalizie dell’INAIL, nei confronti di beneficiari di più trattamenti – secondo quanto indicato dal Ministero dell’economia e delle finanze si tratta di circa 800 mila persone – siano posti in pagamento, in assenza di cause ostative, il giorno 10 di ciascun mese. Il comma 4 dispone, a decorrere dal 1o gennaio 2015, l’obbligo di trasmissione all’INPS del certificato di accertamento del decesso del soggetto beneficiario di prestazioni previdenziali, entro 48 ore dall’evento, per via telematica on-line. Il comma 5 detta disposizioni in merito alla restituzione delle somme erogate dall’INPS indebitamente percepite dopo la morte del beneficiario. Dal complesso delle disposizioni di cui ai commi da 3 a 5 dovrebbero derivare risparmi pari a 11 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015. 
Ai sensi del successivo comma 6, l’INPS procede al riversamento allo Stato di 19 milioni di euro a decorrere dal 2015, in relazione agli effetti delle disposizioni dei commi da 2 a 5.   
Il comma 7 prevede che l’INPS renda indisponibile una quota parte pari a 50 milioni di euro delle entrate relative agli interessi attivi derivanti dalla concessione di mutui e prestiti agli iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’INPDAP e proceda al riversamento della relativa somma all’entrata del bilancio dello Stato.   
I commi 8 e 9 dispongono il versamento all’entrata del bilancio dello Stato da parte dell’INPS e dell’INAIL rispettivamente di 41 e 50 milioni di euro a decorrere dal 2015 in relazione a specifiche misure di risparmio indicate dai medesimi commi.   
Il comma 10 prevede, per l’esercizio finanziario 2015, la riduzione complessiva e proporzionale di 150 milioni di euro degli stanziamenti per il finanziamento degli istituti di patronato e assistenza sociale.   
Il comma 11 dispone, a decorrere dal 2015, la riduzione di 200 milioni di euro del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello.   
Fa presente che l’articolo 28 reca disposizioni volte alla razionalizzazione delle spese riferibili al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. In questo contesto, il comma 4 riduce il numero dei coordinatori periferici di educazione fisica che possono usufruire dell’esonero dall’insegnamento. Il successivo comma 5 elimina, dal 1  osettembre 2015, la possibilità di usufruire dell’esonero o del semiesonero dall’insegnamento per i docenti con funzioni vicarie del dirigente scolastico, nonché per i docenti addetti alla vigilanza delle sezioni staccate o delle sedi coordinate delle scuole. I commi 6 e 7 modificano la disciplina in materia di comandi, distacchi, utilizzazioni del personale scolastico. In particolare, si prevede l’eliminazione della possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi, enti che operano nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica, nonché enti che operano nel campo delle tossicodipendenze. Si prevede, inoltre, l’eliminazione, dal 1o settembre 2015, della possibilità per il personale del comparto scuola – salve alcune ipotesi – di essere posto in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o utilizzazione comunque denominata presso pubbliche amministrazioni, autorità indipendenti, enti, associazioni e fondazioni. I commi 8 e 9 vietano, a decorrere dal prossimo anno scolastico, il conferimento di supplenze brevi per il primo giorno di assenza dei docenti e per i primi 7 giorni di assenza dei collaboratori scolastici, vietando altresì il conferimento di supplenze brevi agli assistenti tecnici e agli assistenti amministrativi, salvo, per quest’ultima fattispecie, il caso di istituzioni scolastiche il cui relativo organico di diritto abbia meno di 3 posti. I commi da 10 a 12 prevedono la revisione, con decreto interministeriale, di criteri e parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) della scuola, al fine di conseguire, dall’anno scolastico 2015/2016, una riduzione del numero di posti e della relativa spesa. Tale riduzione è connessa al processo di digitalizzazione dei processi amministrativi affidati alle segreterie scolastiche, per la cui realizzazione è autorizzata la spesa di 10 milioni nel 2015, a valere su quota parte dei risparmi derivanti dalla ridefinizione delle dotazioni organiche. 
Nell’ambito dell’articolo 38, che reca disposizioni varie in materia di finanza territoriale, i commi da 12 a 14 dettano norme relative alla realizzazione e allo svolgimento dell’Expo 2015 e agli eventi connessi al semestre italiano di presidenza europea. In particolare, per quanto attiene alle competenze della Commissione, il comma 12 prevede, a favore del Comune di Milano, una serie di deroghe a norme vigenti relative al contenimento delle spese di personale, mentre il comma 13 estende agli enti locali e regionali la deroga ai vincoli in materia di personale a tempo determinato, già prevista a favore delle società in house degli enti locali soci di Expo 2015, per le attività funzionali alla realizzazione dell’evento, comunque non oltre il termine del 31 dicembre 2016.   
I commi da 1 a 5 dell’articolo 44 prevedono l’innalzamento dell’aliquota di tassazione dall’11 al 20 per cento per i fondi pensione e dall’11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR. La misura determina un maggior gettito quantificato in 450 milioni di euro nel 2015 e in 480 milioni di euro a decorrere dal 2016.   
Osserva che l’articolo 45, comma 6, riduce di 150 milioni di euro annui, a decorrere dall’anno 2015, lo stanziamento relativo ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti.   
845 del 1978, relativo alla contribuzione integrativa dello 0,30 per cento, destinata ai fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua. Fa presente che l’articolo 45, comma 7, dispone che l’INPS versi all’entrata del bilancio dello Stato somme pari a 20 milioni di euro per il 2015 e a 120 milioni di euro a decorrere dal 2016 a valere sulle risorse derivanti dall’aumento contributivo di cui all’articolo 25 della legge n.   
Infine, per quanto riguarda le tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, segnala, nella Tabella B, uno stanziamento di 32,75 milioni di euro per il triennio 2015-2017, preordinato (secondo quanto indicato nella relazione illustrativa) alla stabilizzazione dei lavoratori impiegati in ASU nella città di Napoli e al disegno di legge riguardante disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (A.C. 750).   
26 «politiche per il lavoro», Programma 26.10, «Servizi e sistemi informativi per il lavoro»), recante «Fondo per il pagamento delle indennità relative alla partecipazione ai tirocini formativi e di orientamento nell’ambito della P.A.», istituito in via Infine, nella Tabella D si prevede, per il 2015, una riduzione pari a 1,7 milioni di euro al cap. 2231 (Missione n.  76 del 2013. sperimentale per il triennio 2013-2015 dall’articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 
Segnala, infine, che la Presidenza della Camera ha stralciato alcune disposizioni contenute nel disegno di legge del Governo riferibili a materie di competenza o, comunque, di interesse della Commissione, ritenendole estranee al contenuto proprio della legge di stabilità, come determinato dalla legislazione vigente. Richiama, in particolare, l’articolo 17, comma 11, che autorizza, a decorrere dal 2015, una spesa complessiva pari a 100 milioni di euro annui da destinare alla prosecuzione dei lavori socialmente utili nei territori di Napoli e Palermo nonché, nel limite di un milione di euro, nei comuni con meno di 50 mila abitanti. Ricorda, inoltre, l’articolo 26, comma 8, che contiene disposizioni relative al divieto di cumulo dei trattamenti accessori del personale non appartenente al ruolo sanitario di livello dirigenziale del Ministero della salute, nonché l’articolo 41, che reca disposizioni volte ad una verifica straordinaria per accertare la permanenza delle condizioni psico-fisiche del personale degli enti del Servizio sanitario nazionale dichiarato inidoneo alla mansione assegnata, nonché non idoneo allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale, ma idoneo a proficuo lavoro.   
Nel riservarsi di elaborare proposte di relazione che possano tenere conto degli spunti che dovessero emergere dal dibattito, ritiene che i gruppi debbano valutare se sia più opportuno esaminare direttamente le proposte di modifica di propria competenza o rinviarne l’esame alla Commissione di merito, anche ai fini di una loro valutazione compiuta e omogenea sotto il profilo dei criteri di ammissibilità.  

  Gessica ROSTELLATO (M5S) evidenzia la presenza nel disegno di legge di stabilità per il 2015 di diversi profili di criticità, sui quali ritiene importante avviare una seria riflessione. Fa riferimento, anzitutto, all’articolo 4, volto a rendere strutturale il cosiddetto «bonus 80 euro», evidenziando come le ingenti somme destinate all’intervento siano sostanzialmente inutili, considerando che l’incentivo non ha dato gli effetti auspicati dal Governo. 
Si sofferma, quindi, sull’articolo 6, che, recando disposizioni in materia di trattamento di fine rapporto, prevede, in particolare, l’erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale per il periodo tra il 1  o marzo 2015 e il 30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria. Al riguardo, ritiene che si sia di fronte ad una norma totalmente iniqua, in quanto gravemente lesiva degli interessi dei dipendenti e dei datori di lavoro, facendo notare che i primi saranno soggetti ad un incremento di tassazione, mentre i secondi sconteranno un’ulteriore complicazione delle procedure. 
Facendo poi riferimento all’articolo 9, che prevede un regime agevolato per i lavoratori autonomi, fa notare che si tratta di una misura sbagliata, contestata dalle stesse organizzazioni di rappresentanza delle categorie interessate, dal momento che si prevedono soglie di accesso al regime troppo basse, che rischiano di favorire il diffondersi del lavoro in «nero», danneggiando i lavoratori regolari. Ritiene criticabile anche l’articolo 12, che introduce uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, facendo notare come simili forme di incentivo in genere non siano capaci di generare occupazione e possano costituire un inutile spreco di risorse. In proposito, fa notare che sarebbe preferibile, piuttosto, far confluire le risorse destinate al finanziamento dei diversi incentivi previsti dalla legislazione vigente in direzione di una complessiva operazione di riduzione del costo del lavoro, che avvantaggi tutti i lavoratori.   
Preannuncia, infine, la presentazione di uno specifico emendamento teso ad affrontare la questione delle agevolazioni connesse all’instaurazione di rapporti di lavoro con i soggetti beneficiari della cosiddetta «piccola mobilità». Ricordato che  su tale problematica la XI Commissione ha approvato una specifica risoluzione, con la quale si impegnava il Governo a verificare la possibilità di reperire in modo tempestivo le risorse necessarie ad assicurare il finanziamento dei benefici contributivi, auspica che su tale proposta di modifica l’Esecutivo possa esprimere un parere favorevole.

Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.45.

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