UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 7 novembre 2013.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.15 alle 9.30.
COMITATO RISTRETTO
Giovedì 7 novembre 2013.
Modifiche alla normativa in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola.
C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 9.30 alle 9.45.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 6 novembre 2013. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Carlo Dell’Aringa.
La seduta comincia alle 14.35.
Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l’accesso al trattamento pensionistico.
Testo unificato C. 224 Fedriga, C. 387 Murer, C. 727 Damiano, C. 946 Polverini, C. 1014 Fedriga, C. 1045 Di Salvo, C. 1336 Airaudo.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 ottobre 2013.
Cesare DAMIANO, presidente, avverte che sono stati presentati alcuni emendamenti al testo unificato delle proposte di legge in esame, elaborato dal Comitato ristretto e adottato come testo base.
Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, invita al ritiro dell’emendamento Tinagli 1.1, facendo presente che, ove questo fosse approvato, finirebbe per demolire l’impianto del testo unificato elaborato dal Comitato ristretto. Invita, altresì, al ritiro dell’emendamento Fedriga 1.2, di cui pure dichiara di condividere lo spirito, in quanto esso potrebbe presentare il rischio che, in sede di relazione tecnica, sia fatto valere un potenziale incremento degli oneri finanziari, a fronte di una soluzione che, peraltro, non sembrerebbe avere un carattere di assoluta urgenza, come convenuto anche nell’ambito del Comitato ristretto. Segnala, pertanto, che il parere sarebbe contrario ove i proponenti non ritirassero le proposte emendative riferite all’articolo 1.
Con riguardo, poi, alle proposte emendative relative all’articolo 3, esprime parere favorevole sull’emendamento Di Salvo 3.2, invitando al ritiro dei restanti emendamenti presentati, il cui contenuto sarebbe sostanzialmente assorbito dall’approvazione del predetto emendamento. Soffermandosi, in particolare, sull’emendamento Di Salvo 3.1, fa notare come l’invito al ritiro di tale proposta emendativa sia motivato dall’esigenza di evitare che il riferimento alla pensione anticipata configuri un errore di carattere tecnico.
Il sottosegretario Carlo DELL’ARINGA, pur facendo presente che il Governo segue con forte attenzione il tema in esame, nella consapevolezza della necessità di affrontare in via prioritaria una questione complessa, che ha determinato problemi a larghe fasce della popolazione, ritiene che l’Esecutivo non possa fare altro che sospendere il giudizio su tale testo, a fronte dell’esigenza di verificarne la sostenibilità dal punto di vista finanziario. Fa notare, peraltro, che allo stato nel disegno di legge di stabilità non è stata assunta alcuna iniziativa al riguardo e che qualsiasi eventuale ipotesi di intervento sulla materia dovrà essere valutata nell’ambito del suo iter di esame parlamentare, verificandone la reale portata economico-finanziaria. Ricorda, peraltro, che sulla copertura finanziaria individuata dal testo unificato in esame la stessa Ragioneria generale dello Stato ha espresso riserve in occasione dell’esame di altri provvedimenti.
Per le ragioni esposte, dichiara che il Governo si rimette alla Commissione su tutte le proposte emendative presentate.
Massimiliano FEDRIGA (LNA) chiede anzitutto al Governo di esprimere in via definitiva il suo orientamento sul testo unificato in esame, giudicando inaccettabile che l’Esecutivo, nonostante si discuta di tale drammatiche vicende da oltre due anni, continui a tergiversare, chiedendo ulteriori approfondimenti o differimenti della discussione, anche considerando che, nel frattempo, ha previsto stanziamenti finanziari ingenti per misure di minore importanza sociale.
Si chiede, inoltre, per quale motivo il parere del relatore non sia favorevole sul suo emendamento 1.2, atteso che esso mira ad ampliare le tutele senza comportare particolari oneri sul bilancio pubblico. Auspica, quindi, che il relatore possa modificare il proprio orientamento, dal momento che appare riduttivo, sin dalla fase di elaborazione di un testo in Commissione, porsi limiti di contenuto che, eventualmente, potranno essere presi in considerazione in seguito, una volta che sarà stata acquisita la relazione tecnica da parte della V Commissione, competente in sede consultiva. Per tale ragione, dichiara di non accedere all’invito al ritiro della propria proposta emendativa.
Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, precisa che il parere non favorevole sull’emendamento in esame è esclusivamente dettato da ragioni di opportunità tecnica, non essendovi da parte sua alcuna preclusione ad estendere le salvaguardie a favore dei lavoratori danneggiati dalla cosiddetta «riforma Fornero», i quali, a suo avviso e ad avviso dello stesso Esecutivo, avrebbero bisogno di misure il più possibile strutturali ed efficaci. Fa presente, quindi, che l’invito a ritirare tale emendamento è motivato dall’esigenza di prevenire un orientamento negativo della Ragioneria generale dello Stato, tenuto conto che essa, in occasione dell’esame di provvedimenti simili, ha adottato prese di posizione di netta contrarietà rispetto alla copertura finanziaria – bloccando, di fatto, l’iter di esame in sede parlamentare – sulla base di valutazioni di tipo tecnico non coincidenti con quelle espresse in sede parlamentare. Cita, in proposito, le misure sui cosiddetti «prosecutori volontari» autorizzati alla prosecuzione della contribuzione prima del 2007 e le norme sul riconoscimento dei periodi contributivi a favore dei donatori di sangue, disposizioni sulle quali ricorda che la Ragioneria generale dello Stato ha posto taluni problemi, nonostante per tali interventi fossero già previste apposite disposizioni legislative di salvaguardia.
Il sottosegretario Carlo DELL’ARINGA, in risposta al deputato Fedriga, fa presente che in una materia delicata, complessa e in costante evoluzione, come quella in esame, non appare possibile assumere una posizione netta e definitiva, in assenza di una certezza sui dati finanziari. Ribadisce che il Governo, al momento, non ha previsto alcun intervento al riguardo nell’ambito del disegno di legge di stabilità, pur riservandosi di svolgere i necessari approfondimenti di merito, in un confronto leale e aperto con il Parlamento, che potrà intervenire sulla manovra finanziaria, nell’ambito della sua autonomia decisionale, con apposite misure di modifica. Conferma, pertanto, che queste sono le ragioni che portano il Governo a rimettersi alla Commissione su tutti gli emendamenti presentati.
Irene TINAGLI (SCpI) raccomanda l’approvazione del proprio emendamento 1.1.
La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Tinagli 1.1 e Fedriga 1.2.
Giorgio AIRAUDO (SEL) ritira l’emendamento Di Salvo 3.1, di cui è cofirmatario.
La Commissione approva l’emendamento Di Salvo 3.2.
Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento Di Salvo 3.2, le restanti proposte emendative riferite all’articolo 3 si intendono assorbite o precluse.
Avverte pertanto che, essendosi concluso l’esame degli emendamenti, il testo risultante sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l’espressione del prescritto parere.
Fatto notare, infine, che il testo in questione non può essere definito neutrale, caratterizzandosi, al contrario, per un elevato livello di intensità politica, ritiene che esso possa rappresentare un utile strumento di pressione nei confronti del Governo, anche in occasione dell’esame del disegno di legge di stabilità, in vista della predisposizione di ulteriori misure di salvaguardia a favore di lavoratori gravemente in difficoltà.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico.
C. 857 Damiano.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 settembre 2013.
Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che il dibattito di carattere generale sul provvedimento in titolo è stato da ultimo rinviato in attesa dello svolgimento dell’audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulle prospettive di riforma del sistema previdenziale: avendo nel frattempo la Commissione esaurito tale audizione ed essendo la stessa Commissione stata impegnata nell’esame di ulteriori, rilevanti, proposte di legge, si è quindi convenuto di riprendere dalla corrente settimana l’esame del provvedimento in titolo.
Massimiliano FEDRIGA (LNA) fa presente che il suo gruppo è in procinto di presentare talune proposte di legge di contenuto analogo a quella in esame, che si propongono, da un lato, di abrogare la cosiddetta «riforma Fornero» e, dall’altro, di reintrodurre il cosiddetto superbonus, previsto in precedenza dalla «riforma Maroni». Auspica, pertanto, che su di esse possa essere definito un percorso di esame in abbinamento al provvedimento in titolo.
Cesare DAMIANO, presidente, espressa soddisfazione per il forte interesse politico manifestato dai gruppi su una materia così delicata, nell’ambito della quale, peraltro, occorre confrontarsi con l’orientamento allo stato non favorevole del Governo, osserva che la valutazione circa l’eventuale abbinamento di tali proposte di legge potrà essere svolta nell’ambito dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, solo una volta che esse saranno concretamente assegnate alla Commissione. Dichiara sin d’ora di non avere, in ogni caso, alcun atteggiamento di carattere ostativo rispetto all’eventuale abbinamento dei preannunziati provvedimenti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.
COMITATO RISTRETTO
Mercoledì 6 novembre 2013.
Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione consensuale del contratto di lavoro per dimissioni volontarie.
C. 254 Vendola e C. 272 Bellanova.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15 alle 15.30.
ATTI DELL’UNIONE EUROPEA
Martedì 5 novembre 2013. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Intervengono il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, e il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Jole Santelli.
La seduta comincia alle 14.40.
Sull’ordine dei lavori.
Cesare DAMIANO, presidente, visto l’andamento dei lavori dell’Assemblea e considerati i ristretti tempi a disposizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, propone un’inversione dell’ordine del giorno, nel senso che la Commissione passi subito al seguito dell’esame dell’atto dell’Unione europea, per poi proseguire con le interrogazioni iscritte in calendario, in ordine alle cui modalità di svolgimento vi è la convergente disponibilità degli interroganti e del rappresentante del Governo.
La Commissione conviene.
Comunicazione della Commissione europea «Lavorare insieme per i giovani d’Europa – Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile» (COM (2013)447 final).
(Seguito dell’esame ai sensi dell’articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 ottobre 2013.
Cesare DAMIANO, presidente, avverte anzitutto che, non essendovi obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l’attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
Comunica, quindi, che, facendo cortesemente seguito alle richieste a più riprese formulate nell’ambito dell’esame del documento in titolo, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha assicurato la propria presenza all’odierna seduta della Commissione, al fine di fornire gli opportuni aggiornamenti sul percorso di attuazione degli interventi promossi in ambito europeo per contrastare la disoccupazione giovanile, con particolare riferimento alla «Garanzia giovani». Nel fare presente che partecipano ai lavori di oggi anche i componenti della XIV Commissione, che sta esaminando il provvedimento in sede consultiva, invita pertanto il Ministro a svolgere le proprie considerazioni sull’argomento.
Il Ministro Enrico GIOVANNINI, dopo aver ricordato che la raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea sull’istituzione di una «Garanzia per i giovani» invita gli Stati ad assicurare un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi di apprendistato o altra misura di formazione entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di formazione, fa presente che il Governo, proprio su tale versante, facendo affidamento su una apposita struttura di missione, sta predisponendo uno specifico piano di attuazione, di cui illustra i tratti principali.
Osserva che il Governo ha inteso chiamare a raccolta tutti gli organismi competenti (enti locali, INPS, amministrazioni centrali), al fine di definire il ruolo di ciascun attore e il contenuto delle prestazioni da offrire nell’ambito di un sistema integrato di sostegno ai giovani. Evidenzia come il modello delineato per l’offerta dei servizi ai giovani – peraltro già seguito da talune regioni – preveda diversi passaggi, che passano da un iniziale pre-orientamento scolastico e formativo di carattere universale, ad una definizione del profilo personale del soggetto preso in carico, fino ad arrivare a una personalizzazione dell’intervento tramite definizione di un percorso che possa portare sia al consolidamento delle competenze sia all’inserimento lavorativo. Fatto presente che appare necessario organizzare un sistema coordinato di azioni, politiche e servizi, mirato ad agire sul flusso (i circa 600.000 giovani che escono dalla formazione e rischiano di non trovare lavoro) e a intervenire sullo stock (coloro che già si trovano in uno stato di disoccupazione), rileva l’esigenza primaria di definire un target minimo di giovani cui offrire la garanzia, procedendo quindi alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, in coerenza con le risorse disponibili.
Ritenuto, quindi, opportuno identificare in tempi certi una diffusa rete di punti di accesso fisici e virtuali ai servizi, fa presente che il Governo ha già provveduto ad operare un primo censimento e monitoraggio degli standard e delle prestazioni dei servizi, basato sulla condivisione e sull’analisi dei dati individuali dei centri per l’impiego, al fine di garantire la diffusione delle informazioni, nell’ambito di un sistema informativo nazionale sulle opportunità di lavoro.
Osserva che il sistema testé delineato dovrà fondarsi sulla universalità degli interventi (garantendo una iniziale base di informazione per tutti), sulla loro contendibilità (ovvero la possibilità di accedere ai servizi erogati presso altra regione), sulla condizionalità e premialità delle misure concesse (subordinando lo stanziamento delle risorse al raggiungimento dei risultati, premiando peraltro le strutture migliori, nell’ambito di una virtuosa competizione tra strutture pubbliche e private accreditate), sulla sostituibilità delle azioni (con possibilità per il Governo centrale di intervenire in caso di inerzia degli enti locali).
Fatto presente che nelle prossime settimane, comunque entro il 31 dicembre 2013, tale piano di attuazione sarà avviato, evidenzia l’esigenza che esso sia accompagnato dalla realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali e tecnologiche, al fine di delineare un nuovo sistema delle politiche attive che costituisca un punto di riferimento per tutti i lavoratori, non solo per i giovani. Auspica, infatti, che tale piano, predisposto in via sperimentale per i giovani, svolga un ruolo trainante in vista di soluzioni valide per l’intera collettività, nell’ambito di un mercato del lavoro modernizzato sul quale investire anche altre risorse di tipo strutturale, non strettamente connesse a quelle della «Garanzia giovani». In proposito, osserva che proprio in questa direzione il Governo ha già assunto talune iniziative, come quella rivolta al personale dei centri per l’impiego che opera a livello provinciale, proprio in vista di un complessivo riequilibrio tra politiche passive e politiche attive. A tale riguardo, giudica necessario insistere sulla riqualificazione dei beneficiari degli strumenti di sostegno al reddito, in vista di una progressivo spostamento di risorse dalle politiche passive a quelle attive, da attuare d’intesa con gli enti locali, tenuto conto che sulla materia insistono competenze regionali ben precise.
Cesare DAMIANO, presidente, nel ringraziare il Ministro per il contributo fornito ai lavori della Commissione, ritiene che il Governo stia compiendo uno sforzo interessante per l’attuazione di significativi progetti di contrasto alla disoccupazione. Sotto questo profilo, si sofferma anzitutto sul destino dei centri per l’impiego, in relazione ai quali ricorda come la stessa XI Commissione abbia portato, con una modifica introdotta al testo del 101 del 2013, un contributo che, sebbene non configuri una decreto-legge n. soluzione strutturale, consentirà comunque la continuità nel loro funzionamento, mediante una proroga dei contratti degli addetti a tali centri anche oltre la fine dell’anno corrente.
Dopo avere dichiarato di condividere la proposta del Ministro circa l’utilizzo delle risorse della «Garanzia giovani» a fronte di risultati, evidenzia l’esigenza di favorire un orientamento dei giovani che parta dalla scuola: a tal fine, giudica importante una ulteriore misura 104 del 2013 approvata in questi giorni, nell’ambito del decreto-legge n. (relativo a scuola e istruzione), che intende promuovere iniziative innovative per l’apprendistato in favore degli studenti che frequentano gli ultimi due anni nelle scuole superiori a carattere industriale, per i quali si cerca di introdurre meccanismi di alternanza tra formazione e lavoro.
Monica GREGORI (PD), relatore, nel ringraziare il Ministro per l’esauriente illustrazione, chiede delucidazioni circa i tempi di definitiva elaborazione del piano relativo alla «Garanzia giovani», in modo che esso possa essere al più presto esaminato anche dalla XI Commissione. Dopo avere richiesto al Ministro se sia stato previsto un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella fase di definizione del progetto, evidenzia, inoltre, la necessità di elaborare un’adeguata riforma dei centri per l’impiego, che ritiene propedeutica ad una corretta attuazione della «Garanzia per i giovani», in modo da favorire un’idonea concentrazione di risorse economiche e umane e rispondere, altresì, alle prescrizioni della 439 del 2013, che ha invitato gli Comunicazione della Commissione europea n. Stati membri a modernizzare i servizi per l’impiego nell’arco temporale che va dal 2014 al 2020. Rilevato, infine, che l’attuale quadro istituzionale che coinvolge il ruolo delle province appare incerto e che le misure di recente assunte in materia di personale dei centri per l’impiego in tale ambito mirano proprio a ristabilire un minimo di garanzia nell’erogazione dei servizi, si chiede se non sia possibile ipotizzare una redistribuzione delle competenze verso i comuni, prevedendo anche un coinvolgimento dell’ANCI.
Walter RIZZETTO (M5S) ricorda preliminarmente come il suo gruppo abbia sin dall’inizio sostenuto il progetto «Garanzia giovani», chiedendo tuttavia di avere la massima chiarezza sulla dinamica attuativa delle relative misure. In proposito, dunque, si domanda se il Governo sia in grado di fornire ad oggi una esatta quantificazione, anche di carattere numerico, sulle risorse disponibili e sui soggetti potenzialmente interessati: pone, pertanto, al Ministro un pregiudiziale quesito di metodo circa l’effettivo momento in cui si prevede la concreta partenza del progetto.
Dopo avere ricordato che nel passato, anche recente, risorse stanziate per analoghe finalità sono state delocalizzate in modo incoerente e spesso disperse, invoca dal Governo l’attivazione di un’analisi di tracciabilità degli interventi. Al contempo, invita il Ministro a concentrarsi sulla operatività dei centri per l’impiego, i quali, dai dati emersi nel corso della recente indagine conoscitiva svolta dalla Commissione, non riescono a rispondere in modo adeguato ed economicamente sostenibile alle esigenze di collocamento dei lavoratori, se è vero che il tasso di capacità di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro è pari solo all’1,6 per cento dei soggetti che si sono rivolti a tali centri.
Si interroga, quindi, sul destino che avrà la «Garanzia giovani» in caso di una eventuale crisi di Governo, chiedendo al Ministro di chiarire anche le modalità con le quali il progetto potrà essere esteso al servizio civile. Nell’evidenziare, inoltre, l’esigenza di valorizzare il contributo del sistema scolastico rispetto al mercato del lavoro, osserva che tale contributo non sembra interessare in modo particolare il Governo, il quale, con il recente 76 del 2013, ha in realtà fatto una evidente «retromarcia» decreto-legge n. sull’argomento, incentivando l’occupazione soprattutto con riferimento ai più bassi tassi di scolarità.
Antonino MOSCATT (PD) ringrazia il Ministro per l’esauriente relazione svolta e auspica che il piano predisposto dal Governo per l’istituzione di una «Garanzia giovani» non costituisca solo una tappa nella ricerca del lavoro, ma un percorso virtuoso che consenta di introdurre un nuovo modo di pensare la cittadinanza dei giovani, in un’ottica non assistenziale ma di accompagnamento nel mondo del lavoro.
In questa prospettiva, chiede al Ministro se presso altri Paesi europei siano state avviate analoghe sperimentazioni o esperienze similari, che possano fornire elementi di valutazione. Chiede, inoltre, come si concretizzi l’idea di sostenibilità richiamata dal Ministro e come si immaginino i collegamenti con le imprese e i processi da innescare con il mondo degli aggregati economici. Un’ulteriore questione di interesse, peraltro, concerne, a suo avviso, la possibilità di attingere ad ulteriori fondi europei che possano accompagnare i percorsi formativi.
Si sofferma, in conclusione, sulle misure di riforma dei centri per l’impiego e invita il Ministro a fornire indicazioni sulla possibilità di un potenziamento del tema della «Garanzia per i giovani» nell’agenda del prossimo semestre di presidenza italiana dell’Unione europea.
Chiara GRIBAUDO (PD), nel giudicare importante rafforzare la formazione a partire dalle scuole, anche declinando in modo più appropriato le relative riflessioni, ritiene utile acquisire dal Ministro ulteriori chiarimenti sull’ipotesi di utilizzo del servizio civile nella «Garanzia giovani».
Rocco BUTTIGLIONE (SCpI) rivolge in primo luogo un ringraziamento al Ministro per il lavoro innovativo e importante che sta svolgendo, osservando poi che il piano illustrato dal Ministro cerca, per così dire, di «prosciugare la palude» del milione e 300 mila giovani che non studiano né lavorano, ma che occorre anche evitare che il numero di ragazzi in questa situazione cresca ogni anno di 200 mila unità, alimentando la predetta «palude». Si tratta di un percorso che, a suo giudizio, non può prescindere dalla fase di formazione che avviene negli istituti di istruzione ed è necessario, in proposito, valutare la coerenza degli indirizzi del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con le idee alla base di questo progetto; chiede quindi al Ministro come pensi il Governo di costruire il raccordo tra le ordinarie politiche di formazione e il progetto straordinario appena illustrato.
Si sofferma, quindi, su una seconda questione, rappresentata dal riparto di competenze tra Stato e regioni in tale ambito, rispetto alla quale invita ad avviare una riflessione circa la possibilità di una ri-centralizzazione, ovvero di una diversa articolazione delle competenze, che porti lo Stato a delegare eventuali funzioni, mantenendo un significativo potere di indirizzo e controllo.
Sottolinea, dunque, come il piano in discussione debba costruire un sistema efficace non solo rispetto ai percorsi formativi nazionali, ma anche nel collegamento con il mercato europeo della formazione. Richiama in proposito il recente accordo tra Germania e Spagna, che ha visto l’assunzione da parte di imprese tedesche di circa 5 mila disoccupati iberici.
Ricorda, infine, che nelle Comunicazioni della 165 e 166 del 2013 si prevede la possibilità di un Commissione europea nn. cofinanziamento con fondi speciali dell’Unione europea delle riforme strutturali per la competitività; occorrerebbe, a suo avviso, valutare se quello della «Garanzia giovani» non possa rappresentare un caso tipico per l’applicazione di tale previsione.
Titti DI SALVO (SEL), nel ringraziare il Ministro per il contributo fornito ai lavori della Commissione, dichiara anzitutto di apprezzare l’idea che sta alla base del progetto «Garanzia giovani», che consiste nell’evidenziare una responsabilità del settore pubblico nel non volere lasciare da soli i giovani lavoratori in cerca di impiego. Sotto questo profilo, tuttavia, esprime forti perplessità sul fatto che il Governo veda nella qualità delle politiche attive l’unico strumento in grado di risolvere i problemi esistenti, che – a suo avviso – sono in realtà da ricercare nell’incapacità di creare posti di lavoro. Osserva, infatti, che il vero nodo che i Governi dovrebbero sciogliere è quello di indicare le condizioni per la nascita di nuove opportunità di lavoro in favore dei giovani.
Si sofferma, infine, sulla questione del reddito minimo garantito, oggetto di un atto di indirizzo promosso in Assemblea dal suo gruppo e successivamente ritirato a seguito di un preciso invito del Governo, che si era impegnato a promuovere un proprio intervento in materia: atteso che tale intervento non si è ancora concretizzato, si interroga sulle reali intenzioni dell’Esecutivo, ricordando come l’introduzione di un reddito minimo, inteso in termini europei, possa rappresentare un’iniziativa di estrema importanza per il Paese.
Davide TRIPIEDI (M5S) sottolinea l’esiguità delle risorse stanziate dall’Italia – a differenza di ciò che avviene in molti altri Paesi europei – nelle politiche attive e passive del lavoro, sollecitando il Governo ad un radicale cambiamento di rotta, che elimini le differenze di accesso ai diversi settori professionali e produttivi da parte dei lavoratori e riduca un divario che giudica insostenibile per le sue dimensioni effettive. Chiede, a tal fine, al Ministro di indicare quali siano le disponibilità al momento esistenti e come intenda rimediare al fenomeno appena descritto.
Il Ministro Enrico GIOVANNINI, preso atto delle numerose questioni poste, osserva anzitutto che molte delle misure assunte di recente dal Governo, come quelle in materia di alternanza scuola/lavoro, si pongono sulla medesima linea della «Garanzia per i giovani»: fa presente, quindi, che il relativo piano sarà completato presumibilmente alla fine di novembre o, al massimo, nella prima metà del mese di dicembre, pur precisando che esso richiederà un aggiornamento costante, di cui, in ogni caso, sarà costantemente informata la stessa XI Commissione.
Fatto notare che la predisposizione del piano è stata preceduta da un’ampia consultazione, peraltro non ancora del tutto conclusa, delle parti sociali, che ha visto il coinvolgimento delle associazioni datoriali, delle organizzazioni sindacali e delle realtà associative rappresentative dei giovani, osserva che l’obiettivo dell’azione del suo dicastero è quello di realizzare un sistema di sostegno ai giovani che preveda l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, a partire dalle imprese, le quali, come avviene già nel Regno Unito, potrebbero essere coinvolte, unitamente a tutti i loro soggetti fornitori, in specifici progetti di formazione di personale, che richiamano i principi della responsabilità sociale.
Rilevata, poi, l’esigenza di predisporre una rete efficiente di centri per l’impiego, che assuma una dimensione europea, ritiene necessario portare avanti un’idea di mercato del lavoro di carattere multilaterale, che faccia leva sulla dimensione anche sociale dell’Unione monetaria (come ottenuto, ad esempio, dall’Italia nell’ambito dell’ultimo Consiglio europeo), affinché gli accordi sottoscritti a tale livello non siano tesi esclusivamente ad una generalizzata riduzione dei salari (come avviene, in sostanza, nella più recente esperienza di accordi bilaterali tra Pesi europei, che hanno riguardato soprattutto le imprese tedesche), ma mirino a finalità di effettiva riqualificazione professionale. Ritiene, quindi, importante accompagnare l’attuazione del piano con l’introduzione di opportune innovazioni tecnologiche, che consentano un continuo scambio di informazioni, nonché con lo stanziamento di adeguate risorse, eventualmente attinte da fondi diversi da quelli ordinari.
Tenuto conto del quadro frammentato di soggetti titolati ad intervenire in materia e del diverso grado di efficacia registrato da territorio a territorio, invita a non perdersi in discussioni ideologiche circa le modalità di ripartizione delle competenze tra «centro» e «periferia», sottolineando piuttosto l’esigenza di procedere a un realistico censimento delle strutture territoriali dislocate sul territorio, in prospettiva di un’estensione delle buone pratiche delle strutture più efficienti. Dopo avere osservato che non avrebbe senso spostare le competenze dei servizi per l’impiego dalle province ai comuni (come avverrebbe al momento sulla base del disegno di legge presentato in materia dal Governo, punto sul quale dichiara di avere perplessità, fatta eccezione per il coinvolgimento delle città metropolitane), fa notare che l’unica centralizzazione realmente funzionale ad una puntuale definizione delle competenze territoriali sia quella di fare riferimento, semmai, ai cosiddetti «distretti», ossia a quelle aree «autoconsistenti», che motivano la propria funzionalità in base all’attivazione di politiche attive e passive di sistema; accanto a questo, ritiene che anche l’apposita struttura di missione e la 76 del creazione di una specifica banca dati, previste dal decreto-legge n. 2013, possano facilitare l’esercizio del controllo e la realizzazione delle opportune sinergie, garantendo altresì la tracciabilità delle risorse.
In ordine alle preoccupazioni espresse da taluno degli intervenuti circa la stabilità del Governo, pur rassicurando che, finché sarà Ministro, il suo impegno nella realizzazione del progetto sarà massimo, fa presente che il processo virtuoso avviato dall’Esecutivo è comunque destinato a restare in piedi, al di là della sua effettiva durata in carica, tenuto conto che le attività che verranno poste in essere entreranno a far parte dell’ordinaria amministrazione.
Fatto presente che il piano partirà concretamente il 1o gennaio 2014, osserva altresì che le attività di servizio civile sulle quali si sta riflettendo per l’attivazione della «Garanzia giovani», peraltro al momento in una fase del tutto iniziale di analisi, prevedono l’impiego di giovani presso strutture profit e non profit per periodi brevi di tirocini formativi, che consentano agli stessi giovani di ricevere una iniziale formazione professionale e di rendersi utili a livello sociale; evidenzia, altresì, come siano allo studio forme di collaborazione con il Ministero per lo sviluppo economico al fine di promuovere iniziative all’autoimprenditorialità dei giovani, ai quali fornire assistenza in termini di orientamento e sostegno.
In risposta a talune considerazioni critiche relative alla presunta inidoneità di taluni incentivi (previsti di recente dal Governo) nello stimolare l’occupazione dei giovani più preparati, fa notare che, sulla base di un apposito monitoraggio svolto, risulta, al contrario, che a beneficiare maggiormente di tali interventi siano stati i giovani in possesso di diploma di scuola superiore o di laurea. Rivendica, inoltre, l’adozione in via sperimentale di altre misure, in tema di tirocini formativi (di cui auspica l’estensione al Mezzogiorno) e di sistemi informativi, che ritiene stiano contribuendo a creare un vero e proprio network, alimentato da diversi soggetti ugualmente titolati ad intervenire, ai quali le imprese possono efficacemente rivolgersi. Ritenuto in ogni caso che il compito da svolgere sia enorme, dovendosi affrontare le problematiche occupazionali sia in termini di stock che di flussi, giudica opportuno ridurre il divario storico tra politiche passive e politiche attive, intervenendo a favore di queste ultime, al fine di affrontare adeguatamente il mismatch tra competenze richieste dalle imprese ed effettiva qualificazione dei lavoratori, pur riconoscendo che il rafforzamento delle politiche attive non può essere risolutivo delle problematiche ed essere sufficiente, di per sé, a creare lavoro.
Quanto al tema del reddito minimo, si dichiara, infine, favorevole a qualsiasi misura di inclusione attiva, che sia accompagnata da una concreta ricerca di lavoro, sottolineando come siano allo studio del Governo diverse misure al riguardo, che tuttavia non sono state inserite nell’ambito del disegno di legge di stabilità. Sotto questo profilo, auspica che le iniziative parlamentari nell’ambito dell’esame della manovra finanziaria siano in grado di portare alla luce l’esigenza di un intervento che si proponga di sostenere le classi sociali più disagiate e povere, portando l’Italia – unico Paese dell’UE insieme alla Grecia ad essere sprovvisto di uno strumento di sostegno di carattere universale – quanto meno a dimezzare la distanza che oggi numerosi cittadini hanno rispetto alla soglia di povertà. In questo senso, invita il Parlamento a valutare – ove fosse ritenuto insufficiente, sotto un profilo marginale, l’intervento sul «cuneo fiscale», che è stato finanziato per una cifra pari a 1,5 miliardi di euro – il trasferimento delle relative risorse verso un simile obiettivo.
Cesare DAMIANO, presidente, dopo avere nuovamente ringraziato il Ministro per la propria presenza alla seduta odierna, assicura che la Commissione saprà cogliere tutte le opportunità per migliorare il disegno di legge di stabilità, come peraltro già dimostrato in occasione dell’esame di recenti provvedimenti d’urgenza presentati alle Camere per la loro conversione in legge.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.
INTERROGAZIONI
Martedì 5 novembre 2013. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Jole Santelli.
La seduta comincia alle 16.
5-00588 Gregori: Verifiche sul lavoro cooperativo svolto nel territorio di Fiano Romano.
Il sottosegretario Jole SANTELLI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Monica GREGORI (PD), nel giudicare esaustiva la risposta del rappresentante del Governo, auspica che l’Esecutivo possa continuare a monitorare – anche attraverso l’attivazione delle necessarie attività ispettive, in collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico – la situazione in oggetto, partecipando attivamente al tavolo di confronto previsto per il 14 novembre prossimo, in vista dell’individuazione delle soluzioni più adeguate di contrasto ai gravi fenomeni di sfruttamento del lavoro registrati nel territorio di Fiano Romano.
5-00960 Cominardi: Sul disavanzo dell’INPS connesso all’accorpamento di altri enti previdenziali.
Il sottosegretario Jole SANTELLI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Claudio COMINARDI (M5S), nel rammaricarsi per il silenzio del rappresentante del Governo di fronte alla sua replica, che, a suo avviso, è frutto di una palese incomprensione circa le modalità di svolgimento della propria interrogazione, si dichiara completamente insoddisfatto della risposta ricevuta, che giudica parziale e lacunosa.
Ritiene infondate le considerazioni sull’equilibrio dei conti dell’INPS, evidenziando come le recenti misure in tema di assorbimento dell’INPDAP presso l’INPS abbiano contributo, al contrario, a creare un grave disavanzo finanziario di quest’ultimo, con conseguente riduzione del suo patrimonio netto. Giudica grave, peraltro, parlare di sostenibilità del sistema previdenziale, tenuto conto che essa è stata perseguita sulla pelle dei pensionati, attraverso misure di inasprimento dei requisiti previdenziali, peraltro non suscettibili di giovare alla tenuta del sistema. Auspicando la costituzione di una specifica Commissione d’inchiesta che faccia luce su tale vicenda, si augura che il Governo in futuro fornisca quantomeno risposte più convincenti sull’argomento.
Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 16.10.