RISOLUZIONI
Giovedì 21 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 13.10.
7-00625 Fedriga: Contratti a tempo determinato per talune categorie di personale del Parco nazionale dello Stelvio.
7-00636 Codurelli: Contratti a tempo determinato per talune categorie di personale del Parco nazionale dello Stelvio.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00137).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 19 luglio 2011.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che il rappresentante del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha fatto presente di non poter prendere parte ai lavori della Commissione; la presidenza ha tuttavia acquisito, dagli uffici del predetto dicastero, una documentazione che mette a disposizione dei componenti della Commissione stessa.
Ringrazia, quindi, il sottosegretario Bellotti che – sebbene il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non risulti il dicastero più direttamente competente in materia – con la sua presenza alla seduta odierna assicura alla Commissione la possibilità di proseguire la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI fa notare che il Governo ha cercato di rispondere alle sollecitazioni provenienti dalla Commissione nella scorsa seduta, sottoponendo le diverse problematiche agli uffici competenti dei diversi ministeri, tra i quali il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è investito in misura molto marginale. Comunica, peraltro, che ad esito di una prima verifica si è potuto rilevare come gli impegni previsti nelle risoluzioni in discussione presentino aspetti problematici relativamente ad eventuali inquadramenti e stabilizzazioni, che non possono non tenere conto dei vigenti vincoli di natura economica, oltre che normativa.
Per le ragioni esposte, pur dichiarando che non è in discussione l’interesse ad assicurare la funzionalità dell’ente in questione, fa presente che il Governo non è nelle condizioni di accogliere, nell’attuale versione, gli impegni contenuti negli atti di indirizzo presentati.
Maurizio FUGATTI (LNP), cofirmatario della risoluzione 7-00625 Fedriga, nel prendere atto delle precisazioni rese dal rappresentante del Governo, che richiamano prevalentemente questioni di carattere organizzativo interne ai ministeri, fa notare, tuttavia, che la problematica in oggetto rimane aperta e richiede l’adozione di misure urgenti. Fatto presente che un intervento in favore del personale del Parco non determinerebbe ulteriori oneri finanziari, atteso che alla relativa copertura provvederebbero gli stessi enti locali, giudica opportuno che la Commissione si pronunci in ogni caso sulle risoluzioni in discussione, al fine di lanciare un segnale forte di attenzione e legittimare ulteriormente l’azione dei soggetti istituzionali che saranno ritenuti competenti a intervenire.
Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) si associa alle considerazioni appena svolte dal deputato Fugatti, giudicando paradossale la situazione di stallo riguardante le assunzioni di personale presso il Parco nazionale dello Stelvio, atteso che gli enti locali interessati, pur essendo disponibili a farsi carico degli oneri finanziari dell’intervento in questione, sono impossibilitati a procedere, a causa di una interpretazione restrittiva del «patto di stabilità» attualmente vigente. Esprime, in particolare, il proprio rammarico per la posizione assunta dalla Regione Lombardia sulla vicenda, che sembrerebbe bloccare la necessaria normativa di attuazione. Ritiene, in conclusione, che, in caso di inerzia da parte dello Stato, le regioni sarebbero legittimate ad intervenire per sanare tale situazione, a tutela sia dei numerosi lavoratori coinvolti sia delle aree territoriali interessate.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle perplessità espresse dal rappresentante del Governo e della volontà pressoché unanime dei gruppi di individuare una soluzione ai problemi esistenti, prospetta l’opportunità di verificare la possibile riformulazione dei testi delle risoluzioni in discussione, impegnando il Governo a porre in essere una verifica con tutte le amministrazioni interessate alla definizione di un percorso che consenta di giungere a risultati concreti in favore del personale coinvolto.
Giuliano CAZZOLA (PdL), pur comprendendo lo spirito che anima i presentatori delle risoluzioni in discussione, invita i componenti della Commissione a prestare la necessaria attenzione alla natura degli impegni che vengono richiesti al Governo, facendo notare che il vero problema che si frappone alla proroga dei contratti in questione è segnato dal rispetto di precisi vincoli imposti da leggi dello Stato. Nel ricordare che analoghe problematiche si erano presentate anche in occasione della discussione di atti di indirizzo riguardanti la vicenda dei lavoratori somministrati impiegati presso l’INPS, auspica che la Commissione possa fare tesoro di quella esperienza, assumendo in questa occasione scelte maggiormente consapevoli e ponderate, che tengano conto dell’esistenza di taluni forti ostacoli di natura giuridica, che appaiono difficili da superare, anche a fronte di una chiara volontà politica.
Silvano MOFFA, presidente, precisa che la sua proposta precedente era proprio diretta ad evitare il prodursi di situazioni analoghe a quelle dei lavoratori in somministrazione dell’INPS, lasciando al Governo i margini per l’individuazione di soluzioni che vadano incontro agli interessi dei presentatori delle risoluzioni, anche lavorando all’interno dei vincoli del «patto di stabilità». Ritiene, pertanto, utile procedere ad una breve sospensione della seduta, per valutare l’esistenza delle condizioni per una riformulazione dei testi in discussione.
Lucia CODURELLI (PD) ritiene che la Commissione non si trovi di fronte ad una questione di natura metodologica, superabile attraverso una mera sospensione della seduta, ma debba invece riflettere sul fatto che il Governo – in questo come in altri casi simili – non sembra in grado di risolvere i problemi derivanti dal «patto di stabilità».
Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che il vincolo normativo esistente non è negoziabile con un accordo politico in Commissione, ma richiede un confronto tra amministrazioni, in esito al quale si potrebbe anche sperare di individuare le opportune soluzioni.
Lucia CODURELLI (PD) si dichiara disponibile ad accedere ad una breve sospensione della seduta, a condizione che essa sia funzionale alla creazione delle condizioni per giungere ad una efficace soluzione del problema dei lavoratori del Parco dello Stelvio.
Silvano MOFFA, presidente, non essendovi obiezioni, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 13.25, è ripresa alle 13.30.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che è stato testé presentato un testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00625 e 7-00636 (vedi allegato), che i presentatori chiedono di porre subito in votazione.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI esprime un orientamento positivo sul testo unificato delle risoluzioni in discussione, appena presentato, fermo restando che – ad avviso del Governo – la tempistica indicata negli impegni non può che riferirsi alla creazione delle condizioni per la soluzione dei problemi esistenti e che i mezzi e gli strumenti per raggiungere gli obiettivi prefissati vanno valutati con il concorso di tutte le amministrazioni coinvolte.
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL) dichiara la propria astensione nella votazione del testo unificato delle risoluzioni in discussione.
Giuliano CAZZOLA (PdL) preannuncia la propria astensione nella votazione del testo unificato delle risoluzioni in discussione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il testo unificato delle risoluzioni in discussione, che assume il numero 8-00137.
La seduta termina alle 13.35.
ATTI DEL GOVERNO
Giovedì 21 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 13.35.
Schema di decreto legislativo recante testo unico dell’apprendistato.
Atto n. 385.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame dello schema di decreto in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, avverte preliminarmente che il Presidente della Camera, nel procedere – in data odierna – all’assegnazione del provvedimento in titolo alla XI Commissione, ha trasmesso una lettera con la quale rimette alla presidenza della medesima Commissione le note intercorse con il Governo in ordine al procedimento seguito dal Governo per l’adozione dell’atto. Fa presente, inoltre, che nella riunione di ieri l’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito le modalità di esame del testo, convenendo sull’opportunità di concluderne l’iter entro la prossima settimana, atteso che il termine per l’espressione del parere verrebbe in scadenza nella seconda metà del mese di agosto; a tale proposito, peraltro, nella predetta riunione si è unanimemente stabilito di non procedere allo svolgimento di audizioni informali sull’argomento, ferma restando la possibilità, per i soggetti eventualmente interessati, di fornire alla Commissione un’eventuale documentazione scritta, che la presidenza si riserva di mettere prontamente a disposizione dei componenti della Commissione stessa.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che lo schema di decreto legislativo in esame si pone l’obiettivo di definire una nuova e organica disciplina dell’apprendistato, quale strumento privilegiato di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, facendo notare che il provvedimento attua la delega conferita dall’articolo 46 della legge 4 novembre 2010, n. 183 (cosiddetto «Collegato lavoro»), che ha riaperto i termini temporali (scaduti il 1o gennaio 2009) per l’esercizio di alcune deleghe contenute nella legge 24 dicembre 2007, n. 247; il provvedimento, inoltre, recepisce gli indirizzi condivisi da Governo, regioni e parti sociali nell’intesa del 27 ottobre 2010 (per il rilancio dell’apprendistato) e nell’intesa del 17 febbraio 2010 (contenente le linee guida per la formazione).
Rileva preliminarmente che la documentazione trasmessa alle Camere dal Governo contiene due differenti stesure del provvedimento, entrambe munite della relazione tecnica «bollinata»: la prima è la stesura originaria, come approvata dal Consiglio dei ministri e sottoposta al parere delle regioni e delle parti sociali; la seconda è la stesura risultante dalle modifiche apportate al testo originario a seguito dell’intesa in sede di Conferenza Stato-regioni (7 luglio 2011) e dell’intesa con le parti sociali (11 luglio 2011). Avverte, pertanto, che l’illustrazione del contenuto del provvedimento intende fare riferimento alla seconda stesura, nella convinzione che il Governo confermi che tale testo rappresenta l’effettiva evoluzione dello schema deliberato dal Consiglio dei ministri e che, dunque, è a tale testo che la Commissione può riferirsi per effettuare le proprie valutazioni di merito, fermo restando che il parere parlamentare sarà formalmente espresso in riferimento al testo originario.
Premesso che il provvedimento sembra finalmente superare uno dei limiti principali che si frapponevano al pieno sviluppo dell’apprendistato, poiché definisce con precisione i compiti che – nelle modalità attuative – dovranno essere svolti da regioni e province, passa ad esaminare nel dettaglio le disposizioni del provvedimento, facendo anzitutto presente che l’articolo 1 definisce l’apprendistato come un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato – articolato in tre diverse tipologie contrattuali (apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale; apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere e apprendistato di alta formazione e ricerca) – finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani. Segnala, quindi, l’articolo 2, che unifica all’interno di una sola disposizione la regolamentazione normativa, economica e previdenziale del contratto, attualmente strutturata per ciascuna delle tre tipologie contrattuali, garantendo la semplificazione dell’istituto e l’uniformità di disciplina a livello nazionale. In proposito, fa notare che il più importante elemento di novità è rappresentato dal coinvolgimento pieno delle parti sociali, attraverso il rinvio alla disciplina attuativa recata da appositi accordi interconfederali o da contratti collettivi di lavoro stipulati a livello nazionale dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale, sulla base di una serie di princìpi in parte mutuati dalla legislazione vigente e in parte innovativi (tra questi ultimi, si segnala l’estensione della forma scritta al piano formativo individuale, da definire entro 30 giorni dalla stipulazione del contratto). Specifica, quindi, che i due sistemi previsti della retribuzione dell’apprendista (sottoinquadramento o percentualizzazione) devono intendersi alternativi tra loro, mentre restano confermate le norme vigenti riguardanti altri aspetti della regolamentazione, tra cui i limiti quantitativi per le assunzioni di apprendisti e la tutela previdenziale e assicurativa.
Evidenzia che l’articolo 3 disciplina l’apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale – in sostituzione dell’apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione di cui all’articolo 48 del decreto legislativo n. 276 del 2003 – inteso alla stregua di un titolo di studio del secondo ciclo di istruzione e formazione, così come definito dal decreto legislativo n. 226 del 2005, la cui regolamentazione dei profili formativi è rimessa alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano, previo accordo in Conferenza Stato-Regioni. Tra le novità introdotte segnala la possibilità di essere assunti con tale contratto con un età minima 15 anni (per tale aspetto confermando quanto disposto dalla normativa vigente), ma non oltre il compimento dei 25 anni. Il limite massimo di durata del contratto viene elevato è di 3 anni, elevabili a 4 nel caso di diploma quadriennale regionale.
Illustra, quindi, l’articolo 4, che disciplina l’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, che sostituisce l’apprendistato professionalizzante, di cui all’articolo 49 del decreto legislativo n. 276 del 2003. Tra le novità introdotte evidenzia l’ampliamento del campo di applicazione oggettivo dell’istituto (ai settori di attività pubblici e privati), la riduzione della durata massima del contratto, da 6 a 3 anni (per la sua parte formativa), ovvero 5 anni per le figure professionali dell’artigianato individuate dalla contrattazione, la possibilità per le regioni e i sindacati dei datori di lavoro di definire le modalità per il riconoscimento della qualifica di maestro artigiano o di mestiere, l’esplicita previsione di specifiche modalità di svolgimento dell’apprendistato per le lavorazioni in cicli stagionali.
Ritiene poi necessario sottolineare che l’articolo 5 disciplina l’apprendistato di alta formazione e ricerca, che sostituisce l’apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione, di cui all’articolo 50 del decreto legislativo n. 276 del 2003. Tra le novità introdotte (oltre, appunto, alla previsione di un apposito contratto di apprendistato per la ricerca) sottolinea la rimessione alle regioni della regolamentazione e della durata dell’istituto, in accordo anche con altre istituzioni di ricerca, nonché la possibilità di assumere con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca anche i soggetti coinvolti nel praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche o per esperienze professionali.
Fa presente, quindi, che l’articolo 6 disciplina le procedure di definizione degli standard formativi e professionali. In proposito, rileva che gli standard formativi sono definiti mediante un apposito decreto interministeriale da emanare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, nel rispetto delle competenze delle regioni e delle province autonome e di quanto stabilito nella richiamata intesa Stato-regioni del 17 febbraio 2010. Evidenzia, quindi, che gli standard professionali sono definiti nei contratti collettivi nazionali di categoria o, in mancanza, attraverso intese specifiche da sottoscrivere a livello nazionale o interconfederale; viene altresì specificato che ai fini della verifica dei percorsi formativi in apprendistato professionalizzante e in apprendistato di ricerca, i profili di riferimento debbano essere legati a quelli definiti nei contratti collettivi. Osserva che, al fine di armonizzare le diverse qualifiche professionali acquisite, si prevede che il repertorio delle professioni (già istituito) presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sia predisposto sulla base dei sistemi di classificazione del personale previsti nei contratti collettivi di lavoro e (in coerenza con quanto previsto nella richiamata intesa del 17 febbraio 2010) da un apposito organismo tecnico, composto dal MIUR, dai sindacati comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e dai rappresentanti della Conferenza Stato-regioni. Infine, fa notare che si stabilisce che la certificazione delle competenze acquisite dall’apprendista venga effettuata secondo specifiche modalità definite dalle regioni e dalle province autonome. Osserva, altresì, che l’articolo 7 detta una serie di disposizioni finali, prevedendo una serie di innovazioni, tra cui segnala il rafforzamento dell’apparato ispettivo e sanzionatorio vigente e la possibilità di assumere come apprendisti i lavoratori in mobilità. Fa notare, in particolare, che per tali soggetti trovano applicazione le disposizioni in materia di licenziamenti individuali (di cui alla legge n. 15 luglio 1966, n. 604), nonché il regime contributivo agevolato di cui all’articolo 25, comma 9, della legge 23 luglio 1991, n. 223 (aliquota contributiva agevolata del 10 per cento per i primi 18 mesi) e l’incentivo di cui all’articolo 8, comma 4, della stessa legge n. 223 del 1991 (concessione di un contributo mensile, a favore del datore di lavoro che assume a tempo pieno e indeterminato i lavoratori iscritti nella lista di mobilità, pari al 50 per cento dell’indennità di mobilità che sarebbe stata corrisposta al lavoratore). Ulteriori elementi innovativi contenuti in tale articolo ritiene che si rinvengano nell’applicazione delle regolazioni vigenti – in via transitoria e non oltre 6 mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, nel caso in cui nelle regioni e nei settori di interesse la presente disciplina non sia operativa – nella definizione della disciplina del reclutamento e dell’accesso nonché nell’applicazione del contratto ai settori pubblici (ai sensi dei precedenti articoli 4 e 5, mediante un apposito DPCM, da emanare entro 12 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento in esame). Da ultimo, osserva che si prevede, tra le novità, anche il mantenimento dei benefici contributivi per un anno dalla prosecuzione del rapporto di lavoro al termine del periodo di formazione, ad esclusione dei lavoratori in mobilità.
In conclusione, considerato che lo schema di decreto legislativo in esame mira ad innovare la disciplina dell’apprendistato al fine di facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, favorendo un più efficiente raccordo tra percorsi di studio e di formazione e accesso alle professioni, nel pieno rispetto delle competenze dei diversi soggetti istituzionali e sociali, preannuncia sin d’ora l’intenzione di proporre l’espressione di un parere favorevole, ferma restando l’opportunità di valutare gli elementi che emergeranno dal dibattito.
Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una richiesta di chiarimenti di carattere preliminare, si domanda se i lavoratori in mobilità assunti come apprendisti siano da inquadrare, alla luce del nuovo regime, secondo il sistema del «sotto-inquadramento».
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, ritiene che la risposta alla questione appena posta possa considerarsi affermativa, sebbene tale fattispecie non sia esplicitamente richiamata nell’articolato.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI fa presente che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo dell’esame, anche alla luce degli elementi che emergeranno dal dibattito.
Silvano MOFFA, presidente, secondo quanto convenuto tra i gruppi, avverte che il dibattito sul provvedimento in titolo proseguirà nella prossima settimana.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.50.
COMITATO RISTRETTO
Giovedì 21 luglio 2011.
Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.50 alle 14.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 20 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.35.
Disciplina delle professioni nel settore delle scienze estetiche.
Testo unificato C. 3107 Milanato, C. 3116 Mazzocchi, C. 3133 Poli, C. 3759 Marchioni, C. 3951 Montagnoli e C. 3953 Calearo Ciman.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Fiorella CECCACCI RUBINO (PdL), relatore, osserva che la X Commissione ha richiesto l’espressione del parere di competenza sul testo unificato delle proposte di legge n. 3107 e abbinate, come risultante sulla base degli emendamenti approvati nel corso dell’esame in sede referente. Al riguardo, mette in evidenza che il provvedimento intende dettare una disciplina di principio a livello nazionale sull’attività professionale nel settore delle scienze estetiche, ampliando e coordinando le definizioni, i profili professionali, i requisiti di abilitazione professionale, le modalità di esercizio e le potestà delle regioni, a fronte della legislazione parziale e frammentaria vigente in materia. Osserva, quindi, che tale proposta normativa è sostanzialmente volta ad assicurare la tutela della concorrenza, stabilendo criteri di omogeneità dei requisiti professionali e di parità di condizioni per l’accesso da parte delle imprese e degli operatori professionali del settore al mercato, nonché a garantire la tutela dei consumatori e degli utenti favorendo adeguate condizioni di benessere della persona e di qualità della vita e assicurando la migliore offerta e fruibilità dei servizi.
Per quanto concerne i profili di più immediato interesse della XI Commissione, segnala l’articolo 3 del provvedimento, dedicato alla formazione degli operatori del settore e alla disciplina delle qualificazione professionale, ritenuta requisito indispensabile per l’esercizio di tale attività. Fa presente, in proposito, che tale articolo prevede un percorso distinto in due fasi: la prima comprende la frequenza di un percorso di formazione professionale secondo un modulo di base comune della durata di tre anni, al termine del quale, previo superamento di un apposito esame, lo studente consegue la qualifica di operatore professionale valida ai fini dell’avviamento al lavoro subordinato; la seconda fase si realizza con la frequenza di un corso di qualificazione professionale della durata di un anno, che si conclude con l’ammissione ad un esame il cui esito positivo comporta il rilascio di un diploma professionale di tecnico nel settore delle scienze estetiche, che consente l’esercizio dell’attività professionale in forma imprenditoriale. Fa altresì notare che tale percorso formativo deve essere realizzato secondo criteri di alternanza fra periodi di formazione e studio e periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, da svolgere prioritariamente presso le imprese abilitate del settore, che colleghino sistematicamente la formazione teorica con l’esperienza tecnica e pratica, secondo le norme vigenti in materia di alternanza scuola-lavoro; viene previsto, inoltre, che le competenze formative acquisite durante l’arco della vita lavorativa, registrate in un «libretto formativo del cittadino», e le stesse esperienze lavorative svolte tramite periodi di collaborazione tecnica continuativa in imprese abilitate del settore, possano essere valutate per il riconoscimento di appositi crediti formativi per la riduzione dei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Rilevata, dunque, l’assoluta validità del provvedimento, anche per quanto concerne le norme di diretto interesse della Commissione, che favoriscono un efficace percorso di apprendimento professionale, alternato tra esperienze di studio e di lavoro concreto sul campo, in vista di un più agevole incontro tra domanda e offerta sul mercato del lavoro e dell’avvio di attività di tipo autonomo, ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento positivo da parte della XI Commissione.
Formula, pertanto, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.
Elisabetta RAMPI (PD) giudica importante il provvedimento in esame, atteso che esso introduce una disciplina organica in materia, a fronte della legislazione parziale e frammentaria attualmente vigente. Valuta, altresì, favorevolmente le norme tese a valorizzare le forme di apprendimento di tali figure professionali attraverso il riconoscimento di un adeguato percorso di formazione, anche in un’ottica di tutela della concorrenza e salvaguardia dei consumatori. Preannuncia, per tali ragioni, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Silvano MOFFA, presidente, nel prendere atto che non vi sono obiezioni a procedere sin dalla seduta odierna alla deliberazione di competenza della Commissione, fa presente che il presente argomento, previsto originariamente in calendario anche per la giornata di domani, dovrà intendersi conseguentemente espunto dall’ordine del giorno della prossima seduta.
La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La seduta termina alle 14.45.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 20 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Nello Musumeci.
La seduta comincia alle 14.45.
Disposizioni per la tutela previdenziale dei medici in formazione specialistica.
C. 3361 Di Virgilio.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, osserva che la proposta di legge in esame dispone il trasferimento all’Ente nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri (E.N.P.A.M.) della tutela previdenziale dei medici in formazione specialistica. Fa notare, quindi, che il provvedimento si compone di 2 articoli: l’articolo 1, comma 1, dispone in particolare l’assoggettamento a tutela previdenziale presso l’E.N.P.A.M. dei compensi corrisposti ai titolari di contratti di formazione specialistica, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge. Segnala poi che il comma 2 prevede, conseguentemente, l’obbligo per le università presso cui operino le scuole di specializzazione, di versamento dei contributi al Fondo di previdenza generale dell’E.N.P.A.M., contestualmente alla corresponsione del trattamento economico omnicomprensivo previsto per gli specializzandi per tutta la durata legale del corso, applicando l’aliquota contributiva pro tempore vigente presso il medesimo Fondo. Sottolinea, inoltre, che l’articolo 2 prevede il trasferimento al Fondo di previdenza generale gestito dall’E.N.P.A.M. dei contributi versati, sulla base delle disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore legge, alla gestione separata INPS, previa convenzione tra gli enti previdenziali interessati da stipulare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Per quanto concerne la formulazione del testo, segnala sin d’ora, sotto il profilo del coordinamento con la normativa vigente, l’opportunità di prevedere, nel disporre il trasferimento della tutela previdenziale all’E.N.P.A.M., l’abrogazione delle disposizioni recate dall’articolo 41, comma 2, del decreto legislativo n. 368 del 1999, come modificato dall’articolo 1, comma 300, lettera c), della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che ha introdotto l’obbligo di iscrizione dei medici in formazione specialistica alla gestione separata INPS.
In conclusione, attesa l’importanza dell’intervento, che riguarda il trattamento previdenziale di migliaia di medici in formazione specialistica, auspica che sull’argomento si sviluppi un adeguato dibattito, che possa eventualmente condurre alla formulazione di un testo condiviso.
Amalia SCHIRRU (PD) ritiene opportuno svolgere approfondimenti sul provvedimento in esame, attesa la delicatezza del tema, ricordando che su tale argomento sono stati presentati anche taluni atti di sindacato ispettivo, proprio al fine di richiamare l’attenzione sulle problematiche previdenziali dei lavoratori in questione. Nel porre in evidenza la necessità di garantire ai giovani medici certezze circa le coperture contributive, alla stregua di quanto accade negli altri Paesi europei, chiede al relatore chiarimenti circa le modalità di trasferimento della tutela previdenziale all’E.N.P.A.M., questione sulla quale ritiene occorra soffermarsi con attenzione.
Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene opportuno svolgere una seria e articolata riflessione sul tema in discussione, anche attraverso lo svolgimento di un ciclo di audizioni informali con i rappresentanti degli enti previdenziali interessati, nonché valutando l’opportunità di ascoltare le organizzazioni di rappresentanza sindacale dei soggetti potenzialmente coinvolti dall’eventuale approvazione del progetto di legge in esame. Ritiene, infatti, necessario far luce circa l’effettiva utilità di un tale intervento, manifestando preoccupazione sulla circostanza che il trasferimento della tutela previdenziale all’E.N.P.A.M., pur comportando oggettivi vantaggi per i medici in ordine alla misura delle aliquote contributive, possa produrre conseguenze negative sull’entità finale dei trattamenti previdenziali.
Marialuisa GNECCHI (PD), nel citare in particolare l’esempio della gestione ENASARCO, si chiede se l’intervento in oggetto sia concretamente vantaggioso per i lavoratori in questione, paventando il rischio che essi possano essere assoggettati in futuro a una doppia contribuzione, così come avvenuto per altre categorie di lavoratori, anche a seguito dell’introduzione di talune disposizioni, da ultimo nelle recenti manovra economiche.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) giudica necessario svolgere una compiuta istruttoria sul provvedimento in esame, soprattutto con riferimento ai profili di carattere finanziario: domanda, pertanto, al relatore se abbia già preso in considerazione eventuali norme di copertura dei relativi oneri.
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, con riferimento alle diverse richieste di chiarimento formulate, giudica le misure recate dal provvedimento in esame idonee a migliorare la posizione contributiva dei giovani medici, facendo notare che tali lavoratori, già sottoposti ad una aliquota fissa e ad una variabile a seconda del tipo di attività svolta, con l’entrata in vigore di tale disciplina potrebbero beneficiare di un trattamento più favorevole in ordine alla copertura previdenziale dei periodi di specializzazione, i quali altrimenti sarebbero da riscattare presso l’INPS in termini più onerosi. Prospettata l’esigenza di offrire a tale categoria professionale un’adeguata tutela previdenziale e considerata la durata significativa di tali percorsi di specializzazione, condivide l’esigenza di svolgere un ciclo di audizioni informali sul tema, pur auspicando una sollecita conclusione dell’iter, a fronte della forte attesa nutrita dai soggetti interessati. Condivide, da ultimo, la necessità di svolgere adeguati approfondimenti circa i possibili oneri finanziari recati dal provvedimento.
Il sottosegretario Nello MUSUMECI osserva che il Governo condivide, in linea di principio, lo spirito del provvedimento in esame, ritenendo tuttavia necessario valutare con attenzione taluni suoi profili di sostenibilità finanziaria, attesa la palese «non invarianza» degli oneri: si riserva, quindi, di esporre la definitiva posizione del suo dicastero sul provvedimento, nella fase in cui saranno chiari gli esiti di un supplemento istruttorio in materia.
Silvano MOFFA, presidente, ritiene opportuno rinviare il seguito dell’esame alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo la prevista pausa estiva, al fine di mettere il Governo nelle condizioni di svolgere i necessari approfondimenti sul provvedimento, soprattutto con riferimento ai profili di natura finanziaria, fermo restando che le modalità di prosecuzione dell’iter – tra cui il possibile svolgimento di un ciclo di audizioni informali – saranno appositamente valutate in una prossima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 aprile 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella giornata di oggi proseguiranno i lavori del Comitato ristretto, nominato dalla Commissione per il seguito dell’istruttoria legislativa sulle proposte di legge in titolo. Al riguardo, comunica che – dopo l’ultima riunione dello stesso Comitato ristretto – è stata nel frattempo assegnata alla Commissione anche la proposta di legge C. 4384 Poli: poiché tale proposta verte su materia identica a quella recata dai progetti di legge di cui è già iniziato l’esame, ne è stato disposto l’abbinamento d’ufficio, ai sensi dell’articolo 77, comma 1, del Regolamento.
Fa presente, pertanto, che il Comitato ristretto, convocato immediatamente al termine della corrente seduta, potrà verificare la possibilità di definire l’unificazione dei testi in esame, ivi compreso il provvedimento appena citato.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.
COMITATO RISTRETTO
Mercoledì 20 luglio 2011.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15 alle 15.10.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 20 luglio 2011.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 19 luglio 2011.
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria sulle problematiche relative alla situazione occupazionale presso gli stabilimenti della società ThyssenKrupp.
L’audizione informale è stata svolta dalle 11.35 alle 12.25.
INTERROGAZIONI
Martedì 19 luglio 2011. – Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 13.35.
5-03554 Bellanova: Modalità di trasferimento all’INPS di personale scolastico.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Teresa BELLANOVA (PD) dichiara la sua più totale insoddisfazione per la risposta testé ricevuta, facendo notare che è inutile che il Governo manifesti la propria disponibilità, se poi essa non si traduce in iniziative concrete. Osserva, peraltro, che un analogo spirito di collaborazione, dichiarato a parole dal Governo in occasione della discussione dell’atto di indirizzo da cui scaturisce la sua interrogazione (che, peraltro, aveva visto una risoluzione approvata all’unanimità dalla XI Commissione), non ha fatto altro che complicare – a questo punto – la situazione in danno dei soggetti interessati, dal momento che molti dei lavoratori coinvolti, facendo affidamento sugli impegni assunti dall’Esecutivo, hanno rinunciato a proporre i ricorsi per far valere i propri diritti e si trovano, ora, di fronte ad un sostanziale disimpegno del dicastero competente rispetto alle promesse fatte.
In conclusione, ritiene gravissimo che a pagare le conseguenze di un conflitto in atto tra amministrazioni centrali siano i lavoratori in questione, ai quali si chiede la restituzione di ingenti somme anche nei casi in cui essi siano andati in pensione con livelli di trattamento modesti, ritenendo non accettabile che l’Esecutivo, anche a fronte di precisi impegni assunti in sede parlamentare, non abbia ancora adottato alcuna misura adeguata.
5-04948 Gatti: Offerta di figure professionali per aziende operanti in specifici comparti.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Maria Grazia GATTI (PD) si dichiara insoddisfatta della risposta, evidenziando la necessità di riconsiderare il sistema di misurazione del fabbisogno formativo delle imprese, anche incrociando le istanze di manodopera provenienti dalle aziende con i dati presenti nei database dei centri per l’impiego. Non ritiene corretto, infatti, che le stime sulle modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro si realizzino sulla base di informazioni che fanno riferimento solo al numero dei diplomati degli istituti tecnici di un dato anno, ignorando totalmente la situazione pregressa di tutti gli altri lavoratori, soprattutto se iscritti ai centri per l’impiego, che si trovano già da tempo alla ricerca di un lavoro. Ritiene poi necessario adottare misure adeguate nel settore della formazione, anche in vista di un rilancio produttivo del Paese. Con riferimento, in particolare, al recente accordo raggiunto tra le parti sociali e l’Esecutivo in ordine all’apprendistato, fa notare che il grado di formazione svolto nelle imprese con tale fattispecie contrattuale è ancora largamente insufficiente, soprattutto nei confronti di coloro che risultano alle loro prime esperienze formative. Giudica, pertanto, necessario svolgere un’approfondita riflessione sui processi relativi alla formazione professionale, al fine di introdurre un sistema più integrato che faciliti il superamento di eventuali disfunzioni.
5-05036 Bobba: Sulle risorse destinate alla formazione professionale nella Regione Puglia.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Luigi BOBBA (PD) si dichiara sorpreso dalla risposta del rappresentante del Governo, interrogandosi sul reale impiego delle somme destinate alla ristrutturazione degli enti di formazione in questione e lamentando un riscontro non propriamente adeguato da parte della Regione Puglia sull’argomento. Ritiene, pertanto, che il problema sia ancora aperto e che la risposta dell’Esecutivo sul punto dovesse essere molto meno lacunosa e inadeguata, anche mediante una più efficace attivazione di elementi di reazione da parte della Regione interessata.
Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.
SEDE REFERENTE
Martedì 19 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 14.
Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di reversibilità.
Testo unificato C. 1847 Bragantini, C. 945 D’Ippolito Vitale, C. 1158 Lamorte, C. 2140 Capitanio Santolini, C. 2767 Franzoso, C. 2782 Lorenzin, C. 2837 Guzzanti, C. 2988 Bitonci, C. 3166 Milo, C. 4010 Schirru, C. 4011 Gnecchi, C. 4016 Bobba e C. 4150 Poli.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 13 luglio 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta si è convenuto di rinviare l’esame delle proposte emendative riferite al testo unificato delle proposte di legge in titolo, adottato come testo base, in attesa della definitiva approvazione della manovra finanziaria da parte delle Camere. Comunica, a tal fine, che il relatore ha predisposto il nuovo emendamento 1.10 (vedi allegato 4), rammentando, peraltro, che il medesimo relatore, nella seduta dell’8 giugno scorso, ha già espresso i propri pareri, mentre è ancora da acquisire l’orientamento del rappresentante del Governo sul complesso delle proposte emendative presentate.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, nel ricordare i pareri già espressi sugli emendamenti già presentati, raccomanda alla Commissione l’approvazione della sua nuova proposta emendativa, facendo notare che essa mira a soddisfare le opportune esigenze di coordinamento tra le misure recate dal provvedimento in esame e le novità normative nel frattempo intervenute con la manovra economica, approvata dal Parlamento la scorsa settimana.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI chiede di rinviare nuovamente l’esame del provvedimento, in ragione dell’esigenza di svolgere ulteriori approfondimenti sul tema, alla luce delle importanti disposizioni introdotte in materia nella manovra economica, recentemente approvata dal Parlamento; tale esigenza, a suo giudizio, non può che essere riferita anche al nuovo emendamento 1.10 del relatore.
Matteo BRAGANTINI (LNP) si dichiara stupito per l’ennesimo rinvio della discussione prospettato dal Governo, tenuto conto che la proposta in esame, lungamente affrontata in Commissione, si propone di realizzare rilevanti finalità sociali, riconoscendo la maturazione del diritto pensionistico solo in presenza dei necessari requisiti anagrafici – in accordo con la tendenza previdenziale in atto, che si muove nel senso di raccordare la fruizione delle pensioni alle aspettative di vita – e prospettando un miglioramento dei livelli delle pensioni di reversibilità, alla luce dei risparmi conseguiti. Fa notare, peraltro, che la disposizione inserita nel decreto-legge n. 98 del 2011 risolve esclusivamente i problemi relativi ai matrimoni contratti dopo i 70 anni di età e interviene unicamente sull’entità delle prestazioni di reversibilità; al contrario, con il testo unificato in esame si pone una soluzione a regime per gli aventi diritto sotto i 65 anni, realizzando anche un coordinamento – attraverso il nuovo emendamento 1.10 del relatore – con la disposizione predetta.
Auspica, pertanto, che il Governo possa pronunciarsi, da subito, sul merito del provvedimento in esame.
Giuliano CAZZOLA (PdL), pur comprendendo la buona fede dei presentatori della proposta di legge in esame, oltre che dello stesso relatore, manifesta tuttavia un imbarazzo umano e politico rispetto alla prosecuzione di un dibattito che rischia di apparire inutile, a fronte delle novità legislative introdotte dal Governo nella recente manovra economica. Osserva, infatti, che le disposizioni di cui al decreto-legge n. 98 del 2011 – pur non totalmente condivisibili nel merito – hanno comunque centrato l’obiettivo di produrre i necessari effetti dissuasivi nei confronti della diffusione del fenomeno dei «matrimoni di comodo», finalità giudicata come centrale all’interno del presente provvedimento: tale circostanza, peraltro, si è realizzata con un’accettazione che sembra sostanzialmente diffusa, se è vero che nessun gruppo ha sollevato particolari obiezioni su tale argomento nel corso dell’esame, sia pur rapido, della manovra economica.
Nel giudicare poco comprensibile la previsione di ulteriori misure ingiustificatamente sanzionatorie nei confronti dei soggetti anziani prossimi alla pensione, cita, a conforto della propria tesi, taluni esempi concreti nei quali evidenzia il rischio di assumere un atteggiamento di sfavore nei confronti di tali soggetti. Reputando, pertanto, ragionevole la richiesta di approfondimento da parte del Governo, invita quest’ultimo a manifestare in modo palese quelle perplessità che sembrano trapelare dalle ormai frequenti richieste di rinvio dell’esame delle proposte emendative presentate.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, nel far notare al deputato Cazzola che i casi da lui citati ad esempio non appaiono adeguati a giustificare un atteggiamento negativo nei confronti della proposta in esame, ritiene utile proseguire l’iter di un provvedimento che, a suo avviso, non solo non si sovrapporrebbe ai recenti interventi assunti in materia dal Governo (anche grazie al suo nuovo emendamento 1.10), ma addirittura consentirebbe di superare eventuali obiezioni di incostituzionalità, nelle quali potrebbero incorrere, al contrario, le disposizioni introdotte con il decreto-legge n. 98. Giudica poi paradossale valutare il provvedimento in esame come suscettibile di incidere negativamente sulla qualità di vita degli anziani, dal momento che esso si propone esclusivamente di scongiurare il conseguimento di una pensione, a spese della collettività, da parte di soggetti giovani, ancora nelle condizioni di trovare un lavoro.
In conclusione, invita il Governo a definire in modo chiaro la propria posizione sul provvedimento, assumendosi le responsabilità di tale scelta.
Marialuisa GNECCHI (PD), pur comprendendo le perplessità dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania di fronte ad un orientamento non positivo del Governo, a seguito dell’introduzione, nella manovra economica, di disposizioni elaborate senza la necessaria concertazione con tutti gli schieramenti parlamentari (disposizioni sulle quali il suo gruppo, peraltro, ha votato in senso contrario e non ha, dunque, dimostrato alcuna forma di «accettazione»), dichiara di convenire con l’esigenza prospettata dal Governo di svolgere ulteriori riflessioni sul tema, considerati i forti elementi di criticità ancora presenti nel testo.
Nel far notare che il dibattito odierno ha evidenziato l’esistenza di profonde contraddizioni in seno alla maggioranza, esprime la necessità di affrontare l’argomento della reversibilità in termini più complessivi, affrontando anche altre priorità, come, ad esempio, il tema del livello modesto dei trattamenti previdenziali, argomento trattato dalle proposte normative presentate dal suo gruppo e non tenuto in considerazione dal relatore nell’unificazione dei testi abbinati.
Michele SCANDROGLIO (PdL), pur dichiarando di concordare, da un punto di vista che definisce «emotivo», con le finalità del testo unificato in esame, ritiene tuttavia opportuno che – a fronte delle questioni emerse – il Governo e il relatore approfondiscano ulteriormente i profili più problematici, avviando una proficua interlocuzione, anche in via informale, che consenta di superare gli eventuali elementi di criticità e di dare seguito ad una proposta normativa di indubbio rilievo sociale.
Antonino FOTI (PdL), nel riconoscere come la proposta di intervento normativo, fortemente voluta dal gruppo della Lega Nord Padania, non abbia intenti punitivi, ritiene tuttavia che l’ipotesi di un rinvio dell’esame del provvedimento consenta di soddisfare le legittime esigenze di approfondimento prospettate dal Governo, pur non precludendo un’eventuale prosecuzione dell’iter, una volta individuate le modalità più opportune per superare gli elementi di criticità ancora presenti nel testo.
Matteo BRAGANTINI (LNP) ritiene che la proposta in esame, rispetto alle misure contenute nella manovra economica, sia fondata su presupposti differenti, essendo volta ad impedire – in coerenza con le linee di tendenza previdenziali seguite dal Governo nell’allungamento delle aspettative di vita – che la pensione sia riconosciuta ingiustamente – attraverso «matrimoni di comodo» – a chi non ha ancora maturato i necessari requisiti anagrafici, pur essendo in grado di trovare una propria collocazione professionale.
Silvano MOFFA, presidente, alla luce del dibattito svolto, ritiene di non poter che registrare la permanenza di una formale richiesta di rinvio formulata dal Governo; trattandosi di affrontare un tema che – piuttosto che costituire un problema interno alla maggioranza – rappresenta un argomento di estrema delicatezza per tutti i gruppi, giudica saggio assicurare alla Commissione un ulteriore periodo di riflessione, al fine di approfondire gli aspetti più problematici del testo. Ritiene, pertanto, che l’esame delle proposte emendative presentate possa essere utilmente ripreso dopo la prevista sospensione estiva dei lavori parlamentari, fase nella quale auspica che vi possa essere anche una chiara presa di posizione di merito da parte del Governo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.30.
RISOLUZIONI
Martedì 19 luglio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 14.30.
7-00625 Fedriga: Contratti a tempo determinato per talune categorie di personale del Parco nazionale dello Stelvio.
7-00636 Codurelli: Contratti a tempo determinato per talune categorie di personale del Parco nazionale dello Stelvio.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione delle risoluzioni in titolo, rinviato nella seduta del 12 luglio 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella scorsa settimana si è avviata la discussione della risoluzione 7-00625 Fedriga e che si è successivamente convenuto di rinviare ad altra seduta il seguito della discussione. Comunica, quindi, che – facendo seguito a quanto già preannunciato dal gruppo del Partito Democratico – è stata nel frattempo presentata anche la risoluzione 7-00636 Codurelli, vertente sull’identico argomento; per tale ragione, avverte che la Commissione discuterà congiuntamente anche la citata risoluzione.
Lucia CODURELLI (PD) illustra la propria risoluzione, segnalando in particolare che le regioni interessate al governo del Parco sembrano aver affrontato la problematica in modo diverso. Si interroga, in proposito, sul motivo per il quale la Regione Lombardia si ostini a perseverare in un comportamento che appare lesivo dei diritti dei lavoratori coinvolti, invitando l’Esecutivo a fare chiarezza sulla vicenda.
Maurizio FUGATTI (LNP) torna a sollecitare l’approvazione della risoluzione 7-00625 Fedriga, di cui è cofirmatario, dichiarando di comprendere che alla base della questione in esame vi sia l’esigenza di rispettare i vincoli di bilancio imposti dalla legge, ma giudicando, al contempo, inaccettabile che una norma legislativa di carattere generale possa intervenire a regolamentare aspetti organizzativi e occupazionali che hanno rilevanza locale. Fa altresì notare che, nel caso di specie, gli enti locali interessati hanno a più riprese manifestato l’intenzione di farsi carico degli oneri economici derivanti dagli interventi in oggetto.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI fa presente che il Governo si riserva di assumere una posizione definitiva sugli atti di indirizzo in discussione in una prossima seduta, attesa le necessità di risolvere preliminarmente talune questioni connesse all’individuazione del dicastero competente in materia, che sembrerebbe essere il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, pur riguardando talune delle questioni segnalate anche il dicastero dell’economia e delle finanze.
Maurizio FUGATTI (LNP), nell’auspicare che il Governo risolva quanto prima le questioni connesse all’individuazione della competenza in materia, fa notare che non sarà facile spiegare ai lavoratori interessati che la loro posizione risulta a rischio, anche a causa di ritardi dovuti ad esigenze di riparto interno di compiti tra i vari ministeri.
Lucia CODURELLI (PD) si dichiara esterrefatta dall’atteggiamento del Governo, che giudica irresponsabile, paventando il rischio che le presunte difficoltà connesse all’individuazione del ministero competente siano soltanto un alibi utilizzato per nascondere la mancanza di volontà di risolvere il problema, a fronte di un atteggiamento della Regione Lombardia che risulta chiaramente diretto – a suo avviso – a non voler creare un precedente in materia.
Silvano MOFFA, presidente, nel dichiararsi convinto che non esista alcuna volontà dilatoria del Governo, trattandosi esclusivamente di risolvere una questione di riparto di attribuzioni tra ministeri, ritiene utile rinviare il seguito della discussione, fermo restando che per la prossima seduta, tendenzialmente da fissare per la giornata di giovedì 21 luglio, sarà richiesta la presenza di rappresentanti del dicastero dell’ambiente e della tutela del territorio e di quello del lavoro e delle politiche sociali. Dopo avere osservato che il problema principale sembra riguardare aspetti di natura finanziaria più generali, non riconducibili al comportamento di specifici enti territoriali, fa notare che, alla ripresa della discussione, nulla impedirà alla Commissione di assumere le opportune determinazioni, anche in assenza di una precisa presa di posizione da parte del Governo.
Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.45.