SEDE CONSULTIVA:
DL 72/10: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione di CO2. C. 3496 Governo (Parere alla VIII Commissione) (Esame e rinvio) … 112
SEDE REFERENTE:
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola e C. 3343 Santagata (Esame e rinvio) … 114
SEDE CONSULTIVA
Martedì 15 giugno 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.10.
DL 72/10: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione di CO2.
C. 3496 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che il relatore, a causa di un imprevisto impedimento di natura personale, non è nelle condizioni di partecipare alla seduta odierna: per tale ragione, fa presente che svolgerà personalmente la relazione introduttiva, in luogo dello stesso relatore. Osserva, quindi, che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla VIII Commissione sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 20 maggio 2010, n. 72, facendo notare che il provvedimento in esame si compone di 2 articoli, oltre quello che reca la consueta norma di entrata in vigore: l’articolo 1 contiene due proroghe dei termini, una per la presentazione del MUD (modello unico di dichiarazione ambientale) relativo all’anno 2009, l’altra per il versamento dei premi assicurativi all’INAIL da parte delle imprese di autotrasporto di merci in conto terzi; l’articolo 2 detta misure per l’assegnazione gratuita di quote di emissione di CO2 ai nuovi impianti entrati in esercizio.
Al fine di chiarire il significato delle due disposizioni che, pur non riguardando materie di competenza della XI Commissione, sono alla base dell’emanazione del decreto-legge da parte del Governo, ricorda quindi che la proroga della presentazione del MUD (ossia del modello unico che consente l’adempimento contemporaneo e contestuale di tutti gli obblighi di dichiarazione, comunicazione, denuncia o notifica previsti dalle disposizioni di legge vigenti in materia ambientale e sanitaria posti a carico di soggetti sia privati che pubblici) è stata fortemente voluta dagli operatori del settore, che hanno segnalato l’esigenza di poter disporre di termini idonei ad adeguarsi alle nuove norme che hanno semplificato, di recente, la predisposizione del MUD stesso. Rammenta, inoltre, che la disposizione relativa all’assegnazione di quote di emissione di CO2 è diretta a garantire l’attribuzione gratuita di tali quote ad impianti entrati di recente in esercizio, i quali – essendo rimasti esclusi dalla riserva di quote che le normative statale ed europea assicurano ai cosiddetti «nuovi entranti» (per l’appunto, i nuovi impianti in esercizio) – sarebbero costretti ad acquistare le quote sul mercato, con conseguenze molto pesanti sull’equilibrio economico-finanziario, soprattutto delle piccole e medie imprese, e sul mercato dell’energia elettrica, con il rischio che tali oneri aggiuntivi si scarichino sui prezzi finali dell’energia stessa.
Passando, quindi, agli ambiti di competenza della XI Commissione, ritiene utile soffermarsi sul comma 2 dell’articolo 1 del provvedimento in esame, facendo notare che tale disposizione prevede, per l’anno 2010, l’ulteriore proroga al 16 giugno 2010 del termine per il versamento dei premi assicurativi all’INAIL da parte delle imprese di autotrasporto di merci in conto terzi, di cui all’articolo 55, comma 5, della legge n. 144 del 1999; tale termine era stato già prorogato al 16 aprile 2010 dall’articolo 5, comma 7-septies, del decreto-legge n. 194 del 2009. Sottolinea, dunque, che tale proroga si è resa necessaria in quanto non risulta ancora ultimato il procedimento di adozione del DPCM di attuazione di una apposita disposizione della legge finanziaria per il 2010, che ha previsto una riduzione dei premi assicurativi per le aziende di autotrasporto di merci in conto terzi. Segnala che lo stesso comma 2 dell’articolo 1 dispone, altresì, la non applicazione di sanzioni nei confronti di quelle imprese che, nelle more dell’entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento in esame, non abbiano provveduto al pagamento dei richiamati premi entro il termine del 16 giugno, ovvero abbiano corrisposto somme inferiori a quelle dovute: tali imprese sono considerate, pertanto, in regola sotto il profilo assicurativo.
Fa notare, peraltro, che su tale disposizione il Comitato per la legislazione ha formulato specifici rilievi in ordine alla chiarezza del testo, osservando che dal tenore letterale della norma sembrerebbe potersi evincere che le imprese di autotrasporto di merci in conto terzi abbiano tempo per effettuare il versamento fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione (il giorno successivo alla sua pubblicazione) e non solo fino al 16 giugno 2010, che invece sembrerebbe costituire l’intento della disposizione medesima; al fine di evitare incertezze interpretative, il Comitato suggerisce, dunque, di valutare l’opportunità di stabilire un termine preciso per l’adempimento dell’obbligo di versamento, che scada successivamente al termine costituzionale di sessanta giorni per la conversione in legge del decreto-legge.
Per le ragioni esposte, avverte che il relatore, preso atto del contenuto delle disposizioni di più diretto interesse della XI Commissione, ha preannunciato l’intenzione di formulare una proposta di parere favorevole, attendendo tuttavia di verificare gli elementi che emergeranno dal dibattito e le eventuali novità che potranno derivare dall’esame degli emendamenti presso la Commissione di merito, che potrebbe apportare anche talune modifiche e integrazioni al testo medesimo.
Gaetano PORCINO (IdV) giudica ragionevole e di buon senso la relazione appena svolta, soprattutto laddove si sottolinea l’esigenza di stabilire termini certi in ordine all’adempimento dell’obbligo di versamento dei premi assicurativi indicati nel provvedimento in esame.
Elisabetta RAMPI (PD), preso atto della relazione svolta, avverte che il suo gruppo si riserva di pronunciarsi sul merito del provvedimento nella seduta già fissata per domani, anche al fine di svolgere ulteriori approfondimenti sull’argomento. Pur riconoscendo che si tratta di una materia non rientrante nelle specifiche competenze della XI Commissione, preannuncia, in particolare, l’esigenza di chiarire la portata dell’articolo 2 del decreto-legge in esame, che rischia di trasformarsi in una sorta di indiscriminata autorizzazione all’inquinamento atmosferico su tutto il territorio nazionale.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.20.
SEDE REFERENTE
Martedì 15 giugno 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.20.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola e C. 3343 Santagata.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame dei provvedimenti in titolo.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, fa notare che le proposte di legge in esame introducono norme volte a incentivare la permanenza volontaria in servizio oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia dei lavoratori del settore privato. Al riguardo, intende preliminarmente ricordare che l’articolo 16 del decreto legislativo n. 503 del 1992 ha riconosciuto la possibilità per i dipendenti pubblici di permanere in servizio (cosiddetto «trattenimento in servizio») per un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo: tale possibilità era inizialmente configurata come un diritto soggettivo, in quanto la scelta era rimessa all’esclusiva volontà del dipendente e l’amministrazione non poteva opporsi; successivamente, è tuttavia intervenuto l’articolo 72 del decreto-legge n. 112 del 2008, che ha rimesso alla valutazione dell’amministrazione di appartenenza, in base alle proprie esigenze organizzative e funzionali, l’accoglimento della richiesta in relazione alla particolare esperienza acquisita dal richiedente in determinati o specifici ambiti ed in funzione dell’efficiente andamento dei servizi. Osserva, quindi, che la prosecuzione dell’attività lavorativa oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia è disciplinata in termini diversi nel settore privato: al raggiungimento dell’età per il collocamento al riposo, infatti, il rapporto di lavoro non cessa automaticamente, in quanto il lavoratore può, con il consenso del datore di lavoro e fino a quando esso permane, proseguire nella propria attività; il datore di lavoro, infatti, secondo quanto previsto dall’articolo 4 della legge 11 maggio 1990, n. 108, può – una volta che il lavoratore abbia raggiunto il limite di età per il pensionamento di vecchiaia – avvalersi della possibilità di recedere ad nutum dal rapporto di lavoro.
Sottolinea che le proposte di legge in esame sono volte, pertanto, sulla scorta dell’esperienza maturata nel settore pubblico, a riconoscere anche ai lavoratori privati la facoltà di optare per la prosecuzione dell’attività lavorativa, prevedendo delle agevolazioni a favore sia del lavoratore che del datore di lavoro. Alla luce di tali finalità, fornisce, dunque, una sintetica descrizione del contenuto dei due provvedimenti, rilevando anzitutto che la proposta di legge C. 2671 (Cazzola e altri) introduce una disciplina di carattere sperimentale per tre anni: l’articolo 1 novella l’articolo 4 del decreto-legge n. 108 del 1990, introducendovi tre nuovi commi (2-bis, 2-ter e 2-quater). Fa presente che il comma 2-bis prevede, per i lavoratori dipendenti del settore privato che maturino i requisiti per il trattamento di vecchiaia tra il 1o gennaio 2010 e il 31 dicembre 2012, la facoltà di optare per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia, dandone preavviso al datore di lavoro entro sei mesi dalla data prevista per il pensionamento di vecchiaia, mentre il comma 2-ter prevede una riduzione di due terzi degli obblighi contributivi relativi all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, nonché alle forme sostitutive della medesima, nel corso dell’attività lavorativa prestata successivamente al raggiungimento dei requisiti anagrafici per il pensionamento di vecchiaia. Per quanto concerne il successivo trattamento pensionistico, osserva che la richiamata disposizione prevede che esso dovrà essere equivalente a quello che sarebbe spettato se non fosse stata esercitata l’opzione per la prosecuzione del rapporto, con la sola aggiunta di quanto spettante a titolo di perequazione automatica relativamente al periodo di prosecuzione del rapporto; al lavoratore spetta, inoltre, una pensione supplementare corrispondente al calcolo dei contributi ridotti versati nel periodo di prosecuzione del rapporto. Si sofferma, quindi, sul comma 2-quater, che prevede che – nel caso di esercizio dell’opzione e di conseguente prosecuzione dell’attività lavorativa oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia – il datore di lavoro possa procedere comunque alla risoluzione del rapporto di lavoro, previo preavviso, mediante corresponsione al lavoratore, in aggiunta al trattamento di fine rapporto, di un’ulteriore indennità pari a un quarto di mensilità dell’ultima retribuzione lorda per ogni anno di anzianità di servizio, fino a un massimo di due mensilità; tale indennità non è dovuta in caso di risoluzione del rapporto di lavoro dopo il compimento del secondo anno successivo alla scadenza del termine originariamente previsto per il pensionamento di vecchiaia del dipendente. Ribadisce, poi, che l’articolo 2 prevede che la nuova disciplina introdotta dall’articolo 1 abbia carattere sperimentale per tre anni: a tal fine, entro il primo trimestre di ciascun anno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali trasmette al Parlamento una relazione sugli effetti economici e sociali derivanti dell’applicazione delle nuove norme.
Illustra, quindi, il contenuto della proposta di legge C. 3343 (Santagata e altri), la quale prevede, all’articolo 1, che i lavoratori dipendenti privati, al raggiungimento del diritto alla pensione, possano optare per una specifica forma incentivata di permanenza al lavoro e che, per la prosecuzione del rapporto di lavoro e il contestuale rinvio del trattamento pensionistico, sia necessaria una apposita domanda, sottoscritta dal lavoratore e dal datore di lavoro, da inoltrare all’INPS entro il mese successivo alla domanda di pensione; tale permanenza incentivata al lavoro può avere una durata massima di tre anni e non può comunque riguardare i lavori usuranti. Rileva, poi, che l’articolo 2 prevede come incentivi alla permanenza al lavoro la riduzione dei contributi previdenziali nella misura del 60 per cento (e la loro messa a carico del datore di lavoro) e il diritto per il lavoratore a fruire di una pensione pari a quanto risultante dal calcolo pensionistico alla data di presentazione della domanda di pensione aumentata del 5 per cento per ciascun anno aggiuntivo di permanenza al lavoro. Segnala, quindi, che l’articolo 3 stabilisce che i risparmi derivanti dall’attuazione delle nuove disposizioni, accertate dagli istituti previdenziali, siano ripartiti annualmente, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, d’intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni, tra le regioni, al fine di finanziare borse di studio per la continuazione degli studi oltre l’obbligo formativo.
In conclusione, attesa l’importanza della tematica oggetto delle proposte di legge in esame, auspica che su di esse si sviluppi un ampio dibattito, con l’obiettivo di pervenire in tempi brevi alla possibile redazione di un testo unificato.
Marialuisa GNECCHI (PD), nell’esprimere soddisfazione per l’avvio dell’esame delle proposte di legge in titolo, che mirano a favorire – pur con talune differenze – la prosecuzione volontaria del rapporto di lavoro nel settore privato oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia, anche in prospettiva di un complessivo incremento dei trattamenti previdenziali, ritiene opportuno svolgere una riflessione più ampia sul delicato argomento delle pensioni, concentrando l’attenzione, in particolare, su coloro che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica in atto. In proposito, fa notare che il Governo in carica, anche alla luce della manovra economica di recente adottata e al momento all’esame del Senato, sembra preoccuparsi esclusivamente di posticipare l’uscita dal lavoro dei dipendenti pubblici e di limitarne i diritti previdenziali, ignorando la drammatica vicenda occupazionale di coloro che non hanno alcuna possibilità di scegliere se continuare o meno la propria attività lavorativa.
Auspica, comunque, che sugli importanti progetti di legge in esame, che affrontano una specifica questione pensionistica relativa al settore privato, possa svolgersi un lavoro costruttivo, anche in vista dell’elaborazione di un testo condiviso.
Giuliano CAZZOLA (PdL), nel ricordare che la sua proposta di legge – definita grazie alla spinta propulsiva di taluni esponenti storici del Partito Radicale – è stata presentata, in un identico testo, anche all’attenzione dell’altro ramo del Parlamento, fa notare che essa mira a favorire la prosecuzione volontaria del rapporto di lavoro nel settore privato oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia, secondo modalità più flessibili rispetto a quanto proposto da precedenti interventi riformatori attuati in un recente passato (quale, ad esempio, il cosiddetto «bonus Maroni»). Fa presente, infatti, che l’intervento in questione riconosce ai lavoratori privati la facoltà di optare per la prosecuzione dell’attività lavorativa, lasciando al datore di lavoro la possibilità di procedere comunque alla risoluzione del rapporto, dietro il versamento di un’indennità: in tal modo, lungi dal riconoscere un diritto soggettivo al lavoratore, si introdurrebbe una fattispecie – di natura sperimentale – di prosecuzione del rapporto di lavoro, subordinata al consenso di entrambe le parti, alla quale si riconnetterebbero specifiche agevolazioni contributive e previdenziali. A suo giudizio, la soluzione transitoria e sperimentale ivi prevista, anche alla luce delle recenti innovazioni legislative che hanno posto in relazione il collocamento a riposo con le aspettative di vita, sembrerebbe pertanto suscettibile di «testare» la naturale propensione dei lavoratori a proseguire l’attività lavorativa, permettendo di operare una valutazione più completa sulle prospettive a medio termine del sistema previdenziale italiano e preparando la strada alle riforme pensionistiche già predisposte in materia.
Auspica, in conclusione, che sull’argomento possa svolgersi un’approfondita analisi e che si possano acquisire i necessari elementi istruttori, anche con lo svolgimento di audizioni dei soggetti interessati e mediante contatti con i competenti enti previdenziali, in vista della possibile elaborazione di un testo condiviso tra i gruppi.
Gaetano PORCINO (IdV), alla luce delle rilevanti differenze di impostazione tra i due provvedimenti, che giudica evidenti dopo una prima lettura dei testi, auspica che la Commissione giunga quanto prima alla definizione di un testo unificato, sul quale sarà poi possibile, a suo avviso, aprire un confronto anche con i soggetti esterni.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), preso atto del dibattito sinora svolto, ritiene utile in questa fase limitarsi a ribadire la validità di una misura quale il cosiddetto «bonus Maroni», ricordando come essa abbia rappresentato una buona esperienza in materia: preannuncia, quindi, che il suo gruppo si riserva di presentare in tempi brevi una propria proposta di legge sull’argomento, che auspica possa essere abbinata ai provvedimenti in esame.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, considerata la delicatezza dell’argomento in questione, prospetta l’opportunità di dedicare un’ulteriore seduta al dibattito di carattere generale, anche al fine di acquisire l’orientamento del Governo e attendere l’eventuale presentazione dell’ulteriore proposta di legge preannunciata dal rappresentante del gruppo Lega Nord Padania. Ritiene, infatti, che la decisione circa lo svolgimento di audizioni informali possa essere demandata ad una prossima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, da concordare dopo la conclusione del dibattito di carattere generale.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.45.
SEDE REFERENTE:
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio. C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone (Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto) … 153
SEDE CONSULTIVA:
DL 72/10: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione di CO2. C. 3496 Governo (Parere alla VIII Commissione) (Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole) … 159
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
ERRATA CORRIGE … 160
SEDE REFERENTE
Mercoledì 16 giugno 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.30.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone.
(Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).
La Commissione prosegue l’esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 9 giugno 2010.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, ricorda che nella precedente seduta ha avuto inizio l’esame dei provvedimenti in titolo, con lo svolgimento della relazione introduttiva. Comunica, quindi, che nella riunione dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 9 giugno, si è convenuto di svolgere oggi un dibattito di carattere generale sui predetti progetti di legge, al termine del quale appare utile procedere alla nomina di un Comitato ristretto, anche al fine di verificare la possibile definizione di un testo unificato, risultando più opportuno che un eventuale ciclo di audizioni informali dei soggetti interessati sia effettuato con riferimento ad un testo già istruito e possibilmente condiviso tra i gruppi.
Fa presente, infine, che il rappresentante del competente dicastero – impossibilitato a partecipare alla seduta odierna per un improrogabile impegno di natura istituzionale – ha reso nota, per le vie brevi, l’intenzione del Governo di esporre il proprio orientamento una volta conclusa la fase istruttoria e definito, quindi, un testo unificato delle proposte di legge in titolo.
Alessia Maria MOSCA (PD) si augura anzitutto di poter raggiungere un’intesa tra i gruppi per la definizione di un testo condiviso, atteso che le norme comprese nei diversi testi non differiscono tra di loro in maniera particolarmente sensibile e non sembrano creare, pertanto, grossi ostacoli.
Intende, quindi, fornire alcune precisazioni sul provvedimento a sua prima firma, in modo che esse possano rappresentare un utile elemento di chiarimento in vista del lavoro del Comitato ristretto, che la Commissione si ripromette di nominare. In primo luogo, ritiene che le voci di dissenso, che si sono levate in questi giorni sulla cruciale questione dei congedi obbligatori di paternità, non abbiano colto il senso dell’intervento normativo, che è rappresentato da una astensione obbligatoria dal lavoro in favore del padre, pari a soli quattro giorni da usufruire nell’arco dei primi tre mesi di vita del figlio: si tratta, a suo avviso, di una misura che – oltre a rappresentare un segnale culturale importante per il sostegno alla paternità – potrebbe dare un aiuto, anche psicologico, alla madre e comporterebbe un aggravio molto limitato per gli stessi datori di lavoro. Fa notare, inoltre, che l’intervento avrebbe costi economici estremamente ridotti e non sarebbe in grado di compromettere in alcun modo – come invece molte voci critiche hanno tentato di sostenere in questi giorni – la carriera lavorativa del padre.
Passando poi alle altre disposizioni contenute nelle proposte di legge in esame, dichiara la disponibilità del suo gruppo a valutare le norme da mantenere all’interno del futuro testo unificato, che il relatore ha prospettato di redigere, anche favorendo le misure in tema di conciliazione e di condivisione delle responsabilità all’interno della famiglia. Ritiene, infatti, che l’intervento normativo in discussione, pur non avendo l’ambizione di risolvere tutti i problemi connessi alla presenza delle donne nel mercato del lavoro, possa comunque rappresentare un importante passo in avanti sotto numerosi punti di vista.
Giovanni PALADINI (IdV), intervenendo per una precisazione relativa all’iter dei provvedimenti in titolo, avverte che il suo gruppo ha presentato, su analogo argomento, la proposta di legge n. 3534, a prima firma del deputato Donadi, della quale prospetta, pertanto, l’abbinamento.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, assicura che la proposta di legge richiamata dal deputato Paladini sarà abbinata non appena assegnata alla Commissione.
Lucia CODURELLI (PD) ritiene che le proposte di legge in esame rappresentino un segnale di sfida culturale al Paese, nel segno di un’apertura verso la promozione delle politiche di sostegno alla genitorialità e la condivisione delle responsabilità dei genitori: tali interventi, pertanto, si muovono lungo una direzione di maggiore tutela del lavoro femminile e delle pari opportunità, avviando la soluzione di questioni dirimenti per il rilancio economico dell’intero Paese. Giudica scorrette le polemiche alimentate da taluni esponenti politici – riprese, peraltro, dagli organi di informazione – in ordine ai provvedimenti in questione, osservando che simili comportamenti indicano chiaramente chi sta dalla parte delle pari opportunità e chi, invece, preferisce arenarsi su posizioni maschiliste e discriminatorie. Al fine di confermare la validità degli interventi in oggetto, ricorda che taluni soggetti auditi dalla Commissione, in occasione della discussione dello schema di decreto di recepimento della direttiva comunitaria in materia di pari opportunità, hanno prospettato soluzioni normative analoghe a quelle previste dai provvedimenti in discussione, convenendo sull’opportunità di coinvolgere anche gli uomini nell’attività di assistenza familiare.
Considerato il poco frequente ricorso ai congedi parentali facoltativi – peraltro determinato, a suo avviso, da una sorta di «ostracismo culturale» diffuso presso i datori di lavoro – giudica importante la previsione di un obbligo di astensione del padre entro i primi tre mesi dalla nascita del figlio, disposizione che considera dal significativo valore simbolico, in vista del riconoscimento del diritto-dovere di entrambi i genitori di seguire la crescita dei propri figli, nel segno di una ritrovata armonia familiare.
In conclusione, auspica che i provvedimenti in esame possano contribuire a segnare l’inizio di un cambiamento di mentalità e di costumi, al fine di a migliorare la condizione delle donne nel lavoro e nella società.
Giuliano CAZZOLA (PdL), pur rendendosi conto di sostenere una posizione chiaramente «controcorrente», ritiene doveroso segnalare le palesi incongruenze (soprattutto di ordine finanziario) contenute nei testi in esame, così come avvenuto in occasione della discussione di provvedimenti recentemente esaminati dalla Commissione e successivamente approvati dall’Assemblea anche grazie alle proposte di modifica da lui già indicate nel corso del dibattito.
Nel dichiararsi «sconvolto», sotto il profilo culturale, dinanzi alla pretesa di taluni deputati di modificare i costumi e gli orientamenti della società facendo affidamento sulla sola forza della legge, fa notare che le proposte normative in esame, ampliando l’ambito di applicazione dei permessi esistenti e introducendo nuove fattispecie obbligatorie di congedo a favore dei lavoratori, non sembrano contenere misure in grado di garantire dal rischio di eventuali, future, forme di abuso nell’utilizzo di tali istituti. Ritiene altresì che i testi in esame, prevedendo un aumento delle indennità riconosciute in corrispondenza dei periodi di astensione obbligatoria e disponendo un generale allungamento dei termini di utilizzo, nonché un affievolimento dei requisiti per accedervi, contribuiscano ad incrementare il costo del lavoro, ponendo rilevanti questioni di ordine finanziario, con cui – prima o poi – inevitabilmente bisognerà fare i conti.
Da ultimo, esprime forti perplessità sull’articolo 1 della proposta di legge C. 3023 – proposta che dichiara ironicamente di aver sottoscritto «a malincuore», non essendo riuscito a resistere alla forte capacità di persuasione delle presentatrici – che, riconoscendo uno sgravio contributivo in favore del datore di lavoro in caso di conferma, anche part-time, del lavoratore che ha sostituito le madri o i padri in congedo, configura una vera e propria ipotesi di «imponibile di manodopera», verso la quale esprime la sua totale contrarietà.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel riservarsi di illustrare la posizione del suo gruppo sulle proposte di legge in esame nell’ambito della successiva attività istruttoria, intende in questa fase limitarsi a porre talune questioni problematiche. In primo luogo, paventa il rischio che l’approccio di alcune parlamentari all’argomento all’ordine del giorno sia condizionato dal presupposto che l’unica forma di appagamento degli individui sia rinvenibile nell’ambito della carriera lavorativa, mentre, a suo giudizio, è importante ribadire che l’appagamento sociale può derivare anche dalla nascita e dalla cura di un figlio. Ritiene, inoltre, che la previsione di un congedo obbligatorio di paternità limitato a soli quattro giorni non costituisca un efficace rimedio ai problemi esistenti: per un verso, infatti, sarebbe più serio aumentare, almeno sino ad un mese, la durata di tale congedo, in modo da renderlo effettivamente utile; per altro verso, potrebbe non avere alcun senso rendere obbligatoria quella che, ad oggi, è solo una scelta facoltativa, se non esiste anche una reale volontà del padre di ricorrere ai benefici di legge.
Per le ragioni esposte, invita la Commissione a concentrarsi su proposte concretamente utili e praticabili, che aiutino a risolvere le principali problematiche esistenti.
Maria Grazia GATTI (PD), alla luce di taluni degli interventi sinora svolti, si domanda anzitutto se il Parlamento possa ancora continuare a discutere i provvedimenti legislativi che recano oneri, considerato che il problema dei costi viene continuamente sollevato dai gruppi di maggioranza, per evitare che importanti misure normative siano portate con serietà all’attenzione dell’Assemblea. Nel rilevare, quindi, con preoccupazione che è in atto un chiaro tentativo di svuotare le funzioni legislative delle Commissioni permanenti, esprime perplessità anche in ordine ad un tipo di approccio ai diversi argomenti all’ordine del giorno, che sembra voler spostare verso motivazioni di natura culturale le difficoltà di individuare soluzioni di fronte a problemi complessi, quale quello in esame.
Quanto al merito dei provvedimenti in titolo, invita poi la Commissione ad affrontare anche il problema dei lavoratori e delle lavoratrici con contratti atipici, nonché quello dell’elevazione dell’età pensionabile delle donne, verificando la possibilità di definire misure che introducano forme di contribuzione figurativa per le donne con figli o che assicurino idonee modalità in grado di favorire il rientro delle donne nell’attività lavorativa.
Barbara SALTAMARTINI (PdL) si augura, innanzitutto, che alla base del sostegno di altri deputati alla sua proposta normativa vi sia stata esclusivamente la maturazione di un convincimento di merito circa la validità degli interventi da essa previsti, escludendo di aver svolto qualsiasi attività di persuasione nei confronti di chi ha prestato, volontariamente, la propria adesione.
Passando al contenuto degli interventi in oggetto, osserva che in un periodo di crisi economica, la sua proposta di legge mira a lanciare un messaggio di cambiamento al Paese, al fine di modificare i rigidi schemi sociali esistenti, che tendono ad «ingabbiare» le donne e gli uomini in ruoli precostituiti, uscendo da una logica di antagonismo di genere. Si propone, in sostanza, un intervento a favore della famiglia intesa in senso esteso, che si fonda sul principio fondamentale delle pari responsabilità genitoriali. Pur riconoscendo che nessun provvedimento legislativo può assumere natura «miracolistica», ritiene che la legge sia comunque un utile strumento nelle mani del Parlamento, che, se utilizzato correttamente come in questo e in altri casi (cita, ad esempio, la legge sulle consigliere di parità), può favorire l’avvio di positivi processi nella società. Nel prendere atto delle considerazioni espresse dal deputato Cazzola in ordine all’onerosità di talune delle disposizioni in oggetto, si dichiara disponibile a confrontarsi su eventuali proposte di modifica del testo, in vista di un tendenziale ridimensionamento dei richiamati costi del lavoro, ricordando, tuttavia, che molti degli interventi previsti nel suo provvedimento non prevedono alcun impegno di spesa.
In conclusione, dichiarando che la sua proposta normativa non ha la pretesa di risolvere tutte le problematiche connesse alle politiche di genere, ritiene che il provvedimento in esame rappresenti un primo passo lungo la difficoltosa strada che conduce al miglioramento delle condizioni sociali del Paese.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, intende ringraziare i deputati sinora intervenuti nel dibattito per la disponibilità a ragionare, nel seguito dell’attività istruttoria, sulla possibile semplificazione dei testi normativi in esame, assicurando che sarà compiuto ogni possibile sforzo per individuare le più opportune soluzioni rispetto al complesso delle questioni emerse, anche alla luce del quadro economico-finanziario esistente.
Marialuisa GNECCHI (PD), con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Fedriga, fa notare che non è tanto in discussione il «valore ontologico» e il significato più profondo della maternità, quanto piuttosto la pesante condizione delle donne nei diversi contesti lavorativi, nonché l’evidente squilibrio – a danno delle stesse – attualmente esistente nella ripartizione dei lavori di cura ed assistenza ai figli, suscettibile di creare nocumento alla loro carriera professionale. Rivolgendosi poi al deputato Cazzola, fa notare che la legge rappresenta uno strumento indispensabile in grado di legittimare e attribuire valore sociale a costumi e attitudini culturali già in atto nella società, come avvenuto, ad esempio, in occasione dell’applicazione della legge n. 104, in materia di disabilità.
Ritiene poi di grande valore simbolico la disposizione – contenuta in diverse proposte di legge in esame – relativa all’obbligo di astensione obbligatoria dei lavoratori padri: essa, a suo avviso, ponendo a carico del datore di lavoro l’onere contributivo conseguente, mira a creare un contesto di maggiore competizione di genere, dal momento che anche l’assunzione di un uomo potrà essere percepita come suscettibile di determinare un certo onere, seppur molto limitato e circoscritto.
Donella MATTESINI (PD) osserva che la tendenza dei gruppi di maggioranza sembra quella di limitarsi ad esaminare questioni caratterizzate da una sostanziale «neutralità» degli oneri finanziari, ignorando sistematicamente che, accanto ai costi economici, vi sono anche i costi sociali, che derivano, ad esempio, da scelte legislative inique, dirette a lasciare le donne isolate all’interno della società. Constatata la ritrosia dei datori di lavoro a concedere i periodi di congedo facoltativi, dichiara altresì di condividere le disposizioni dei diversi provvedimenti che prevedono un periodo di quattro giorni continuativi di congedo obbligatorio per i padri – margine temporale che ritiene, peraltro, opportuno estendere – entro i primi tre mesi dalla nascita del figlio, giudicate in linea con le tendenze comunitarie in materia. Ritiene, infatti, che una norma di tale portata, rafforzata dalla sua natura obbligatoria, possa contribuire alla diffusione di «buone prassi» nel campo delle pari opportunità, ponendo al centro dell’attenzione soprattutto i figli, intorno ai quali ruota il diritto-dovere di entrambi i genitori di educazione ed assistenza.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, considerato che la VIII Commissione è in attesa del parere della XI Commissione sul decreto-legge n. 72 del 2010 e preso atto che vi sono ancora diversi deputati iscritti a parlare nel dibattito di carattere generale in sede referente, propone di sospendere brevemente la seduta, per passare allo svolgimento della prevista seduta in sede consultiva, al termine della quale potrà riprendere la discussione dei provvedimenti in titolo.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 15.10, è ripresa alle 15.25.
Luigi BOBBA (PD) ritiene che le considerazioni espresse in precedenza dal deputato Fedriga, pur condivisibili in linea di principio, rischino di apparire retoriche e demagogiche, se disgiunte da un’analisi attenta della concreta situazione occupazionale delle donne, che evoca necessariamente la necessità di rimuovere quegli ostacoli concreti che impediscono l’avvio di processi di pari opportunità sul versante delle retribuzioni e dell’utilizzazione dei permessi. Al riguardo, a differenza di quanto dichiarato da alcuni eminenti esponenti della maggioranza, ritiene che la legge possa svolgere un importante ruolo pedagogico, indirizzando i comportamenti verso un giusto riconoscimento delle pari responsabilità genitoriali.
Gaetano PORCINO (IdV), pur ritenendo che i provvedimenti in esame siano utili e di buon senso, dichiara di non poter essere in disaccordo con taluni dei deputati sinora intervenuti nel dibattito, segnalando in particolare l’opportunità di giungere all’approvazione di una legge che rechi reali benefici e non soltanto elementi di principio. Invita, altresì, la Commissione a prestare una forte attenzione al rischio di un abuso nell’applicazione di alcune delle norme in questione, evitando di creare le condizioni per un utilizzo distorto della normativa, come accaduto in relazione a taluni casi di attuazione della legislazione sulla maternità venuti alla luce, anche di recente, soprattutto in alcune aree del Mezzogiorno.
Giovanni PALADINI (IdV) preannuncia l’impegno del suo gruppo nella successiva fase istruttoria, nel cui ambito occorrerà affrontare anche le problematiche relative agli sgravi contributivi e alle forme pensionistiche complementari, concentrandosi altresì sulla normativa in materia di permessi retribuiti e di astensione facoltativa dal lavoro da parte dei genitori. Pur riconoscendo il rischio di un approccio meramente culturale alla materia, giudica comunque essenziale che il Parlamento elabori anche un provvedimento normativo su numerosi dei problemi sinora emersi, anche prevedendo – se necessario – un inasprimento del sistema dei controlli, diretto a prevenire e combattere gli abusi.
Infine, auspica che l’intervento legislativo in corso sia in grado di recare un effettivo contributo in favore delle famiglie, segnalando anche l’esigenza di dare attuazione alla importante sentenza della Corte costituzionale n. 104 del 2003.
Ivano MIGLIOLI (PD) ritiene che le proposte di legge in esame pongano all’attenzione della Commissione tematiche delicate, prospettando – in tema di obbligatorietà del congedo parentale del lavoratore – soluzioni normative analoghe a quelle già predisposte dai più importanti Paesi europei, nel segno del riconoscimento di una comune responsabilità genitoriale. Giudicate condivisibili le considerazioni svolte dal deputato Cazzola circa l’incremento del costo del lavoro determinato da talune disposizioni contenute nei provvedimenti in esame, ritiene che a tale aumento di oneri debba fare fronte lo Stato, più che il datore di lavoro, ritenendo doveroso che sia l’intera collettività a farsi carico dell’attuazione di efficaci politiche di genere, nelle quali andrebbero investiti i risparmi di gestione derivanti dal recente innalzamento dell’età pensionabile delle donne, anche al fine di intraprendere interventi a favore dei lavoratori autonomi.
Auspica, in conclusione, che sui provvedimenti in esame si possa svolgere un sereno e costruttivo confronto tra i gruppi, in vista dell’elaborazione di un testo condiviso.
Giuliano CAZZOLA (PdL), intervenendo per una precisazione rispetto al dibattito sinora svolto, intende rendere le proprie scuse alle presentatrici delle proposte di legge in titolo per talune sue considerazioni ironiche, espresse puramente a titolo di battuta, con le quali non aveva intenzione di recare offesa ad alcun deputato.
Michele SCANDROGLIO (PdL) preannuncia il proprio convinto sostegno ai provvedimenti in titolo, che innestano nella legislazione vigente un principio assolutamente condivisibile, quale quello della obbligatorietà del congedo di paternità. Si tratta, a suo giudizio, di un principio che – pur dovendo essere oggetto di una attenta riflessione nella fase di concreta definizione dei testi normativi – va sostenuto con coraggio, anche al fine di far emergere un problema reale. Ringrazia, pertanto, i presentatori delle proposte di legge in esame, dichiarando l’intenzione di sottoscrivere il progetto di legge n. 3023, a prima firma del deputato Saltamartini.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che si è così concluso l’esame preliminare delle proposte di legge in titolo.
Propone quindi che – facendo seguito a quanto informalmente convenuto nell’ambito dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi – la Commissione proceda alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 2618, 3023, 15, 2413, 2672 e 2829.
La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.40.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 16 giugno 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 15.10.
DL 72/10: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione di CO2.
C. 3496 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che la Commissione di merito, nella giornata di ieri, ha trasmesso il testo del provvedimento in titolo, come risultante dagli emendamenti approvati. In proposito, fa presente che è stata approvata una proposta emendativa diretta a chiarire l’ambito di applicazione dell’unica norma di più diretta competenza della XI Commissione, contenuta all’articolo 1, comma 2, che dispone, al secondo periodo, la non applicazione di determinate sanzioni nei confronti di quelle imprese di autotrasporto che non abbiano provveduto per tempo al pagamento dei premi INAIL ovvero abbiano corrisposto somme inferiori a quelle dovute: alla luce della modifica approvata, è stato precisato che sono considerate in regola sotto il profilo assicurativo le imprese che non abbiano provveduto al pagamento dei premi alle scadenze previgenti rispetto alla data di entrata in vigore del decreto-legge, fermo restando che le stesse imprese hanno tempo sino al 16 giugno (ossia, sino alla giornata odierna) per regolarizzare il versamento dei premi medesimi
Emanuela MUNERATO (LNP), relatore, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame, come risultante dagli emendamenti approvati.
Elisabetta RAMPI (PD) sottolinea anzitutto la delicatezza del comma 1 dell’articolo 1 del provvedimento in esame, che proroga al 30 giugno 2010 il termine per la presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale (MUD), anche in vista della realizzazione di un sistema integrato per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti, che auspica possa essere avviato solo nel momento in cui la strumentazione informatica necessaria sarà messa effettivamente a disposizione delle imprese.
Pur condividendo gli interventi previsti al comma 2 dell’articolo 1, in materia di proroga del termine per il versamento dei premi assicurativi all’INAIL da parte delle imprese di autotrasporto di merci in conto terzi, ritiene poi essenziale promuovere su tale terreno interventi strutturali di più ampio respiro, che affrontino questioni nodali quali la tutela della concorrenza e la regolamentazione dei rapporti con la committenza, tenuto conto, peraltro, che la categoria di lavoratori in questione, chiamata ad operare in un settore in crisi, solo superficialmente può essere definita autonoma.
Esprime, infine, forti perplessità sull’articolo 2 del testo in esame, che, dettando misure per l’assegnazione gratuita di quote di emissione di CO2 ai nuovi impianti entrati in esercizio, sembra premiare le imprese che superano i limiti di emissione, attribuendo una sorta di «licenza ad inquinare», che contraddice le stesse tendenze normative in atto nell’Unione europea. Fa notare, quindi, che la natura anti-ambientalista del Governo in carica è confermata da talune disposizioni contenute nella recente manovra economica, attualmente all’esame del Senato, in materia di «certificati verdi», sulle quali auspica che possa esservi un ripensamento dell’Esecutivo, anche considerato l’evidente nocumento provocato alle piccole imprese.
In conclusione – pur nutrendo sul testo in esame forti dubbi in ordine agli aspetti testé citati e ritenendo, tuttavia, che esso rechi anche taluni interventi attesi dagli operatori del settore – preannuncia l’astensione del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Gaetano PORCINO (IdV), con riferimento alla nuova formulazione del secondo periodo del comma 2 dell’articolo 1, si domanda se sia stata chiaramente esclusa l’applicazione di sanzioni nei confronti di tutti i soggetti interessati, ivi inclusi coloro che effettueranno il versamento dei premi assicurativi entro la giornata odierna.
Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che, in base al decreto-legge in esame, la giornata di oggi rappresenta il termine ultimo per effettuare i versamenti da parte delle imprese di autotrasporto e che la nuova formulazione del testo, richiamata dal deputato Porcino, sembra garantire la non applicazione di sanzioni per tutti coloro che, alle scadenze fissate dalla normativa previgente rispetto al medesimo decreto-legge, non abbiano versato i premi dovuti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La seduta termina alle 15.25.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 16 giugno 2010.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 334, del 9 giugno 2010, a pagina 117, prima colonna, undicesima riga, le parole: «Seguito dell’esame» devono intendersi sostituite dalla parola: «Esame».