Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba e C. 2418 Cazzola.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 17 giugno 2009.
Giuliano CAZZOLA, presidente, preso atto che – rispetto alla precedente seduta – non vi sono ulteriori richieste di intervento di carattere generale, invita il relatore ad indicare le modalità per la prosecuzione dell’esame dei provvedimenti in titolo.
Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, fa presente che sono in corso di elaborazione e di studio specifiche proposte di integrazione dei testi, anche nella prospettiva di una loro unificazione. Non essendo, tuttavia, tali proposte ancora formalizzate e risultando altresì utile acquisire, sull’argomento trattato dalle proposte di legge in esame, eventuali elementi di valutazione da parte dei soggetti più direttamente interessati, prospetta l’opportunità di sottoporre all’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, l’ipotesi di svolgere un ciclo di audizioni informali.
Giuliano CAZZOLA, presidente, alla luce della proposta del relatore, invita i gruppi a formulare tempestivamente, ai fini delle determinazioni di competenza dell’Ufficio di presidenza, eventuali richieste di audizioni informali sui provvedimenti in esame, il cui svolgimento – ove condiviso dallo stesso Ufficio di presidenza – potrebbe avere luogo immediatamente dopo la prevista pausa di sospensione dei lavori parlamentari per il periodo estivo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.35.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 8 luglio 2009. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.
La seduta comincia alle 15.10.
DL 78/09: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nell’odierna seduta antimeridiana.
Giovanni PALADINI (IdV), nel rilevare che il Governo continua a legiferare sulle medesime materie economiche adottando contrastanti provvedimenti d’urgenza, auspica che, con il decreto-legge in esame, l’Esecutivo riesca almeno a fissare un punto fermo, che lo induca a distoglierlo dall’intraprendere altre dannose iniziative normative, tra le quali cita quella sul rientro dei capitali dall’estero, che – secondo talune notizie diffuse dagli organi di stampa – sarebbe di prossima realizzazione. Pur condividendo in linea di massima gli interventi previsti dal testo in materia di sostegno alle imprese e ai lavoratori, ritiene necessario svolgere alcuni approfondimenti in merito a taluni profili legati alla riqualificazione professionale e all’utilizzo del fondo per l’occupazione e la formazione per il finanziamento di tali interventi. Inoltre, giudica necessario comprendere i motivi che si pongono alla base della distinzione che il provvedimento sembra profilare tra misure di carattere strutturale e misure di natura sperimentale nell’ambito degli ammortizzatori sociali.
Ritiene, pertanto, che nel prosieguo del dibattito sarà necessario focalizzare l’attenzione solamente sugli aspetti di carattere economico-finanziario, concentrandosi soprattutto sulle problematiche relative all’accesso al credito delle piccole e medie imprese ed evitando di sconfinare in altre materie, per le quali non sembrerebbero sussistere i presupposti per porre in essere interventi d’urgenza.
Ivano MIGLIOLI (PD) osserva che il provvedimento in esame rappresenta l’ennesimo, inutile, atto che il Governo ha deciso di adottare nel presupposto di poter fronteggiare la crisi economica, che – secondo dati riportati, sui principali organi di informazione, da diversi soggetti istituzionali e da autorevoli esponenti del mondo del lavoro – tende ad assumere dimensioni sempre più estese, come è testimoniato dal drastico calo della produzione industriale, dal vertiginoso aumento della cassa integrazione guadagni, oltre che dai preoccupanti valori del PIL e del debito pubblico. Fa notare, pertanto, che mentre i «grandi potenti della terra» riflettono sulla dimensione globale della crisi nell’ambito del G8, il Governo italiano – invece di porre in essere interventi normativi come quello in esame – dovrebbe in realtà limitarsi a inquadrare la congiuntura sfavorevole nello specifico contesto economico italiano, interrogandosi seriamente su come assicurare un vero rilancio produttivo del Paese.
Entrando nel merito specifico del provvedimento, esprime profonde perplessità sull’articolo 1, che, a suo avviso, non affronta le questioni prioritarie della riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, dell’estensione del periodo di copertura della cassa integrazione guadagni e della previsione di forme di sostegno al reddito anche nei confronti dei lavoratori precari, che, allo stato – nonostante il Presidente del Consiglio renda dichiarazioni pubbliche in senso contrario – risultano privi di adeguate tutele. In proposito, suggerisce all’attuale Esecutivo di prendere come modello di riferimento alcune recenti iniziative assunte a livello locale, citando, a titolo di esempio, un accordo raggiunto con le parti sociali nell’ambito della Regione Emilia-Romagna, che ha permesso di sbloccare ingenti fondi in vista del finanziamento di importanti forme di sostegno al reddito di ampie categorie di lavoratori flessibili.
Ritiene, inoltre, che con la tanto decantata misura di detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese la maggioranza non abbia fatto altro che recuperare parzialmente una disposizione a suo tempo predisposta dal Governo di centrosinistra. Rispetto a tale norma, peraltro, giudica essenziale evidenziare taluni rilevanti profili di criticità: infatti, la disciplina in esame produrrebbe, a suo avviso, effetti non immediati, non premierebbe le aziende disposte ad investire nella propria struttura patrimoniale e non affronterebbe il vero nodo della questione delle crisi imprenditoriali, rappresentato dall’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. Inoltre, fa notare che le misure di sostegno alle imprese coinvolgerebbero solo il settore meccanico, escludendo categoricamente quello tessile e quello della ceramica, a favore dei quali, invece, sarebbero essenziali specifiche «misure anti-crisi»: si stupisce, dunque, dei toni dimessi usati su tale argomento dagli esponenti della maggioranza, in particolare da quelli appartenenti al gruppo della Lega Nord Padania.
Sottolinea, quindi, come il Governo, nel goffo tentativo di porre rimedio a precedenti interventi normativi di dubbia efficacia, non abbia fatto altro che peggiorare la situazione, complicando ulteriormente il quadro normativo, come dimostrano le misure adottate in tema di «social card». Nell’auspicare un deciso «cambiamento di rotta» da parte dell’Esecutivo, al quale rivolge l’invito a spendere meglio le poche risorse finanziarie a disposizione, preannuncia la presentazione di numerosi emendamenti presso le Commissioni di merito, in vista della modifica di una iniziativa normativa sulla quale non può che esprimere un giudizio profondamente negativo.
Donella MATTESINI (PD), esprimendo alcune considerazioni generali sul provvedimento in esame, osserva che, a dispetto delle raccomandazioni del Presidente della Repubblica, il Governo persevera nell’adozione di decreti-legge cosiddetti «omnibus», nell’ambito dei quali vengono disciplinate – in maniera confusa e contraddittoria – le materie più disparate, come il riordino degli enti pubblici, il rapporto di impiego pubblico e le invalidità civili. Fa notare che, anche laddove le misure del provvedimento possono sembrare – ad una prima iniziale lettura – in grado di sostenere le imprese e i lavoratori, ad una più approfondita analisi si rivelano insufficienti ed inadeguate, non affrontando nodi fondamentali della crisi economica attuale, costituiti, ad esempio, dal blocco dei pagamenti della pubblica amministrazione a vantaggio delle piccole e medie imprese.
Ritiene esemplificativo, in tal senso, l’articolo 9 del testo in esame, che, nonostante si prefigga apparentemente di favorire il soddisfacimento dei piccoli creditori della pubblica amministrazione, nasconde in realtà un dispositivo gravemente lesivo delle prerogative degli enti locali, dal momento che prevede un rigoroso e rigido rispetto del patto di stabilità interno, precludendo agli enti locali stessi la possibilità di effettuare investimenti, in netta controtendenza rispetto agli orientamenti emersi in seno alla stessa maggioranza in materia di federalismo fiscale. Auspica, pertanto, una profonda revisione di tale disposizione, che rischia di penalizzare gli enti locali più virtuosi nell’amministrazione dei propri conti pubblici.
Pur accogliendo con un certo favore le disposizioni in materia di pubblico impiego contenute nel provvedimento in esame – per esempio, laddove si limita la fascia oraria entro cui è possibile svolgere le visite fiscali nei confronti dei dipendenti (limitazione necessaria soprattutto in casi di gravi patologie) o si prevede una sorta di percorso di stabilizzazione per i lavoratori precari – ritiene che su tali argomenti l’Esecutivo sia, di fatto, tornato sui suoi passi, anche se in maniera ancora troppo timida e non del tutto soddisfacente, peraltro ponendo in essere diversi provvedimenti contraddittori e confusi, tesi ad accogliere solo parzialmente le numerose ed articolate proposte elaborate a suo tempo dal gruppo del Partito Democratico, che hanno fatto emergere, in talune occasioni, anche palesi discordanze in seno alla stessa maggioranza. Giudica, pertanto, necessario svolgere su tali argomenti adeguati approfondimenti, nel tentativo di predisporre un testo il più possibile chiaro ed efficace, che possa contribuire ad una effettiva modernizzazione della pubblica amministrazione, a pieno vantaggio dell’intera collettività.
Maria Grazia GATTI (PD), pur avendo già svolto, nella giornata di ieri, un intervento di natura preliminare, ritiene doveroso inserirsi nuovamente nel dibattito, alla luce degli elementi di novità emersi dalla discussione odierna e sulla base di una più approfondita analisi del testo. In particolare, intende esprimere forti perplessità sui commi 7 e 8 dell’articolo 1 e su talune disposizioni dell’articolo 17. Con riferimento al comma 7 dell’articolo 1, osserva che esso, incentivando (e non escludendolo) anche il lavoratore destinatario del trattamento di CIG ordinaria ad avviare forme di attività autonome, finisce per interrompere il forte legame esistente tra lo stesso lavoratore e l’azienda di provenienza, configurando un grave elemento di rottura nell’ambito del sistema degli ammortizzatori sociali.
Esprime, poi, serie perplessità sul comma 8 del medesimo articolo 1, rinvenendo in esso palesi elementi di contraddizione con alcune disposizioni contenute nella legge n. 223 del 1991, le quali – a differenza della norma in esame, che dispone il versamento dell’indennità in un’unica soluzione, limitando tuttavia la liquidazione del trattamento di integrazione salariale a 12 mesi – stabiliscono, invece, un regime temporale più ampio per i lavoratori in mobilità, estendendo a 24 o a 36 mesi le previste forme di sostegno al reddito, a seconda della fascia di età (tra i 40 e i 50 anni, ovvero oltre i 50 anni) in cui rientra il lavoratore interessato. Paventa, pertanto, il rischio che, per il lavoratore che intenda usufruire della nuova normativa, si possa determinare una rilevante decurtazione del trattamento di integrazione salariale fissato per i processi di mobilità.
Infine, rileva profili di indubbia criticità in alcuni passaggi dell’articolo 17 del provvedimento in esame, che, pur recando una serie di proroghe in materia di assunzioni e concorsi nel pubblico impiego, rischiano – a causa del rinvio ad un riferimento normativo che appare errato – di escludere dalle procedure di stabilizzazione il personale precario in possesso di elevata qualificazione professionale, fissando – di fatto – una riserva soltanto per il personale di bassa qualifica.
Giuliano CAZZOLA, presidente, osserva che dal dibattito odierno sono emersi utili elementi di riflessione, che potranno essere sviluppati ulteriormente nel prosieguo del dibattito, anche in vista della predisposizione, da parte del relatore, della proposta di parere, che non potrà che tenere conto anche dei profili di oggettiva sovrapposizione esistenti tra le diverse iniziative normative del Governo e del Parlamento, in corso di esame presso la Commissione.
Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione rispetto alle questioni già sollevate nella seduta di ieri, ritiene ironicamente di dover preannunciare – anche al fine di sottolineare la natura largamente disomogenea del provvedimento in esame – la presentazione presso le Commissioni di merito di una sua proposta emendativa, volta ad introdurre nel testo in questione disposizioni per la valorizzazione e la promozione della «sfoglina» emiliano-romagnola e la disciplina della relativa professione, già oggetto di appositi progetti di legge presentati nelle scorse legislature, il cui eventuale accoglimento potrebbe comportare importanti riflessi in termini occupazionali e di sostegno all’imprenditoria del settore. Rileva, peraltro, l’esigenza di segnalare – sempre in tono ironico – che l’eventuale approvazione di tale proposta emendativa non potrà che produrre anche una opportuna modifica al titolo del decreto-legge in esame.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.50.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 8 luglio 2009. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 15.50.
Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
C. 2424 Antonino Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 1o luglio 2009.
Antonino FOTI (PdL), relatore, in relazione a taluni rilievi critici espressi da alcuni deputati intervenuti nel corso della precedente seduta, intende far notare che la proposta di legge n. 2424, a sua prima firma, prevede un complesso di tutele in favore dei lavoratori che beneficiano delle più diffuse forme di ammortizzatori sociali, finalizzate all’avvio di iniziative imprenditoriali autonome.
Precisa, in proposito, che tali tutele vanno dai benefici contributivi e previdenziali a quelli fiscali, comprendendo anche finanziamenti agevolati, interventi in materia di sicurezza sul lavoro e di ambiente, nonché semplificazioni in ordine all’iscrizione al registro delle imprese. A suo avviso, pertanto, l’obiettivo che tale proposta si propone di conseguire è quello di assicurare una sorta di «percorso protetto» per il lavoratore interessato ad intraprendere un’attività autonoma, per il quale, soprattutto in periodi di crisi, diventa sempre più difficile ipotizzare un rientro in azienda. Al contempo, sottolinea che si tratta, con tale intervento legislativo, di costruire una vera rete di protezione per coloro che intendano avviare in autonomia una attività di impresa, attraverso l’introduzione di forme di semplificazione burocratico-amministrative.
Nell’osservare, inoltre, che sulla proposta di legge in esame si registra un ampio grado di condivisione, considerato che essa è stata sottoscritta anche da numerosi esponenti dei gruppi di opposizione, invita la Commissione a prestare la massima attenzione al suo contenuto, nella prospettiva di individuare utili ed innovative forme di sostegno all’imprenditorialità privata, che suppliscano anche all’attuale fase di crisi economico-produttiva.
Giulio SANTAGATA (PD) sottolinea la necessità di risolvere la questione legata alla possibile sovrapposizione tra le norme della presente proposta di legge ed alcune disposizioni del decreto-legge cosiddetto «anticrisi», attualmente all’esame della Commissione in sede consultiva, che sembrerebbero presentare diversi profili di interferenza. Chiede, pertanto, chiarimenti in merito alle modalità di prosecuzione dell’esame della presente proposta normativa di iniziativa parlamentare, interrogandosi se essa possa avere un percorso autonomo ovvero se sia destinata ad essere assorbita nell’ambito più complessivo del citato decreto-legge n. 78 del 2009.
Antonino FOTI (PdL), relatore, ritiene di dover precisare – ribadendo quanto già sostenuto nel corso della seduta di ieri, in occasione dell’avvio del dibattito sul decreto-legge n. 78 – che la proposta di legge n. 2424, pur recando disposizioni in parte simili a quelle contenute nel provvedimento del Governo, si distingue in modo netto da esso, dal momento che prevede l’applicazione di una sorta di «legislazione leggera» – basata su agevolazioni, incentivi e sgravi riconosciuti in modo assai più incisivo – a favore del lavoratore che intenda intraprendere un’impresa autonoma, elemento che, al contrario, non ritiene di rinvenire nel richiamato decreto-legge. Infatti, quest’ultimo, a suo avviso, pur avendo tratto ampiamente spunto dalla sua proposta di legge, prevede solo parziali interventi di agevolazione contributiva e previdenziale per l’avvio delle attività imprenditoriali autonome, del tutto svincolati da misure di natura fiscale, finanziaria, ambientale, di sicurezza sul lavoro e di semplificazione degli adempimenti amministrativi.
Silvano MOFFA, presidente, osserva che le questioni emerse nel corso del dibattito odierno potranno esser adeguatamente approfondite nella prossima settimana, nel corso dell’esame in sede consultiva del decreto-legge n. 78, più volte richiamato; in quella occasione, infatti, anche alla presenza del rappresentante del Governo, sarà possibile valutare ogni ipotesi di collegamento tra l’esame della presente proposta di legge e quello del provvedimento d’urgenza di iniziativa dell’Esecutivo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.




























