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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

22 Maggio 2025
in Camera

SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 21 maggio 2025. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO.

La seduta comincia alle 14.40.

DL 48/2025: Disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario.
C. 2355 Governo.
(Parere alle Commissioni I e II).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 maggio 2025.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), annunciando il voto contrario del suo gruppo, dichiara di non condividere il provvedimento in esame sia nella sua impostazione di metodo che sui profili di merito.
Quanto al metodo, trova sconcertante che sulle disposizioni oggetto del provvedimento, relative a materie molto delicate, il Governo abbia inteso utilizzare lo strumento del decreto-legge. Evidenzia la maggiore gravità della questione nel caso del presente provvedimento, in quanto esso è stato adottato, a suo giudizio, per superare le difficoltà che la maggioranza stessa stava incontrando nell’approvazione, in seconda lettura al Senato, del disegno di legge S. 1236, recante disposizioni vertenti in larga parte sulle medesime materie. Sottolinea, inoltre, come tale modo di legiferare abbia trasformato l’assetto bicamerale del nostro Parlamento in un monocameralismo di fatto.
Denuncia la gravità dell’assenza del Governo in Commissione. Ciò sia a fronte dell’importanza della materia trattata nel provvedimento sul quale la Commissione è chiamata ad esprimere un parere, sia tenendo conto del fatto che per la seconda settimana consecutiva non sarà possibile svolgere in Commissione la seduta di sindacato ispettivo. Stigmatizza, dunque, tale assenza e fa presente che, anche per la delicatezza delle questioni che vengono portate all’attenzione dai deputati nelle interrogazioni presentate, non è ammissibile che il Governo spesso non dia la propria disponibilità a partecipare alle sedute della Commissione destinate allo svolgimento di atti di sindacato ispettivo.
Quanto al merito del provvedimento, invece, ne critica aspramente l’impostazione evidenziando come questo si concentri esclusivamente sull’introduzione di nuovi reati, con l’effetto anche di criminalizzare la grande questione del lavoro. Fa presente che, nella presente giornata, gli operai dello stabilimento ex Ilva di Taranto stanno portando avanti una protesta, che include anche azioni di blocco stradale, con il fine di ottenere l’impegno del Governo ad approvare un valido piano industriale per lo stesso stabilimento siderurgico. Rileva come il decreto-legge in esame, trasformando da illecito amministrativo ad illecito penale la condotta di chi blocca il traffico stradale, non faccia altro che affrontare emergenze di carattere sociale con lo strumento della repressione. Sottolinea, invece, come tale tipologia di conflitti debba trovare una soluzione diversa rispetto a quella esclusivamente penalistica e carceraria. L’orientamento della maggioranza e del Governo, invece, mostra, a suo avviso, una filosofia panpenalistica della gestione delle relazioni sociali in Italia, come peraltro essi hanno mostrato sin dall’inizio del loro mandato con l’approvazione del decreto-legge contro l’organizzazione di rave party.
Avviandosi verso la conclusione, conferma il voto contrario del suo gruppo e annuncia che darà battaglia in Assemblea affinché i tempi per la conversione del decreto-legge non vengano rispettati producendone la decadenza.
Denuncia, inoltre, che il decreto-legge in esame si pone in contrasto con molta parte della giurisprudenza italiana e, soprattutto, con l’impianto illuministico che, grazie al contributo di giuristi come Cesare Beccaria, ha condotto a introdurre il divieto della pena di morte ed a mettere al centro la persona umana. Conclude evidenziando che il presente provvedimento conduce il nostro ordinamento all’interno di un quadro di repressione e pericolosa regressione democratica, che rischia di avvicinare l’Italia a Paesi come l’Ungheria piuttosto che alle più avanzate democrazie europee.

Dario CAROTENUTO (M5S), associandosi all’intervento del collega Scotto, ritiene che la sicurezza che dà il nome al decreto debba tradursi in maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, nella disponibilità di un reddito dignitoso e di una abitazione. Denuncia, invece, come il Governo, con le disposizioni in esame sceglie solo di declinare tale sicurezza nella logica della repressione del dissenso. Concludendo, dichiara che il suo gruppo si oppone a questa visione di Paese e annuncia il proprio voto contrario alla proposta di parere formulata dal relatore.

Marco SARRACINO (PD-IDP) si associa agli interventi dei colleghi Scotto e Carotenuto. Richiama anch’egli l’iter che ha condotto la maggioranza ad adottare il presente decreto-legge, sostenendo che questo sia il frutto di divisioni in seno alla maggioranza che il Governo ha risolto con l’adozione di un decreto-legge.
Entrando nel merito del provvedimento, dichiara che ciò che il Governo dovrebbe impegnarsi a garantire è la sicurezza sociale. Ricorda, infatti, che migliaia di giovani sono costretti a lasciare i loro luoghi di origine e gli affetti più cari alla ricerca di salari più dignitosi. Evidenzia, ancora, che milioni di italiani non riescono più ad accedere alle cure mediche.
Sottolinea, invece, come la priorità del Governo sia quella di punire chi protesta anche per la tutela del posto di lavoro. Ritiene, infatti, a tal proposito incomprensibile l’introduzione del reato di blocco stradale. Difatti, ricordando le proteste dei lavoratori dell’azienda Whirlpool, fa notare come in quella occasione queste, anche attraverso alcune azioni di blocco stradale, siano riuscite a far mantenere il posto di lavoro ai lavoratori a rischio di licenziamento.
Avviandosi verso la conclusione, dichiara che il suo partito continuerà lo stesso a scendere in piazza a fianco dei lavoratori e annuncia che, con il suo gruppo, si batterà in Parlamento e nel Paese contro il decreto-legge per contrastare qualsiasi forma di repressione del dissenso.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) riferisce di aver tentato, provando a vestire i panni della maggioranza, di difendere, nel corso di un confronto con il collega Scotto, il contenuto di alcune disposizioni del provvedimento, allo scopo esclusivo di comprenderne la ratio.
Ammette, tuttavia, di essere uscito sconfitto da tale esercizio apologetico, essendo palesi le lacune del provvedimento in esame a partire dai rilevanti profili di incostituzionalità e dalla criminalizzazione del dissenso.
Entrando nel merito del provvedimento si sofferma particolarmente sulla disposizione che consente ai servizi di intelligence di prendere parte, infiltrandosi, a gruppi terroristici o sovversivi a fini investigativi. Aggiunge, inoltre, che tale norma prevede l’obbligo per le università e per gli enti di ricerca di collaborare con i servizi di intelligence per la predetta finalità, sottolineando come tale previsione abbia suscitato non poca preoccupazione per la libertà accademica e di ricerca. Facendo presente che non appare chiara quale ne sia la ratio, si chiede se non possa essere chiarita da un intervento della maggioranza.
Avviandosi verso la conclusione, critica la prassi di ascrivere ai sindaci anche la responsabilità della tutela dell’ordine pubblico nelle città, quando è noto che tale competenza non è in capo agli enti locali. Suggerisce, pertanto, di affrontare tale questione con serietà per creare, a prescindere dall’orientamento politico di chi amministra i Comuni in un dato momento storico, un maggiore spirito di comunità.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale.
C. 2316 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni IX e X).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 maggio 2025.

Walter RIZZETTO, presidente, comunica che, pur avendo dato seguito alla richiesta di far assegnare anche alla presente Commissione in sede referente il provvedimento in esame, non è stato possibile procedere in tal senso poiché l’iter del provvedimento risultava già stato avviato in sede referente presso le Commissioni riunite IX e X.
Ritiene che non aver assegnato il testo in esame anche alla XI Commissione in sede referente sia stato un errore, attesa la presenza di diverse disposizioni di competenza della Commissione contenute nello stesso.
Ribadisce, quindi, che la Commissione, oltre alla circostanza di aver svolto sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro una lunga e complessa indagine conoscitiva, avrebbe dovuto essere coinvolta nell’esame del provvedimento in sede referente.
Fa presente, infine, che i colleghi che intenderanno intervenire sul provvedimento in esame potranno comunque farlo attraverso la presentazione di proposte emendative presso le Commissioni competenti.

Andrea GIACCONE (LEGA), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), condividendo le parole del presidente, ribadisce la sua contrarietà alla mancata assegnazione in sede referente del presente provvedimento.
Ricorda che, anche in occasione del cosiddetto decreto PNRR, dove pure erano presenti significative disposizioni di competenza della Commissione, il provvedimento era stato esaminato dalla Commissione esclusivamente in sede consultiva.
Dichiara, infine, il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere, preannunciando la presentazione di proposte emendative nel corso dell’iter del provvedimento presso le Commissioni competenti in sede referente.

Walter RIZZETTO, presidente, non esclude che tra non molto la Commissione potrebbe occuparsi di nuovo della questione, visto la rapidità con cui l’argomento evolve.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Modifica all’articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e altre disposizioni in materia di assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero.
C. 1042 Di Giuseppe, C. 1415 Di Sanzo e C. 1998 Onori.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione avvia l’esame del provvedimento.

Immacolata ZURZOLO (FDI), relatrice, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla XII Commissione (Affari sociali) sulla proposta di legge C. 1042, recante modifica all’articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e altre disposizioni in materia di assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, quale risultante dalle proposte emendative approvate in sede referente, cui sono abbinate le proposte di legge C. 1415 Di Sanzo e C. 1998 Onori.
La proposta di legge C. 1042, mediante una modifica all’articolo 19 della legge n. 833 del 1978, è finalizzata a garantire il diritto all’assistenza sanitaria in territorio italiano anche ai cittadini italiani residenti in Paesi extra-UE e regolarmente iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), previo pagamento di un contributo su base annua.
Passando al contenuto della proposta di legge, composta da tre articoli, segnala che l’articolo 1, attraverso una modifica all’articolo 19 della legge n. 833 del 1978, prevede che i cittadini italiani residenti in Paesi extra-UE e regolarmente iscritti nell’AIRE siano altresì iscritti presso l’unità sanitaria locale presente all’interno del territorio che raccoglie le loro schede individuali. Il rilascio della tessera sanitaria nazionale è subordinato, per coloro che non risultino soggetti passivi dell’imposta sui redditi, al pagamento del contributo di cui al successivo articolo 2.
L’articolo 2 disciplina quindi il contributo nazionale per l’assistenza sanitaria per i cittadini italiani residenti in Paesi extra-UE e regolarmente iscritti nell’AIRE, prevedendo che il predetto contributo è determinato in 2.000 euro su base annua.
L’articolo 3 infine dispone in merito all’entrata in vigore del provvedimento, rinviando a un apposito decreto le modalità attuative e recando la clausola di invarianza finanziaria.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare.
C. 1298 Quartini.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere contrario).

La Commissione avvia l’esame del provvedimento.

Marta SCHIFONE (FDI), relatrice, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla XII Commissione (Affari sociali) sulla proposta di legge C. 1298 Quartini, recante disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare.
Passando ad esaminare le disposizioni che presentano più stretta attinenza con le competenze della Commissione, rileva che all’articolo 3, recante disposizioni in materia di personale del Servizio sanitario nazionale, il comma 1 dispone che entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento deve essere definita una nuova metodologia per la gestione, il contenimento del costo e la determinazione del fabbisogno di personale degli enti del SSN ai fini della valutazione dell’adeguatezza delle risorse utilizzate, con riferimento alla definizione dei piani triennali dei fabbisogni di personale, in coerenza con gli standard organizzativi, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera e territoriale. La definizione della suddetta nuova metodologia deve essere approvata, entro i termini sopra indicati, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, e previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, in accordo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
Il comma 2 inoltre, al fine di consentire alle Regioni una maggiore spesa per il personale degli enti del Servizio sanitario regionale, fino alla data di entrata in vigore del sopra indicato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, prevede una deroga per la determinazione dei valori di riferimento del fabbisogno del personale, finanziati nell’ambito del livello del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato: si dispone, infatti, che i valori di cui all’articolo 11, comma 1, secondo periodo, del decreto-legge n. 35 del 2019 siano incrementati annualmente, a livello regionale, di un importo pari al 30 per cento dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente.
Il comma 3 prevede, conseguentemente, l’incremento dell’autorizzazione di spesa prevista per il rafforzamento dell’assistenza territoriale di cui all’articolo 1, comma 274, della legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021), al fine di assicurare il potenziamento dell’assistenza territoriale nei termini previsti per l’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) con riferimento ai maggiori oneri per la spesa di personale dipendente da assumere nelle case e negli ospedali di comunità e per l’assistenza domiciliare, oltre che di personale convenzionato.
In base al comma 4, infine, viene istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze un fondo, con una dotazione iniziale pari a 2 miliardi di euro annui, con le seguenti finalità: contribuire agli oneri posti a carico del bilancio statale per il rinnovo della contrattazione collettiva nazionale, per i miglioramenti economici del personale impiegato nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, per il triennio 2022-2024, in applicazione dell’articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di disponibilità destinate alla contrattazione collettiva; adeguare le retribuzioni ai livelli europei ed incentivare le assunzioni negli ambiti con maggiore carenza di organico attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
In conclusione ritiene di non condividere, per i profili di competenza della Commissione, le misure previste dal provvedimento in esame, anche considerato che la maggioranza e il Governo, come anche ribadito dal Presidente del Consiglio, pur tenendo conto degli stringenti vincoli di bilancio, stanno già adottando misure per rendere il sistema sanitario nazionale più moderno e più efficiente, dare risposte sempre più adeguate e tempestive ai cittadini e riconoscere ai lavoratori del settore sanitario condizioni di lavoro e trattamenti retributivi più gratificanti. Tra gli interventi già previsti, come ricordato dal Presidente del Consiglio, vanno citati in particolare la destinazione di risorse specifiche alle regioni per abbattere le liste di attesa delle prestazioni sanitarie, la detassazione delle prestazioni aggiuntive di medici e infermieri che servono a ridurre i tempi di attesa e gli incentivi economici per chi lavora in pronto soccorso.
Pertanto propone di esprimere un parere contrario sul provvedimento in esame.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) annuncia il voto contrario del suo gruppo alla proposta di parere della relatrice. Trova sconcertante che la maggioranza, nell’esprimere la contrarietà al provvedimento in esame, utilizzi l’argomento della stabilità e dei vincoli di bilancio.
Manifesta il suo stupore soprattutto perché, in un recente intervento alla Camera dei deputati, la Presidente del Consiglio aveva sostenuto che ci sarebbero stati interventi del Governo a sostegno della sanità.
Ricorda che, in queste settimane, l’ISTAT ha segnalato che in Italia milioni di persone rinunciano alle cure perché non riescono più ad accedervi per ragioni economiche. Di fronte a tale quadro il Governo e la maggioranza scelgono di preferire l’austerità alla sanità pubblica, senza, tuttavia, curarsi dei vincoli di bilancio per le spese in armamenti. Conclude ribadendo che, mentre il Governo propone di andare verso la privatizzazione del sistema sanitario, in Italia una larga parte dei cittadini non è più in grado di accedere a cure mediche.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.15.

AVVERTENZA
Il seguente punto all’ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche e rivalutazione dei limiti di importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento.
C. 1254 Alfonso Colucci e C. 1264 Bagnasco.

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