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Home - Approfondimenti - Analisi - Competenze per le PMI, la grande sfida della digitalizzazione

Competenze per le PMI, la grande sfida della digitalizzazione

di Alessandra Servidori
5 Maggio 2020
in Analisi

La Commissione europea – Direzione generale Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI – ha lanciato un’iniziativa su “Competenze per le PMI” per analizzare le cause profonde e porre rimedio a questa situazione. Sicurezza informatica, Internet delle cose e big data per le piccole e medie imprese. Qui una sintesi dello studio che oggi con la crisi economica assume un valore di riferimento ancora più necessario.

La digitalizzazione delle PMI è una sfida importante: da varie prove è chiaro che le PMI sono titubanti quando si tratta di adottare nuove tecnologie. Nonostante il volume del mercato o le opportunità di crescita del business, la maggior parte rimane indietro. E questo NON le aiuterà a lungo termine. I cyber-rischi stanno minacciando la continuità aziendale. Le aziende che utilizzano grandi quantità di dati hanno assolutamente necessità di sostegno perché l’Internet of Things riuscirà a produrre servizi o prodotti di qualità superiore a costi inferiori e spingerà le PMI non digitali fuori dal mercato. Le PMI europee corrono il rischio di perdere l’enorme potenziale di mercato. Mancano le competenze necessarie, l’accesso a laureati altamente qualificati e lavoratori con esperienza: c’è una forte e crescente concorrenza per i talenti. La ricerca mostra che già oltre il 90% delle PMI europee si ritengono in ritardo nell’innovazione digitale.

La Commissione europea – Direzione generale Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI – ha lanciato un’iniziativa su “Competenze per le PMI” per analizzare le cause profonde e porre rimedio a questa situazione. Un elemento si distingue: le PMI sono sempre più sotto pressione poiché competono con le grandi aziende in un mercato del lavoro teso. Esistono problemi significativi legati alle competenze in tutti i ruoli aziendali: mancano le competenze di leadership digitale ai vertici, una carenza di professionisti IT e una grave mancanza di competenze adeguate tra gli utenti. Carenze di competenze, lacune e discrepanze impediscono alle organizzazioni di definire la propria strategia di crescita, implementarla e consentire ai dipendenti di utilizzare effettivamente le nuove tecnologie. Sono quindi necessarie politiche di competenze ambiziose e misure di sostegno ben mirate a livello dell’UE e nazionale per facilitare l’accesso delle PMI a un più ampio bacino di talenti in Europa.

La Commissione europea ha sottoscritto un contratto per sostenere l’iniziativa “Competenze per le PMI”,  e Capgemini Invent, insieme a DIGITAL SME Alliance e Technopolis hanno studiato, identificato, progettato, testato e convalidato tali misure specifiche a sostegno dello sviluppo di competenze specializzate relative ai big data e delle nuove tecnologie La competenza tecnologica dei proprietari/gestori delle PMI dipende da una moltitudine di fattori, di cui uno è l’età. Nel complesso, i proprietari/manager delle PMI hanno difficoltà a comprendere l’impatto della sicurezza informatica, dei big data e delle tecnologie avanzate, o a rendersi conto dell’urgenza di agire su di esse. Manca una visione a lungo termine sull’adozione di sicurezza informatica, big data, e l’attenzione è piuttosto rivolta a questioni operative. Oltre a questa prospettiva interna, anche la maturità tecnologica dell’ambiente svolge un ruolo, in quanto un ambiente stimolante ad esempio i dati aperti favorisce l’assorbimento dei big data. Per supportare  le  persone, di cui sopra, una “maturità tecnologica” relativamente bassa, sia interna che esterna,  sono state  individuate  alcune strategie: sostenere l’implementazione di professionisti dello sviluppo di competenze strutturate, in possesso delle competenze specializzate necessarie per lavorare con la sicurezza informatica, i big data e le tecnologie innovative.

Le PMI si trovano ad affrontare diverse sfide in questo senso, nel contesto dell’invecchiamento della forza lavoro europea. Le PMI competono con le grandi imprese per attrarre e trattenere talenti che possiedono la combinazione di competenze richiesta. E non si tratta solo di attrarre e trattenere talenti; inoltre, il continuo sviluppo delle competenze e delle conoscenze è essenziale per la crescita della loro azienda. Sono disponibili  progetti, framework e strumenti in grado di supportare nel loro sviluppo di competenze strutturate. Gli esempi in Europa includono il quadro e-Competence (e-CF) e il programma EDISON per l’analisi scientifica dei dati. Negli Stati Uniti, il quadro della sicurezza informatica del NIST può servire da esempio. Le informazioni chiave dei vari progetti, quadri e strumenti possono essere raggruppate in un’unica guida di avviamento facilmente accessibile per le PMI. Anche all’interno delle catene del valore, sono disponibili vari esempi di azioni a sostegno dello sviluppo delle competenze delle PMI, in particolare nella resilienza informatica. Un esempio è il centro di ciber-resilienza  Brainport in The Netherlands. In questa iniziativa, le imprese più grandi sostengono le PMI per quanto riguarda la loro cibersicurezza per migliorare la resilienza complessiva dell’intera catena del valore.

Lo sviluppo delle competenze strutturate è destinato ad avere più successo se si valuta correttamente un corretto stoccaggio del potenziale di competenze all’interno dell’azienda, ad esempio mediante un test attitudinale. Un esempio di questo successo è Skillnet Ireland, dove si è rivelato essere presente un significativo potenziale non sfruttato per le competenze informatiche.Un’importante iniziativa per riconoscere l’apprendimento informale è presentata dalla BDVA Skills Task Force. 

Migliorare le capacità di monitoraggio e di processo decisionale nel monitoraggio delle PMI sosterrà le PMI nella comprensione e nel rafforzamento del loro processo di sviluppo delle competenze. Permetterà inoltre di valutare meglio dove è più necessario un ulteriore rafforzamento e decidere di investire. Una misura importante per il monitoraggio è la facilitazione all’autovalutazione. Per garantire che qualsiasi investimento nella formazione delle competenze sia efficace, la  sua qualità dovrebbe essere chiara: è necessario considerare le etichette di qualità per la sicurezza informatica, i Big Data e i corsi.

Esempi sono, tra l’altro, Germania e Paesi Bassi  che hanno sperimentato che un ulteriore miglioramento del monitoraggio può essere raggiunto sotto forma di stocktaking delle tendenze del mercato. Ad esempio, l’iniziativa di reporting di analisi di mercato di VOICE, un’associazione per le PMI che utilizza l’IT, può essere  di riferimento e come per tutti gli investimenti, il finanziamento svolge un ruolo importante. È importante promuovere e scalare meccanismi di finanziamento di successo che favoriscano lo sviluppo delle competenze e aumentino i finanziamenti  per le PMI.

Alessandra Servidori

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