Lieve calo per l’indice del disagio sociale misurato da Confcommercio (MIC), che a ottobre 2023 si è attestato a 15,1, in calo di cinque decimi di punto su settembre. La riduzione registrata nell’ultimo mese è dovuta al rallentamento dell’inflazione e a un lieve aumento della disoccupazione estesa. Analizzando i dati del mercato del lavoro, a ottobre si registra un aumento degli occupati di 27mila unità sul mese precedente e di 45mila unità delle persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si associa, come nei mesi precedenti, un calo degli inattivi (-69mila persone sul mese) a indicare azioni più incisive di ricerca di un lavoro di una parte degli scoraggiati.
Il tasso di disoccupazione ufficiale è salito al 7,8% (7,6% a settembre). Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state di poco superiori a 47,5 milioni, a cui si sommano oltre 1,6 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a poco più di 70mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato un aumento del tasso di disoccupazione esteso salito all’8,7%.
Per quel che riguarda l’inflazione, a ottobre 2023 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 5,6%, in ripiegamento di un punto percentuale rispetto a settembre. Il processo di rientro si è accentuato a novembre: secondo le prime stime la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si dovrebbe essere attestata al 4,8%.
Anche se sembrano emergere segnali di un possibile superamento della fase più difficile permangono preoccupazioni sull’eventualità di una riduzione, nel breve periodo, dell’area del disagio sociale. Se il processo di rientro dell’inflazione è un dato acquisito, persistono, invece, timori sulle future dinamiche del mercato del lavoro. Il quadro congiunturale, seppure lievemente meno negativo rispetto ai mesi precedenti, è ancora molto debole e non si possono escludere impatti negativi sull’occupazione.
“Anche se sembrano emergere segnali di un possibile superamento della fase più difficile – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella – permangono preoccupazioni sull’eventualità di una riduzione, nel breve periodo, dell’area del disagio sociale. Se il processo di rientro dell’inflazione è un dato acquisito, persistono, invece, timori sulle future dinamiche del mercato del lavoro. Il quadro congiunturale, seppure lievemente meno negativo rispetto ai mesi precedenti, è ancora molto debole e non si possono escludere impatti negativi sull’occupazione”.
e.m.