“Sarà impossibile per milioni di lavoratori italiani ricevere, nei tempi annunciati dal Governo, gli importi maturati per Cassa Integrazione. Le procedure attualmente previste dalla normativa di riferimento non permetteranno tecnicamente di arrivare entro il 15 aprile alla liquidazione delle somme da erogare”. E’ quanto denuncia la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro secondo cui per affrontare questa situazione è necessario introdurre “modifiche normative e semplificazioni burocratiche che il Consiglio Nazionale dell`Ordine dei Consulenti del Lavoro ha da tempo proposto”, puntualizzano.
Ad aggravare la situazione, spiegano, “l’enorme afflusso di richieste per le molteplici prestazioni previste dal dl n.18/2020 (cassa integrazione, indennità autonomi, voucher baby sitter, Fis) che hanno di fatto paralizzato il sito web dell’Inps, rendendo praticamente impossibile l’accesso di cittadini e intermediari per la richiesta di Pin e prestazioni”.
I consulenti del lavoro fanno partire la loro analisi dagli strumenti ordinari, Cigo e Fis, gestiti in modo diretto dall`Inps e affermano che “la procedura per arrivare a ottenere il bonifico da parte del lavoratore non è così semplice e facile, così come viene fatto superficialmente apparire”.
Anche i Fondi di Solidarietà Bilaterali,salvo qualche caso (come, ad esempio, quello artigiani Fsba), sono gestiti dall`Inps. Lo strumento normativo, da cui discende il diritto delle aziende in crisi di attivare gli ammortizzatori, è il decreto legge n. 18/2020, attualmente in fase di conversione in Parlamento: sulle modalità e le tempistiche “è palese ed evidente che, in mancanza di modifiche normative volte a mutare termini e adempimenti, non sarà mai possibile per il lavoratore ottenere quanto di sua competenza entro il 15 aprile”.
È “questa una fase che fa perdere molto altro tempo, pur non essendo obbligatorio arrivare a un accordo per proseguire nella procedura. Non a caso la maggior parte delle trattative si è chiusa con un “mancato accordo”, dando ugualmente la possibilità all`azienda di presentare l`istanza, come peraltro disposto inequivocabilmente anche dall`Inps. Dopo di ciò partono le attività del Consulente del Lavoro, che si fermano all`invio del modello (SR41) contenente le ore spettanti di cassa e i dati anagrafici e bancari del dipendente. Fatto questo, niente è più nella disponibilità del Consulente stesso”, spiegano.
Tutt`altro ragionamento va fatto per la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (Cigd), che si applica a tutte le attività che non rientrano nelle altre tipologie. La grande differenza procedurale sta nella competenza che è assegnata alle Regioni. Da ciò ne discendono 21 regolamentazioni diverse, sotto forma di Accordi, che recepiscono (e in molti casi derogano) i contenuti del decreto cura Italia all’esame del Senato “regolamentando i termini di concessione dell`ammortizzatore sociale in deroga. Al termine dell`iter procedurale svolto dalla Regione, viene comunicato l`esito all`Inps che provvede al pagamento. Qui le difficoltà della liquidazione rapida dell`importo maturato aumentano, proprio per le diverse modalità concepite dalle Regioni stesse”.
Ciascuna Regione “ha tempi, procedure e modalità diverse: situazioni che complicano il cammino che porta alla liquidazione.
In questo momento, nella stragrande maggioranza delle Regioni (ben 13!) non è stata avviata la procedura, quindi la possibilità di presentazione delle istanze. E in altri casi (ben 5!) non è stato ancora neanche approvato l`Accordo. È troppo facile ed evidente intuire che i tempi per la gestione e la liquidazione degli importi di Cassa Integrazione non saranno brevi”.
C`è infine una “grande tematica che riguarda sempre la Cassa Integrazione in Deroga. Concerne gli “obblighi ulteriori” introdotti dalle parti sociali nella trattativa con le Regioni, vincoli non previsti o addirittura esclusi esplicitamente dal decreto”, concludono.
TN