Alla fine del 2023 i consumi delle famiglie italiane dovrebbero segnare un aumento del +1,2% rispetto al 2022. È quanto stima Confesercenti presentando i dati nel corso della sua assemblea annuale. Un risultato positivo anche se leggermente inferiore alle attese della Nadef dello scorso settembre e, soprattutto, dovuto principalmente alla buona performance della prima metà dell’anno. Nel confronto con il 2022, sottolinea la confederazione degli esercenti, i consumi sono cresciuti del +3,7% e del +1,2% nel periodo gennaio-marzo e aprile-giugno, mentre sono diminuiti del -0,2% nel trimestre estivo.
In presenza di un’ulteriore caduta reale dei redditi da lavoro (-1,3% nel 2023 che porta a una flessione cumulata del 2,5% rispetto al 2021), la dinamica dei consumi è stata sostenuta dalla forte riduzione della propensione al risparmio, scesa sui livelli più bassi degli ultimi 35 anni. Una condizione che probabilmente verrà meno nel corso del 2024, quando a fronte di elevati tassi di interesse, le famiglie italiane saranno nuovamente indotte ad aumentare il proprio risparmio, con una crescita dei consumi che si fermerebbe di conseguenza allo 0,8%, cinque decimi di punto in meno rispetto a quanto prospettato nella Nadef, pari a 4,2 miliardi di euro.
Quanto alle proiezioni per le festività di fine anno, gli italiani progettano di spendere in media 223 euro per i regali di Natale, il 13% in più dello scorso anno. A dare la spinta, però, è anche l’aumento dei prezzi: al netto dell’inflazione sui beni, infatti, l’incremento di spesa sul 2022 si riduce al +6%.
e.m.