Nelle giornate di mercoledì 22 e giovedì 23 ottobre, si sono svolti a Roma, presso la sede nazionale della Confindustria, due nuovi incontri nell’ambito della trattativa per il nuovo Contratto dei metalmeccanici. Stiamo parlando della prima coppia di appuntamenti che erano stati programmati al termine dell’incontro svoltosi, nella stessa sede, lunedì 6 ottobre scorso. La seconda coppia rimane fissata per le giornate di giovedì 30 e venerdì 31 ottobre.
L’infittirsi di questi incontri negoziali nel corrente mese di ottobre ci dice due cose.
La prima, è che questa trattativa si è ormai caratterizzata come una delle più faticose rispetto all’intera storia contrattuale della maggiore categoria dell’industria. Per rendersene conto, basti pensare al fatto che la seduta inaugurale del negoziato risale al 30 maggio dell’anno scorso.
La seconda è che, pur tra mille difficoltà, il negoziato non solo sopravvive a queste stesse difficoltà, ma sembra capace di andare avanti, anche se a piccoli passi.
Almeno, è questa l’impressione che si ricava dalla lettura incrociata dei comunicati emessi ieri, a metà pomeriggio, dalle organizzazioni sindacali e da quelle imprenditoriali. Due comunicati che risultano, entrambi, abbastanza abbottonati circa le posizioni sostenute, al tavolo negoziale, dalle due delegazioni, e che però consentono di farsi almeno un’idea circa il punto cui è giunto il negoziato stesso.
A rivelare il senso e la causa di questa relativa, quanto parallela, reticenza su ciò che le parti trattanti si sono effettivamente dette, è il comunicato unitario dei sindacati. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil scrivono, infatti, che “i lavori” del duplice incontro “si sono aperti in plenaria e sono proseguiti in delegazione ristretta”.
Ancor più esplicitamente, il comunicato congiunto di Federmeccanica e Assistal sostiene che “la convocazione delle delegazioni al completo e lo svolgimento delle trattative in delegazioni ristrette hanno permesso di coniugare un ampio coinvolgimento con un approccio operativo”.
Traduzione. A partecipare alla due giorni di incontri sono state convocate le delegazioni delle due parti al completo. Ciò, appunto, per non dare, all’interno delle organizzazioni coinvolte, l’impressione che i vertici delle stesse organizzazioni volessero accordarsi fra loro scavalcando le volontà delle rispettive basi. Al contempo, rispetto ai punti più ostici del negoziato, si è preferito tenere delle sedute a delegazioni ristrette che rendessero più rapido l’esame di tali punti. Più rapido, ma, prudentemente, non ancora divulgabile.
Per ciò che riguarda le materie affrontate nel corso della due-giorni, il comunicato sindacale specifica che nella prima giornata si è parlato di “salute e sicurezza, formazione e inquadramento”, mentre nella seconda giornata il confronto ha riguardato i seguenti temi: “malattia, lavoratori stranieri, diritti sindacali, campo di applicazione, osservatorio nazionale, diritti di informazione-partecipazione e politiche di genere”.
Dal canto loro, Federmeccanica e Assistal spiegano che, nella due-giorni, “è stato ripreso il lavoro già fatto in sede di Commissione sui diversi punti per approfondirli e svilupparli ulteriormente in un’ottica negoziale”.
E veniamo ai giudizi delle due parti sui risultati conseguiti. Prudenti i sindacati. Fim, Fiom e Uilm scrivono, infatti, che “le due giornate sono state importanti in quanto si sono affrontati alcuni temi della parte normativa, approfondendone tutti gli aspetti in una dinamica di confronto negoziale, non limitato solo a fotografare le rispettive posizioni”. “Al contempo”, aggiungono i sindacati, quasi a voler smorzare eventuali eccessi di ottimismo, “la discussione è stata complessa, in quanto i punti di convergenza restano quantitativamente e qualitativamente minori rispetto ai punti sui quali permangono ancora significative distanze”.
Più stringato il giudizio della parte datoriale. “Nel corso dei lavori”, scrivono Assistal e Federmeccanica, “è emerso qualche margine di possibile convergenza”, mentre “sono state registrate diverse distanze tra le rispettive posizioni”.
Dunque, ci pare di poter dire che, al momento, la parola più significativa per parlare dello stato del negoziato sia la parola “distanze”. Infatti, è questo il termine che è stato scelto da entrambe le parti per i propri rispettivi comunicati.
E adesso? Cosa possiamo aspettarci per gli incontri fissati per la settimana prossima?
Senza entrare nel merito del negoziato, Federmeccanica e Assistal si assumono un impegno: “Continueremo a impegnarci con spirito propositivo e costruttivo per cercare soluzioni con l’obiettivo di trovare un equilibrio sui singoli aspetti e nell’insieme”.
Più espliciti i sindacati. “Il confronto – precisano Fim, Fiom e Uilm – riprenderà il 30 e il 31 ottobre a partire dai temi di orario di lavoro, mercato del lavoro, appalti e politiche attive.” Ma ecco, finalmente, un punto di merito: “Risulta evidente che la questione legata alla struttura e alla quantificazione dell’aumento del salario sia fondamentale per poter puntare a definire un’ipotesi di accordo. Occorre trovare giusti equilibri nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Concludendo. In questa trattativa, ci sono ancora distanze fra le parti. Ciò è particolarmente vero, come si era potuto immaginare fin dall’inizio, per quanto riguarda la questione del salario.
Ma immaginiamo anche che, dopo quasi un anno e mezzo di trattativa, la loro lunga e ricca esperienza negoziale consentirà alle parti di trovare un’intesa. E ciò anche se tutto ciò che c’è attorno a questa stessa trattativa – dall’influsso della guerra di Putin sui prezzi dell’energia, ai dazi di Trump, alle incertezze dell’Unione Europea, all’assenza, nel nostro Paese, di forme percepibili di politica industriale – ha fin qui reso tale compito particolarmente difficile.
@Fernando_Liuzzi





























