Il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio in occasione della presentazione del decimo rapporto sulle Infrastrutture alla camera ha delineato i prossimi interventi del ministero dopo la recente riforma degli appalti.
“Stanno per uscire dal ministero le linee guida per la selezione delle opere pubbliche perché è giusto che i criteri di valutazione e di selezione siano condivisi e insieme discussi col Parlamento e con tutti perché non è che come ministero o come Governo vogliamo arrogarci il diritto di decidere da soli”.
In passato, ha detto Delrio, c’erano più “proclami e meno di programmazione. Credo che il codice degli appalti e il lavoro del Parlamento e del governo abbia rimesso in fila i problemi reali del paese e sul piano delle opere pubbliche”. I progetti, ha tenuto a sottolineare il ministro, non avevano “nessun grado di maturità” e questa era la causa di “varianti”, “lievitazione dei costi” e “incertezze sui tempi” e per “opere superiori a 50 milioni di euro il tempo medio era di 12 anni di esecuzione e ciò era dovuto “in buona parte” a “inerzie amministrative e incapacità di progettare”. Ora, ha detto Delrio, il governo ha posto al centro la “valorizzazione dell’esistente”, la “pianificazione cioè il rendere accessibili e competitive” le aree urbane, la mobilità sostenibile e il sostegno alle attività industriali. Le opere che si è iniziato a selezionare come prioritarie mirano “a rendere competitivi i territori e il sistema economico”.