Un 25 aprile di polemica, lotta e resistenza, ma anche di rivendicazione. Dai palchi della celebrazione, Cgil, Cisl e Uil rinnovano la chiamata alle piazze per il “maggio caldo” dei sindacati, che hanno indetto tre manifestazioni interregionali a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio) per alzare la voce contro un governo sempre più sordo alle esigenze del Paese. Ma prima di questi tre appuntamenti c’è l’attesa discussione del Dl lavoro, per il quale è stato convocato un Cdm proprio nella giornata della festa del lavoro, il 1 maggio, a cui tuttavia i sindacati non sono stati invitati.
“Questo metodo di mancato confronto è inaccettabile, ecco perché pensiamo che il Governo prima del Consiglio dei ministri farebbe bene a incontrare le organizzazioni sindacali”, rivendica il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del corteo di Milano, sottolineando che l’unico modo per affrontare le problematiche del mercato del lavoro siano il dialogo e il confronto, “il metodo che ci aiuta a incrociare tutte le sfide collegate del Paese”.
Dal palco di Porta San Paolo a Roma, il leader della Cgil, Maurizio Landini, ribadisce: “Valuteremo quello che il Governo farà, ma pensare una volta all’anno al mondo del lavoro per poi fare danni non è quello che serve”.
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, rimane tra le righe e sottolinea che il 25 aprile “è la Festa di tutti gli Italiani, perché dalla Resistenza è emerso un lascito: democrazia e libertà per tutti. Questa giornata, dunque, va celebrata per ricordare, ma anche perché si rinnovi l’impegno a rendere effettivi e concreti quei diritti di cittadinanza e quelle libertà che non sempre sono garantiti e fruibili da tutte le persone”.
e.m.