Il decreto rilancio è un provvedimento “imponente” e “non mancano interventi positivi, frutto di un costruttivo, seppur tardivo, confronto con il mondo delle imprese, tra i quali quelli in materia di Irap, efficientamento energetico e pagamento dei debiti della pubblica amministrazione”. Tuttavia, “non possiamo non rilevare come il provvedimento in esame sia ancora fortemente orientato alla gestione della fase emergenziale dell’economia e poco invece al rilancio del sistema produttivo”. Così il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio della Camera.
Secondo l’associazione degli imprenditori “manca un disegno complessivo per la ripresa, che parta dal potenziamento degli investimenti, pubblici e privati, da una riforma del fisco al servizio della crescita e dal sostegno alla domanda”. Panucci ha ricordato che è “apprezzabile” la definitiva eliminazione delle clausole di salvaguardia, ma “l’eccessiva frammentazione delle misure, nonché la necessità di numerosi provvedimenti attuativi e gli adempimenti burocratici in molti casi richiesti rischiano di vanificare l’obiettivo di avere misure efficaci e immediatamente disponibili”.
Il decreto rilancio, ha aggiunto Panucci, è anche “carente nel costruire un set di strumenti per la gestione della complessa stagione di crisi industriale che si sta profilando e che avrà pesanti ricadute sul piano occupazionale”.
TN