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Home - In evidenza - Economia, Bankitalia taglia la stima di crescita del Pil 2024 a 0,6%, alza nel 2025 a 1,1%

Economia, Bankitalia taglia la stima di crescita del Pil 2024 a 0,6%, alza nel 2025 a 1,1%

15 Dicembre 2023
in In evidenza, Notizie del giorno
Bankitalia avverte, probabile recessione

La Banca d`Italia ha confermato la previsione di crescita e economica sull’insieme di quest’anno allo 0,7%, ma ha rivisto al ribasso la stima sul 2024 allo 0,6% e leggermente alzato quella sul 2025 all’1,1%, pronosticando un livello di espansione analogo anche sul 2026.

Le nuove cifre sono state pubblicate dall’istituzione di via Nazionale nell’ambito delle proiezioni elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e la Bce, che ieri ha pubblicato le cifre aggiornate per la media dell’area euro. Si basano sui dati congiunturali disponibili fino al 30 novembre, secondo quanto riporta un comunicato. Queste previsioni vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banktalia stimava la crescita 2023 allo 0,7%, quella sul 2024 allo 0,8% e quella sul 2025 all`1%.

“Dopo il leggero aumento nei mesi estivi, le informazioni congiunturali più recenti segnalano che il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso – afferma Bankitalia -. Il prodotto tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera”.

L’istituzione avverte che le proiezioni “sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale – si legge – che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficoltà dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali”. A frenare la crescita potrebbe contribuire anche un eventuale peggioramento, più marcato del previsto, delle condizioni di finanziamento.

Stima al ribasso per le previsioni di inflazione, che fin dal prossimo anno si assesterebbe a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno l’istituzione di via Nazionale pronostica un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all`1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%. Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. Le previsioni, elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e Bce, vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banca d’Italia stimava l’inflazione 2023 al 6,1%, sul 2024 2,4% e sul 2025 1,9%.

Se per la crescita economica i rischi restano sbilanciati verso l’indebolimento, secondo l’istituzione sull’inflazione “sono più bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime. Per contro, la possibilità di un deterioramento dello scenario internazionale e di un impatto più marcato della restrizione monetaria rispetto a quanto stimato nello scenario di base – si legge – potrebbero tradursi in un andamento più contenuto di salari, margini di profitto e inflazione al consumo”.

La Banca d`Italia ha rivisto leggermente al ribasso anche le previsioni sul tasso di disoccupazione nella Penisola per quest’anno e il prossimo: la stima è di 7,7% sia quest’anno che sul 2024, una limatura al 7,6% sul 2025 e un calo al 7,4% sul 2026. Lo scorso settembre sulla disoccupazione prevedeva 7,6% sia sul 2023 che sul 2024 e il 2025.

Le previsioni sulla crescita dell’occupazione sono state riviste in meglio, salvo che sul 2025: 1,9% quest’anno, 0,8% il prossimo e poi 0,4% di crescita sia sul 2025 che sul 2026. Tre mesi fa Bankitalia prevedeva su questa voce 1,7% di crescita quest’anno, 0,6% sul prossimo e 0,5% sul 2025.

redazione

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