“La decisione di ArcelorMittal di licenziare tre lavoratori dello stabilimento di Genova- Cornigliano dimostra ancora una volta che i licenziamenti sono diventati il provvedimento disciplinare privilegiato dalla multinazionale”. Lo hanno spiegato Francesca Re David, segretario generale Fiom-Cgil, e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia
Inoltre, “nella situazione in cui si trova l`ex Ilva, questa modalità, sempre inaccettabile, rischia di assumere i caratteri di una vera e propria campagna intimidatoria verso i lavoratori e verso i sindacati. Verso tutti coloro, cioè, che hanno denunciato in questi mesi una condizione degli stabilimenti diventata insostenibile. Si sono fermati gli investimenti; si è ridotta fino ad azzerarsi la manutenzione ordinaria e straordinaria; sono aumentati i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori; per non dire della crescente insicurezza generale che circonda le prospettive industriali, occupazionali e del nuovo assetto societario del gruppo. Oggi la risposta immediata dei lavoratori di Genova è una reazione necessaria, che chiama in causa, oltre alle responsabilità di ArcerlorMittal, anche i ritardi e i silenzi del Governo”, hanno concluso.
“La siderurgia è strategica per il nostro Paese, c`è bisogno di un tavolo di coordinamento per l’intero settore, ma ancor di più risolvere tutti i nodi in sospeso della vertenza ex Ilva così come era stato fatto con l’accordo del 06 settembre 2018”. Ad affermarlo è la Fim Cisl ricordando che si è svolta questa mattina l`assemblea dei lavoratori di Arcelor Mittal. L`assemblea è stata convocata “in seguito al licenziamento disciplinare avvenuto in questi giorni per 3 lavoratori (pare in arrivo anche la quarta)”.
La Rsu e la segreteria Fim Cisl “hanno espresso in assemblea la solidarietà ai lavoratori con la speranza che possano dimostrare l`estraneità ai fatti imputati in sede giudiziale con un provvedimento che a noi pare sproporzionato. La Fim non ha ritenuto opportuna la mobilitazione proposta dalla Fiom con conseguente blocco dei varchi che rischiano di compromettere l`accordo sindacale che già ci è costato molte ore di sciopero e che ha permesso una gestione a rotazione di quasi la totalità dei dipendenti e che non produrrà nessun reintegro in quanto ormai in fase giudiziale”.
“Non abbiamo mai lasciato soli i lavoratori e continueremo a farlo dicendo a chiare lettere che siamo preoccupati dalla situazione di incertezza che ancora aleggia sul futuro della siderurgia e del nostro stabilimento di Cornigliano. Siamo legati all`accordo sindacale del 6 settembre che è stato messo in discussione. Servono risposte chiare dal governo, serve capire cosa succederà entro il 30 novembre”, conclude la Fim Cisl.
TN