Il Governo sta mettendo a punto il decreto per il prestito ponte di 320 milioni di euro per la gestione delle attività dell’ex Ilva e nelle prossime ore saranno trasferiti da Ilva in As ad Acciaierie d’Italia i primi 150 milioni per la manutenzione degli impianti. È quanto emerso ieri dal doppio incontro a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati.
Non ci sono particolari criticità per quanto riguarda il prestito ponte, assicura il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e al proposito, una risposta definitiva da parte dell’Unione europea è attesa nelle prossime settimane. Inoltre, Giorgetti ha assicurato che il Governo sta preparando il decreto interministeriale per il prestito ponte appena i commissari ne faranno richiesta. Il commissario Quaranta pensa di concludere la disamina sulla situazione degli impianti per la prima metà di aprile e su quello avanzerà la richiesta sulle risorse. Entro un mese sarà poi presentato il piano industriale da parte dei commissari di Acciaierie d’Italia.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha rassicurato circa nuovi interventi sugli ammortizzatori sociali, oltre a quelli già previsti e attivi, nel caso se ne dovesse rappresentare la necessità. Misure specifiche per l’indotto, per cui l’ipotesi è uno strumento straordinario fuori dalla cassa ordinaria per 10 settimane.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha poi riferito che per quanto riguarda la produzione sono in corso le attività propedeutiche alla riattivazione dei forni 1 e 2 dell`impianto di Taranto, per la quale saranno necessari circa 6 mesi.
Ma i sindacati esprimono insoddisfazione per i risultati illustrati. “Le nozze coi fichi secchi non si fanno. I lavoratori che fanno le manutenzione e la messa in sicurezza devono poter rientrare tutti al lavoro, c’è bisogno che le risorse arrivino rapidamente: 150 milioni non bastano, sui 320 milioni il il Governo dice che ci sono dei tempi. Riteniamo siano troppo lunghi. Abbiamo chiesto al Governo di intervenire in modo più rapido”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, al termine dell’incontro.
Per il leader della Uil-Uilm, Rocco Palombella, “i 150 milioni sono come le mucche di Mussolini. Sapevamo di queste risorse, il problema è che bisogna sbloccarle. La situazione attuale non consente più di aspettare. Non abbiamo ottenuto quelle garanzie che volevamo: capire quando si inizia a parlare di rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione, mettere mano alle manutenzione, fare gli investimenti, livelli produttivi dell’altoforno 4. Siamo ancora in una fase di difficoltà. Continueremo a incalzare il governo. No a spacchettamenti come vorrebbero voci che circolano in questi giorni”.
Più cauto il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che giudica positivo l’incontro con il governo, ma chiede “tempi certi sulle risorse e la manutenzione degli impianti”. Al termine della riunione, Uliano ha sottolineato che “sarà fondamentale capire come e dove allocare le risorse per poter arrivare alla saturazione produttiva di Afo 4 e procedere al riavvio di Afo 2 e Afo 1 dopo i processi manutentivi. Fondamentale capire i tempi di disponibilità delle risorse per gli acquisti di materie prime e questo potrà dare garanzia di riavvio degli impianti e rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione. Cigs su cui chiediamo un confronto per poter garantire migliori condizioni ai lavoratori in attesa del rilancio impiantistico. Al pari di questi temi, bisognerà stabilire il futuro occupazionale dei 1600 lavoratori di Ilva in AS anche in relazione alle condizioni di convivenza delle due amministrazioni straordinarie, tenendo presente la validità dell`accordo del 6 settembre 2018”.
e.m.