Una maglietta con la scritta “I bambini di Taranto vogliono vivere” accompagna la lettera che l’associazione Genitori tarantini ha inviato alla sindaca di Genova, Silvia Salis. Nella missiva, inviata a pochi giorni dalla firma per il piano di decarbonizzazione dello stabilimento tarantino che si terrà giovedì 31 al Mimit, si denunciano le “gravi ingiustizie ambientali e sanitarie” che affliggono la città jonica. “Abitiamo nell’unico posto dell’intera Unione europea inserito tra le zone di sacrificio dalla Commissione Onu per i Diritti umani” scrive l’associazione, chiedendo la solidarietà della sindaca: “Desidereremmo tantissimo la solidarietà della sindaca di Genova”, avanzando l’invito a indossare pubblicamente la maglietta come segno di vicinanza.
Inoltre, si denuncia la disparità di trattamento tra Cornigliano e Taranto non solo dal punto di vista ambientale – “ci piace che Genova si sia liberata della produzione a caldo nel 2005, ci piace meno che siano state installate altre due batterie e un altoforno a Taranto” – ma anche da quello della tutela dei livelli occupazionali. La chiusura dell’area a caldo a Cornigliano, evidenziano gli scriventi, fu accompagnata dalla tutela dei posti di lavoro, mentre a Taranto si continua a produrre acciaio “strategico per la nazione” a costo della salute pubblica.
L’associazione ricorda l’azione legale avviata a Milano nel 2022 per la chiusura della produzione a caldo, oggi in attesa di una sentenza, dopo la pronuncia della Corte di Giustizia UE (25 giugno 2024).