“Dopo il tavolo di oggi a Palazzo Chigi siamo ad un passo dallo scontro. È passato oltre un mese e siamo ancora al punto di partenza. Abbiamo ribadito al Governo la necessità dell’assunzione di responsabilità con la salita del capitale pubblico. Ma nel corso dell’incontro di oggi ci sono state prospettate tre ipotesi. La prima Arcelor Mittal accetta di investire; la seconda la multinazionale dichiara di essere d’accordo a uscire; la terza nessun accordo possibile e quindi l’amministrazione straordinaria”. Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil
“Ci sarà un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali – proseguono – tra il 9 e 10 gennaio, dopo l’8 gennaio, giorno in cui il Governo incontrerà Arcelor Mittal. In quell’occasione il Governo dovrà dirci se sta con i lavoratori e l’interesse generale del Paese, piuttosto che con la multinazionale”.
“Siamo all’atto finale. Il tempo che il Governo sta dedicando ai buoni rapporti con la multinazionale, è tempo che sta aggravando la situazione dei lavoratori, degli impianti e delle città. Come Fiom-Cgil, dopo il prossimo incontro, valuteremo insieme alle altre organizzazioni sindacali tutti gli strumenti sindacali e legali per tutelare gli interessi dei lavoratori, degli impianti e del paese”, concludono i sindacati.
“Oggi è stato l’ennesimo incontro negativo a Palazzo Chigi, peggio di così non poteva andare. Il Governo è rimasto l’unico in Italia a credere a un futuro dell’ex Ilva legato ad ArcelorMittal”. Lo dichiara Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
“Non sono bastati questi quattro anni, con il record negativo della produzione, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, incertezze per la retribuzione per migliaia di lavoratori dell’appalto, usati come scudo per minacciare l’ipotesi di amministrazione straordinaria, che pur vedendo la nostra contrarietà, non va comunque utilizzata come pretesto per prendere ulteriore tempo. Inoltre – prosegue il leader della Uilm – manca il completamento dell’ambientalizzazione, ci sono problemi di sicurezza a causa dell’assenza di manutenzione e continue provocazioni e umiliazioni nei confronti dei lavoratori”.
Palombella ritiene inaccettabile di dover “attendere fino al prossimo 8 gennaio, quando il Governo incontrerà i vertici di ArcelorMittal, per conoscere le loro intenzioni. Per noi non c’è più tempo da perdere, non c’è nessuna condizione per continuare a far gestire l’ex Ilva da ArcelorMittal. È una vergogna inaudita che contrasteremo con ogni mezzo per il futuro dell’ex Ilva e la dignità dei lavoratori. Noi continueremo a lottare fino alla fine perché non saremo mai complici di questo scempio e di una chiusura che rappresenterebbe un disastro senza precedenti. Senza cambio di governance – conclude – non ci può essere un futuro per l’ex Ilva, per il risanamento ambientale, per la salvaguardia occupazionale e la continuità produttiva”.
tn