In occasione dell’assemblea pubblica annuale, Farmindustria illustra i dati positivi raggiunti dal settore nel 2015. In particolare, dal 2010 al 2015 l’industria farmaceutica è prima tra i settori manifatturieri per crescita: della produzione industriale (+11% rispetto a -7%); dell’export (57% rispetto al 23%); della produttività (21% rispetto a 5%).
Secondo uno studio della Banca d’Italia, la farmaceutica è l’unico settore ad aver aumentato la capacità produttiva. L’industria farmaceutica in Italia è caratterizzata da una composizione unica in Europa, con un contributo bilanciato di aziende a capitale italiano (40%) ed estero (60%).
Sul fronte di ricerca e sviluppo, gli investimenti sono aumentati del 15% negli ultimi due anni, le domande di brevetto sono cresciute del 54% nel 2015 e si contano più di 300 prodotti biotech in sviluppo.
Nel 2015 gli investimenti in ricerca nel paese sono stati 1,4 miliardi (7% del totale in Italia), gli addetti hanno raggiunto quota 6.100 e le imprese hanno contribuito con 700 milioni agli studi clinici presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
Secondo un’indagine di Bain & Company, il 75% delle aziende è intenzionato ad aumentare le spese in R&S nei prossimi anni e il 20% a confermarle.
Per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica, Farmindustria fa sapere che la spesa dello stato è di 285 euro pro capite all’anno, circa 80 centesimi al giorno. Rispetto alla media dei big Ue (406 euro), la spesa è più bassa del 30%, per un totale della spesa farmaceutica pubblica di circa 18 miliardi.
I prezzi dei medicinali sono inferiori del 15/20% a quelli dei principali Paesi europei. Negli ultimi 5 anni la spesa per beni e servizi nella sanità è cresciuta meno che negli altri settori della pubblica amministrazione, 1% rispetto a 7% e la farmaceutica è diminuita dello 0,3%.