“Più che presentare la 154esima indagine congiunturale di Federmeccanica, stiamo presentando il primo bollettino di una guerra e di una recessione senza precedenti”. Con queste parole Stefano Franchi, direttore di Federmeccanica, ha aperto la conferenza stampa di presentazione della dalla 154esima indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica del nostro paese. “Sono numeri, ha proseguito Franchi, terribili, che non vivono solo nei grafici, ma nelle nostre aziende e nei nostri territori. Numeri dovuti alla grave crisi sanitaria, sociale ed economica che ci colpiti”. Uno shock che non ha precedenti nella storia, minimamente paragonabile alla crisi dei mutui sub prime del 2008, di quella dei debiti sovrani del 2011 e neanche della crisi petrolifera del ’75.
Venando ai numeri, ad aprile, per la produzione metalmeccanica ci sono stati volumi dimezzati rispetto a febbraio (- 54,6%) e la tendenza per il secondo semestre si conferma recessiva. Dati “allarmanti” e “preoccupanti”, che rendono necessari “interventi strutturali immediati” per rilanciare il Paese.
Sulla base delle indicazioni che emergono dalla rilevazione il 41% teme di perdere in modo strutturale quote di fatturato sul mercato interno e il 47% su quelli esteri. Nel bimestre marzo-aprile l`attività produttiva metalmeccanica ha registrato una contrazione congiunturale media pari al 47,6% rispetto ai due mesi precedenti e al 44,1% nel confronto con l`analogo periodo del 2019. Al crollo registrato nel mese di marzo, pari al 40,3% rispetto a febbraio, ha fatto seguito una nuova caduta del 24% nel mese di aprile.
Complessivamente i volumi di produzione metalmeccanica realizzati nel mese di aprile risultano più che dimezzati (- 54,6%) rispetto a febbraio. Risultato peggiore delle dinamiche produttive dell`intero comparto industriale diminuite nello stesso periodo del 42,1% e di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011 innescate rispettivamente dai mutui subprime e dalla crisi dei debiti sovrani dei paesi dell’Eurozona.
Il forte calo dell’attività metalmeccanica è stato determinato oltre che dalla caduta della domanda interna anche da una contrazione della componente estera. Nel mese di marzo, infatti, le quote di fatturato metalmeccanico destinate ai mercati esteri sono diminuite del 21,1% rispetto allo stesso mese del 2019; le importazioni si sono ridotte del 22,5%.
Sulla base delle indicazioni che emergono dai risultati relativi alla consueta indagine trimestrale, la fase recessiva dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre: il 63% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento; il 71% prevede ulteriori cali di produzione rispetto al primo trimestre; il 34% ritiene di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali.
Peggiora, nel contempo, la situazione della liquidità aziendale ritenuta cattiva o pessima dal 32% degli intervistati rispetto a percentuali pari o inferiori al 10% indicate nelle indagini più recenti.
Il vicepresidente di Federmeccanica, Fabio Astori, dice che “è estremamente difficile stabilire la reale portata dello choc da coronavirus per la nostra economia, in quanto le stime sono condizionate dall’incertezza sulla durata, l’intensità e l’evoluzione stessa del Covid-19.
Sicuramente però le ricadute per l’economia globale saranno molto più gravi di quelle delle crisi del 2008 e del 2012″. Astori ricorda che il Fondo monetario internazionale ha stimato per il 2020 una contrazione del 3% con un calo più marcato per le economie avanzate (- 6,1%) e più contenuto per i mercati emergenti e i paesi in via di sviluppo (- 1,0%). La commissione europea ha previsto per quest`anno una caduta nell`Eurozona del 7,7%. Per quanto riguarda l`Italia, sia il Fondo monetario che la commissione Ue prevedono un crollo del Pil di oltre 9 punti percentuali.
Nell’ambito del metalmeccanico i forti cali produttivi risultano diffusi a tutte le attività del settore. In particolare, nel bimestre marzo-aprile la produzione del comparto della metallurgia è crollata del 44,1% rispetto al bimestre precedente; quella di prodotti in metallo del 45,1% e quella di macchine e materiale meccanico del 45,6%. La produzione di altri mezzi di trasporto (navalmeccanica, aerospaziale, motocicli, materiale ferrotranviario) si è ridotta del 60,2% e quella di autoveicoli e rimorchi del 74,9%.
“L’industria metalmeccanica nel suo complesso e le attività in cui essa si disaggrega – prosegue Astori – hanno riscontrato risultati peggiori rispetto a quanto osservato nei principali paesi dell’Eurozona. La pandemia sta avendo sulla nostra economia e sull’attività produttiva delle nostre imprese effetti devastanti che potranno determinare nel lungo periodo un impatto pesantemente negativo sulla struttura produttiva del nostro sistema industriale con anche perdite di quote di mercato. Per questo ci aspettiamo da parte del Governo e della politica nel suo complesso una risposta forte e concreta, che individui le direttrici strategiche su cui investire i fondi pubblici e quelli, obiettivamente importanti, che l’Unione europea ci metterà a disposizione”.
TN