Sciopero dei metalmeccanici Fiom, lunedì 23 luglio, in risposta all’incontro separato convocato dalla Federmeccanica, su richiesta di Fim e Uilm, per avviare la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale. Ad annunciarlo oggi, in una conferenza stampa, il leader delle tute blu Cgil, Maurizio Landini che ha definito la scelta di Federmeccanica come “un attacco alla democrazia che non ha precedenti nel nostro paese” e che “non discrimina solo la Fiom, ma tutti i lavoratori” ad essa iscritti che rappresentano la maggioranza dei metalmeccanici.
Inoltre, ha sottolineato Landini, la convocazione separata è “una violazione esplicita” dell’accordo del 28 giugno del 2011, sottoscritto da tutti i sindacati e dalla Confindustria, dal momento che l’intesa precisa “in modo molto chiaro il diritto di partecipare alle trattative per il rinnovo dei contratti nazionali da parte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative”. “Perché Confindustria – chiede Landini – permette alla Federmeccanica di non applicare un accordo da lei stessa firmato e stabilire quali sindacati possono trattare e quali no?”.
“Fiat, pur essendone fuori, sta dettando la linea a Federmeccanica, che sta facendo peggio di quanto non abbia già fatto la casa automobilistica”, ha aggiunto il leader della Fiom.
La modalità delle agitazioni, ha spiegato infine Landini, verrà decisa su base territoriale e le mobilitazioni saranno accompagnate da presidi di fronte alle sedi locali di Confindustria. Inoltre, annuncia il sindacalista, verso i primi di settembre si riunirà il Comitato centrale e verrà anche convocata una grande assemblea dei delegati di tutta Italia per capire quali azioni intraprendere per difendere il contratto nazionale.
Nel frattempo è arrivata la replica di Federmeccanica: nessuna violazione dell’accordo del 28 giugno, ma precisa l’associazione delle imprese metalmeccaniche “è stato chiesto alla Fiom un incontro di chiarimento per la condivisione dell’oggetto della trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Ma le tute blu della Cgil hanno opposto un rifiuto”.
Rifiuto, ha spiegato Landini in conferenza stampa, dovuto “alla scelta discriminatoria e illegale della Federmeccanica” che aveva convocato la Fiom il giorno successivo a quello previsto per l’avvio di trattativa.
Per l’associazione delle aziende di settore “non esiste, come viene preteso, alcuna violazione dell’accordo interconfederale del 28 giungo 2011 né alcun intento discriminatorio, ma l’esigenza di impostare il negoziato sulla base dei necessari requisiti di buona fede e correttezza ed è per questo che abbiamo ripetutamente chiesto alla Fiom di esprimere una posizione netta, chiara e inequivoca.
Ciò non è avvenuto”. Infine Federmeccanica auspica che “si possano determinare le condizioni utili per una partecipazione al tavolo contrattuale anche della Fiom”.
La federazione delle aziende aggiunge, infine, che “per quanto concerne il merito del prossimo contratto, se saremo nelle condizioni di arrivare a un accordo questo non potrà che essere strettamente aderente alle condizioni di grave crisi del settore e rispondere positivamente alle esigenze di competitività delle imprese in termini di produttività e flessibilità, intervenendo su tutte le cause che riducono l’efficienza aziendale a partire dall’assenteismo. E’ interesse comune, inoltre, il massimo contenimento dei costi”.
Di diverso avviso la Cgil, che definisce inaccettabile la scelta di Federmeccanica. “L’accordo del 28 giugno 2011 – ricorda la confederazione di Corso d’Italia – impegna le organizzazioni sindacali e Confindustria alla certificazione degli iscritti delle singole organizzazioni e dei risultati delle elezioni delle Rsu, individuando nel 5% la soglia minima di legittimazione a negoziare. Ne consegue che la Fiom Cgil, anche in attesa della compiuta certificazione, ha piena titolarità di partecipazione al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro”.
Francesca Romana Nesci