Con lo slogan “Non siamo sacrificabili” scendono in sciopero i lavoratori nelle aziende metalmeccaniche di Milano e provincia. In una situazione di emergenza come questa, secondo la Fiom Milano “non si possono usare due pesi e due misure: da una parte i cittadini, cui viene giustamente chiesto di “restare a casa” per diminuire le possibilità di contagio, dall`altra i lavoratori, in maggioranza operai (quelli che per le mansioni che svolgono non possono utilizzare lo smart working) obbligati a recarsi e restare in azienda, spesso in assenza delle condizioni di sicurezza previste dai decreti”.
Ieri hanno scioperato alla Scotsman Ice di Pogliano Milanese (che produce macchinari per la refrigerazione) e alla Bitron di Cormano (componenti per auto).
Oggi scendono in sciopero i lavoratori della Electrolux di Solaro (700, in maggioranza donne, e con lavoro alla catena), quelli della Lobo di Cornaredo (fabbrica che produce bulloni) e della Tecnomagnete di Lainate. Lunedì incroceranno le braccia i lavoratori della Lear Corporation di Pozzo d`Adda (che producono sedili per auto di lusso)”.
“Ci auguriamo – è il commento di Roberta Turi, segretaria generale della Fiom di Milano – che nell`incontro di oggi tra Governo e sindacati si prendano decisioni che tutelino le lavoratrici e i lavoratori. Non permettiamo a nessuno – tanto meno a chi, come i dirigenti delle associazioni datoriali sta asserragliato in ufficio e invia proclami in teleconferenza – di spiegarci che in questo momento la priorità è produrre lavatrici, bulloni o sedili per la Ferrari e la Lamborghini. Si facessero un giro in una fabbrica, Marco Bonometti e quelli che la pensano come lui”.