Nei prossimi anni l`Italia porterà avanti un graduale percorso di aggiustamento dei conti pubblici, che secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale vedrà l`indebitamento complessivo ridursi di quasi 13 punti di Pil al 2027 (al 142,5%), rispetto ai livelli cui era esploso nel 2020 (155,3%) a seguito dei lockdown e dei costi delle misure imposte a motivo del Covid.
Nel suo ultimo Fiscal Monitor, pubblicato in occasione delle assemblee assemblee autunnali, l`istituzione di Washington riprende le tabelle previsionali in parte diffuse già ieri con il World Economic Outlook. Il deficit di bilancio dell`Italia, che nel 2019 si era ridotto ai minimi storici, pari all`1,5% del Pil, e che è esploso al 9,6% nel 2020 e al 7,2% lo scorso anno, si smorzerà al 5,4% quest’anno, al 3,9% del Pil nel 2023, al 3,5% nel 2024, stabilizzandosi poi al 3% da 2025 a 2027.
Il debito pubblico, che nel 2019 si era ridotto al 134,1% del Pil e nel 2020 era lievitato al 155,3%, calando al 150,9% nel 2021, quest’anno si ridurrebbe al 147,2% e poi al 147,1% nel 2023, 146,1% nel 2024, 144,9% nel 2025, 143,5% nel 2026 e 142,5% nel 2027.
I danni lasciati alle finanze pubbliche dagli eventi e le misure del passato triennio si vedono anche sull’avanzo primario, il saldo tra entrate e uscite dello Stato prima della spesa per gli interessi sul debito. Prima di lockdown e misure a pioggia, l’Italia vantava uno degli avanzi primari più alti, pari all’1,7% del Pil nel 2019.
Nel 2020 è crollato in deficit per il 6,3% del Pil, restando in rosso nel 2021 per il 3,8%. E secondo il Fmi resterà in disavanzo quest’anno, al 2,1% del Pil, il prossimo allo 0,7% e nel 2024 con un rosso dello 0,4%. Nel 2025 è previsto tornare marginalmente positivo per lo 0,1% del Pil e restare a questo valore minimo fino al 2027.
tn