Un Protocollo innovativo, che mette assieme le responsabilità d’impresa con condizioni adeguate di lavoro e in grado di coniugare occupazione, salari e sicurezza: è quello messo a punto da Cgil, Cisl, Uil Friuli Venezia Giulia e indirizzato al governatore della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga. Il tema portante si ritrova negli appalti, leva imprescindibile per andare ad incidere in modo significativo su tutta una serie di diritti, da quello del lavoro in sicurezza al contrasto alla precarietà, passando per la tutela della retribuzione.
“La finalità di questo documento, che auspichiamo possa trovare consenso e pronta operatività, è quella di orientare il mondo degli appalti in un contesto di qualità e legalità del lavoro, eliminando il dumping contrattuale e valorizzando e incrementando la buona occupazione, che significa anche salari equi” – spiegano per Cgil, Cisl e Uil Fvg, i segretari generali Michele Piga, Alberto Monticco e Matteo Zorn.
Il protocollo, nello specifico, punta a definire vincoli normativi a garanzia che il risultato economico delle imprese non avvenga a danno dei lavoratori, a identificare i CCNL maggiormente rappresentativi come fonte di riferimento di principi e a potenziare un sistema di merito, assegnando un punteggio nella determinazione del bando dell’appalto che tenga conto dei criteri della salute e sicurezza sul lavoro, della buona occupazione, della tutela dei redditi, della crescita professionale ed, infine, dell’organizzazione del lavoro.
“In una logica di piena collaborazione tra istituzioni e organizzazioni sindacali e in virtù della potestà legislativa concorrente in materia di lavori pubblici della Regione – incalzano Piga, Monticco e Zorn – ci proponiamo di prevedere una vera e propria buona prassi operativa in materia di appalti, con una serie di regole per blindare anche trasparenza, vigilanza e legalità. Sono, ad esempio, previsti confronti preventivi con il RUP (Responsabile Unico di Progetto) e le stazioni appaltanti anche nel caso di affidamenti diretti, soprattutto in presenza di alta intensità di manodopera, e per condividere le clausole da inserire nei bandi di gara, analizzare la programmazione degli appalti e dei servizi in affidamento, e valutarne complessivamente l’insieme. Altro punto strategico, è rappresentato dall’aggancio degli appalti ai contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente rappresentativi e rispondenti in via prevalente all’oggetto dell’appalto o della concessione, con la clausola che la stazione appaltante dovrà farsi carico degli eventuali rinnovi contrattuali e che in caso di applicazione di un CCNL diverso, dovrà essere verificata l’equivalenza normativa e salariale”.
“Riteniamo – spiegano ancora i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Fvg – cruciale il richiamo ai contratti, tanto che chiediamo che l’applicazione del CCNL di maggior favore indicato dal bando di gara, oltre all’esistenza all’interno delle aziende partecipanti i bandi, della contrattazione di secondo livello e di altre forme di contratti sia oggetto di premialità”.
Si tratta di passaggi che fanno il paio con le misure volte alla tutela dell’occupazione, quali, ad esempio, l’applicazione di clausole sociali che garantiscano l’intero assorbimento del personale con le stesse ore contrattuali e il medesimo inquadramento, punteggi aggiuntivi per assunzione di persone disabili, giovani e donne, garanzia di giustificazioni dell’operatore economico nel caso in cui i costi della manodopera siano inferiori a quelli previsti dai documenti di gara, durata degli appalto non inferiore ai quattro anni per contrastare la precarietà lavorativa.


























