“Nella manovra finanziaria sul Sud c’è davvero pochissimo, bisogna guardare con la lente di ingrandimento per trovare qualcosa sul Sud. Per questo a giugno faremo una grande iniziativa di Cgil, Cisl e Uil, perché dal Sud ripartano crescita, sviluppo e di conseguenza il lavoro”. Lo ha annunciato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine del Consiglio generale della Cisl Campania in corso a Napoli.
“Ci siamo incontrati con Cgil e Uil – ha spiegato Furlan – anche a seguito della straordinaria partecipazione avuta alla manifestazione del 9 febbraio e abbiamo programmato tante iniziative tra cui anche un’iniziativa specifica a metà giugno proprio per il Sud, perché siamo molto consapevoli che se non riparte l’economia nel Mezzogiorno non ripartono gli investimenti e quindi il lavoro in questa parte così importante e bella del nostro paese non riparte l’Italia”.
La leader della Cisl ha poi commentato gli scioperi Fiom nel reparto stampaggio di Fca cha hanno provocato per oggi il fermo della produzione per un intero turno per mancanza di materiale sostenendo che “quando c’è lavoro, più produzione ed investimenti delle imprese, in questo caso Fca, si dà certezza per il futuro dell’azienda e per il lavoro, lo sciopero credo sia uno strumento che non va bene. Tassare le auto prodotte nel nostro paese – ha aggiunto – e fare anche scioperi quando c’è più lavoro sono due cose che fanno male non solo all’impresa ma anche al lavoro nel nostro paese”.
“Quella di Pomigliano, è una storia – ha detto Furlan – che viene da lontano. Ma oggi è uno stabilimento modello. Se oltre all’ecobonus che di fatto penalizza la produzione italiana aggiungiamo anche gli scioperi, perché si aumentano i turni sempre restando nell’ambito del contratto nazionale, diamo davvero risultati e sbocchi negativi a quella che rimane una delle più grandi imprese private nel nostro paese, con tanti occupati”.
“Io credo – ha spiegato Furlan – che ci voglia un salto di qualità, pretendere investimenti e certamente adeguare l’organizzazione del lavoro e fare formazione dei lavoratori perché questi investimenti siano al massimo produttivi. Lo sciopero è sempre uno strumento di cui i lavoratori e le organizzazioni sindacali si possono avvalere, proprio per questo non si devono sprecare”. Furlan è poi tornata sul reddito di cittadinanza: “mi sembra che ci siano ancora tante cose da chiarire – ha precisato – da rendere davvero effettive”.
“Ritengo sia una buona cosa – ha spiegato – che si dia un contributo così importante nella lotta contro la povertà, credo invece molto meno che attraverso il reddito di cittadinanza magicamente creiamo i posti di lavoro. I posti di lavoro non si creano in questo modo ma investendo sullo sviluppo”
E sulla Tav la segretaria generale della Cisl ha detto che “Bisogna affrontare subito il tema delle infrastrutture, che sono tutte bloccate nel Paese”. Furlan ha spiegato che “in molta parte del Paese, in particolare da Salerno in giù, abbiamo reti ferroviarie dei tempi dei Borbone, è ora di mettere mano a questa situazione. Ma anche per collegare il Sud e il Nord del paese, cosa di cui difficilmente sento parlare, e per i collegamenti con il resto dell’Europa. Partire dalle infrastrutture significa dare lavoro ai tanti disoccupati. Il no è uno sbaglio e invece sento no alla Tav Torino-Lione, no alla Pedemontana, no al tunnel del Brennero. Non è possibile andare avanti così. Abbiamo bisogno di collegarci con i mercati internazionali, così sosteniamo anche le nostre imprese”.
Furlan ha anche fatto gli auguri al nuovo segretario del partito democratico, Zingaretti . “Gli faccio tanti auguri. Mi aspetto tanta attenzione ai temi del lavoro e dello sviluppo, grandi assenti nella finanziaria varata lo scorso mese”.
“Ripartiamo dal lavoro e dalla crescita – ha aggiunto – coinvolgiamo in questo tutti i livelli istituzionali, le parti politiche e sociali. Questo paese ha bisogno innanzitutto di lavoro che si crea soltanto investendo risorse pubbliche, private, nella crescita. L’attenzione al lavoro è mancata da tanto tempo nel nostro paese, ultimamente in modo davvero preoccupante. non a caso dopo segni più sulla crescita su sviluppo e investimenti siamo drammaticamente tornati indietro.
Calano produzione industriale, investimenti pubblici e privati, di conseguenza cala il Pil e quindi il lavoro. Dobbiamo assolutamente cambiare rotta”.