“Speriamo davvero che con la ripresa ci sia finalmente da parte del presidente del Consiglio Conte una convocazione con le parti sociali”. E’ quanto ha auspicato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine del presidio dei sindacati confederali davanti a Montecitorio per protestare contro la reintroduzione dei voucher.
Un incontro, ha proseguito, “per discutere di crescita e quindi di investimenti. E’ quello che stiamo aspettando e di cui ha assolutamente bisogno il Paese. C’è tanta discussione rispetto alle regole, tra l’altro facendo errori come quello dei voucher, ed invece poco, poco impegno sulla crescita”.
E a proposito dei motivi alla base della manifestazione a Montecitorio, Furlan sostiene che la reintroduzione dei voucher nel turismo, negli enti locali e nell’agricoltura è “un errore ingiustificabile” che “crea ulteriore precarietà in un mercato del lavoro che ne ha già tanta”.
“Anche stamattina con le nostre categorie del commercio del turismo, le altre mattine con le nostre categorie degli agricoli, siamo qui per dire che stanno davvero facendo un errore ingiustificabile applicando a queste categorie e a quelle degli enti locali i voucher” ha detto.
“Già i contratti sia nel turismo che nel commercio che nell’agricoltura prefigurano la possibilità addirittura di contratti giornalieri – ha aggiunto – quindi non si capisce perché creare ulteriore precarietà in un mercato del lavoro che ne ha già tanta”.
Secondo Furlan “bisogna occuparci invece della crescita in questo Paese e i segnali di oggi e di ieri purtroppo sono negativi. Invece di creare altre forme di precarietà iniziamo davvero a parlare seriamente di investimenti in ricerca ed innovazione in infrastrutture. E’ di questo che il Paese ha bisogno”.
Mentre rispetto ai dati sul lavoro diffusi ieri dall’Istat “è un segnale di poca fiducia rispetto al futuro, di una crescita che si è rallentata in modo davvero preoccupante”.
“E’ per questo che invece di discutere sui voucher in settori dove il lavoro giornaliero è già coperto dalla contrattazione nazionale finalmente bisognerebbe occuparsi seriamente della crescita – prosegue – Ci sembra invece che i segnali siano su questo molto negativi. A partire dal non voler più credere, investire e portare avanti le infrastrutture del Paese”.