“Il Governo fa bene a aprire un dialogo con il sindacato e le parti sociali perché la prossima finanziaria sarà sicuramente molto complessa. Anche per noi bisogna esorcizzare l’aumento dell’Iva che sarebbe un disastro per le famiglie e per il mondo che noi rappresentiamo”. E’ quanto avrebbe affermato la leader della Cisl, Annamaria Furlan, al tavolo sulla crescita convocato dal vicepremier Matteo Salvini.
“La prima questione da affrontare è quella della crescita – avrebbe detto secondo fonti vicine alla Cisl – questa deve essere la priorità per le istituzioni e per le parti sociali. Tutto il resto viene dopo. Bisogna sbloccare gli investimenti pubblici e le opere infrastrutturali, parliamo di circa 80 miliardi di euro fermi e di 40 mila posti di lavoro. C’è un tema ideologico che va superato sulle infrastrutture, vale per la Tav e per le altre opere. A Genova non si è ancora sbloccata la Gronda nemmeno dopo il crollo e la tragedia del ponte Morandi. E poi bisogna investire di più in qualità, innovazione e ricerca”.
Furlan ha aggiunto che “aver ridotto le risorse nella legge di bilancio è stato un errore grave che va recuperato, insieme con quello della formazione e dell’alternanza scuola-lavoro, altrimenti non riusciremo a dare una risposta alle aziende e ai nostri giovani. Sulla flat tax per noi è fondamentale dare una risposta ai lavoratori e ai pensionati in termini di equità fiscale e anche per far alzare i consumi sapendo che il 75% delle nostre imprese lavora per i consumi interni. Per questo vogliamo capire e approfondire come si concretizza il progetto della flat tax perché è giusto abbassare le aliquote, ma vanno garantite le detrazioni per i lavoratori e le famiglie e la progressività del sistema fiscale”.
La leader della Cisl ha poi ricordato che “occorre aprire un confronto serio su queste questioni perché la riforma fiscale va fatta insieme. Penso che sia importante che oggi tutte le parti sociali, imprese e sindacato dicano oggi che bisognerebbe abbassare il cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori. Infine, dobbiamo affrontare la questione grave della mancanza di sicurezza sul lavoro. Ongi giorno è un bollettino di guerra. Una emergenza nazionale. Prima o poi dobbiamo affrontare questo tema spinoso. Cosi come abbiamo 160 crisi aziendali aperte e 280mila lavoratori che aspettano una rispostà. Ci vuole un impegno collettivo del Governo”.
E.G.