“Davanti alle sfide e i problemi” legati alla “caduta verticale del Pil, della produzione industriale, del commercio e del turismo, nessuno ce la può fare da solo”. Per questo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “apra i tavoli di confronto” con i sindacati. Lo ha chiesto la segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan, a margine della Festa nazionale de l’Unità a Modena.
“C’è bisogno di un concerto vero di tutti i soggetti istituzionali e sociali per far ripartire bene il Paese – ha detto Furlan -. Per cui la richiesta al presidente del Consiglio è quella di aprire i tavoli di confronto, farlo in modo serio, produttivo. Noi siamo pronti con le nostre proposte e le nostre idee ad un confronto che dia speranza di futuro al paese”.
Non siamo stati ancora ascoltati, dopo gli Stati generali non abbiamo più incontrato il presidente del Consiglio” ha ribadito Furlan, ricordando che “il 18 settembre nelle piazze di tutte le regioni faremo manifestazioni importanti per ribadire le priorità per la crescita, per creare coesione sociale e per dire che i contratti vanno rinnovati”.
Contratti che riguardano “dieci milioni di lavoratori privati, oltre 3 milioni nel pubblico che aspettano il rinnovo dei contratti”.
“L’abbiamo detto con chiarezza a Confindustria – ha proseguito – e lo diciamo con altrettanta chiarezza al Governo: la contrattazione è una cosa serie, il rispetto del lavoro, la qualità di quello che si produce e del lavoro passa attraverso la contrattazione”.
A meno di una settimana dall’apertura delle scuole “purtroppo ci sono ancora troppe incertezze”. Per questo chiediamo “al governo certezze necessarie per chi lavora, per i ragazzi e per la famiglia”, ha proseguito la leader della Cisl.
“Purtroppo ci sono ancora troppe incertezze – ha spiegato Furlan -. Questo vale per le 60 mila cattedre non coperte, per gli oltre 250 mila precari e per tutti quei posti dove non si sono ancora trovate, quando serve, locazioni alternative rispetto alle altre.
E’ ovvio che c’è molta fibrillazione, tanti punti di domanda che richiederebbero invece certezze e risposte definitive”. Ma “la sicurezza nella scuola è fondamentale nel nostro paese, come è fondamentale riaprire tutte le scuole e metterci in condizione di non doverle richiuderle”.
“In questi giorni che ci distanziano dall’apertura – ha concluso Furlan – continueremo a chiedere al governo certezze necessarie per chi lavora, per i ragazzi e per la famiglia”.
TN