Si è tenuta ieri, 23 maggio, la giornata di mobilitazione in tutta Italia dei lavoratori delle Province e delle Città metropolitane indetta dai sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
La protesta, che segue lo stato di agitazione del personale dichiarato il 10 maggio scorso, è stata proclamata per denunciare “la profonda difficoltà finanziaria in cui versano” questi enti, che sta determinando “una situazione di estrema criticità nell’erogazione dei servizi offerti, cui si aggiungono le condizioni di notevole precarietà che sta vivendo il personale impiegato in tali servizi, penalizzato pesantemente, anche da un punto di vista salariale, dalla scure di tagli succedutisi negli ultimi anni.”
I sindacati addebitano la gravità della situazione al decreto legislativo Enti locali (50/2017, del 24 aprile scorso), che “doveva essere l’occasione per mettere Province e Città metropolitane nelle condizioni di poter finanziare i servizi”. Al contrario, proseguono i sindacati, “lo stanziamento dei 110 milioni di euro a fronte dei 650 milioni necessari certificati da Sose (Soluzioni per il sistema economico), comporterà in alcuni casi il protrarsi di situazioni insostenibili sul versante del mantenimento dei servizi, in altri non basterà a evitare il dissesto degli enti.”