Nell’ambito della Giustizia Amministrativa (Consiglio di Stato e Tribunali amministrativi regionali) i lavoratori impiegati con contratti a tempo determinato nei progetti del PNRR sono circa centosessanta nell’Ufficio per il Processo. Questi contratti scadranno il 30 giugno 2026. “Secondo le norme attuali – ha spiegato in una nota il sindacato Fp Cgil – solo novanta di loro potranno essere stabilizzati. Noi riteniamo invece che la stabilizzazione debba riguardare tutte e tutti, affinché possano continuare a svolgere le attività essenziali per il buon funzionamento dell’Ufficio per il Processo”. Uno strumento nato per rafforzare l’efficienza della Pubblica Amministrazione che per il sindacato “si è trasformato, purtroppo, in un meccanismo che alimenta nuova precarietà nel lavoro pubblico.”
“Nei giorni scorsi – prosegue la Fp Cgil – abbiamo organizzato tre assemblee molto partecipate: a Milano per le sedi del nord, a Roma per quelle del centro e a Salerno per il sud. Da questi momenti di confronto è maturata la decisione di promuovere, nella giornata di domani venerdì 14 novembre, iniziative presso le prefetture delle città in cui questi lavoratori sono incardinati: Milano, Venezia, Roma, Napoli, Salerno, Catania e Palermo. Delegazioni composte dalle segreterie territoriali e da rappresentanze dei lavoratori precari consegneranno ai Prefetti un documento, con richiesta di trasmissione al Governo nazionale, per ribadire che come Fp Cgil solleciteremo la presentazione di un emendamento alla legge di bilancio volto alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari PNRR della Giustizia Amministrativa. La nostra priorità è evitare che competenze e professionalità già acquisite vengano disperse. Occorre invece valorizzarle, consentendo a questi lavoratori di continuare a dare il proprio contributo all’interno dell’Ufficio per il Processo, anche attraverso un pieno inserimento nelle famiglie professionali esistenti. Noi, da sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, stiamo facendo la nostra parte: il Governo Meloni cosa intende fare?”, conclude la nota.


























