Ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro sono stati i temi al centro della discussione di oggi nel corso dell’incontro tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro.
Prima dell’inizio dell’incontro il governo ha ribadito, nella persona del presidente del Consiglio, Mario Monti, di voler presentare la riforma al Parlamento entro marzo, con o senza l’accordo delle parti sociali.
La trattativa sulla riforma del mercato del lavoro è entrata nel merito, anche se le posizioni delle parti sono ancora lontane per poter raggiungere un accordo.
Il ministro del Lavoro ha espresso la volontà di rendere più conveniente, attraverso un sistema di incentivi, la stabilizzazione dei lavoratori a tempo indeterminato rispetto ai contratti a termine. Il sistema di incentivi sarebbe indirizzato anche verso quei lavoratori che hanno più difficoltà a trovare un’occupazione (ad esempio gli over 50).
Il ministro ha poi detto, secondo quanto riferiscono fonti presenti all’incontro, che la contribuzione figurativa sulla nuova cassa integrazione e sul sussidio di disoccupazione dovrà essere legata non alla retribuzione ma all’indennità, nello spirito del metodo contributivo. Di fatto quindi i contributi accreditati saranno più bassi. Critico su questo punto soprattutto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha ha parlato di “involuzione”, sottolineando che “l’indennità di disoccupazione é al 60% e nella cassa integrazione all’80%, quindi immaginate che retrocessione avverrebbe in termini di copertura figurativa per i lavoratori”.
Il nuovo sussidio di disoccupazione, poi, dovrebbe essere unico e sostituire quindi tutte le indennità esistenti dopo la perdita del posto di lavoro (disoccupazione ordinaria, con requisiti ridotti, mobilità). Il nuovo sussidio sarà rafforzato ed esteso a tutti i settori.
Il governo punta inoltre a un riordino della cassa integrazione articolandolo su due pilastri a carattere universale: la tutela del posto del lavoro e la protezione del lavoratore. Nel primo caso, ha spiegato il ministro Fornero secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione al ministero del Lavoro, la cassa integrazione guadagni sarà riportata alla sua funzione originale. Potranno usarla anche credito, assicurazione e commercio sotto i 50 dipendenti. Il secondo pilastro prevede una tutela con sistema assicurativo che dia vita all’indennità per disoccupazione involontaria. Nella cassa integrazione dovrebbero sparire alcune causali quali la cessazione di attività e il fallimento. Quindi di fatto non potrà essere usata la cassa integrazione straordinaria nei casi di chiusura dell’azienda, come ad esempio è accaduto per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Infine il governo pensa a una sorta di “assicurazione” contro la disoccupazione involontaria. Di fatto quindi lavoratori e imprese dovranno contribuire contro il rischio di perdita del posto di lavoro. Dovrà essere rafforzato così, ha spiegato il ministro Fornero, secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione, il sussidio di disoccupazione.
Infine il ministro ha sottolineato che “la riforma degli ammortizzatori sociali la faremo con i soldi che abbiamo” e che, per attutire gli effetti della crisi, l’attuale sistema degli ammortizzatori resterà in vigore fino ad autunno 2013.
Compatti i sindacati nel ribadire che senza le risorse per gli ammortizzatori sociali la riforma non potrà funzionare. Per farla funzionare, poi osservano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, servirà attivare meccanismi per ricollocare quei lavoratori che perdono il posto di lavoro. I sindacati inoltre chiedono che la cassa integrazione straordinaria non sia abolita e che “è troppo ottimista” da parte del governo pensare che la riforma degli ammortizzatori potrà partire nell’autunno del 2013, dal momento che ancora non si conosce la durata degli effetti della crisi.
Nel complesso i sindacati hanno manifestato molte perplessità che si augurano di poter sciogliere nel prossimo incontro che si terrà giovedì 23 febbraio, nel quale si continuerà ad approfondire il tema degli ammortizzatori sociali. Nell’incontro previsto invece per il 1° marzo, secondo quanto riferisce il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, governo e parti sociali affronteranno anche il tema della flessibilità in uscita, “cioè di articolo 18”, ha detto la presidente, “vogliamo che l’argomento sia affrontato”.
Dopo la riunione al ministero del Lavoro le associazioni delle imprese hanno continuato il confronto separatamente per definire “una posizione condivisa” e mettere a punto un documento sulla flessibilità in entrata che presenteranno nei prossimi giorni in vista dell’incontro di giovedì con governo e sindacati.
Emma Marcegaglia ha ribadito che sulla flessibilità in entrata buona non devono aumentare i costi e la burocrazia per le imprese, mentre sulla flessibilità cattiva ha assicurato che: “siamo per la tolleranza zero”. Il presidente di Confindustria ha sottolineato inoltre che l’obiettivo del governo di chiudere entro marzo “è giusto”, come lo è “sentire le parti, dopodiché non ho nulla in contrario se a un certo punto il governo deciderà di andare avanti e di presentare la riforma”. (FRN)