Sono ben 77 le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Caltagirone assunti in una società appaltante, esterna al gruppo Caltagirone, con un contratto che non prevede le attuali tutele e diritti previste dal vigente contratto. “Il primo aprile la famiglia Caltagirone darà a tutti loro il benservito”. A denunciarlo i sindacati di categoria, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, in una nota congiunta.
Per questo i sindacati hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione in tutte le testate del Gruppo Caltagirone (Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, il Corriere Adriatico), e di indire di tre giorni di sciopero nazionale dell’intero gruppo, svoltasi oggi, martedì 2 marzo.
I lavoratori, unitamente alle sigle sindacali di categoria, richiedono anche l’apertura di un confronto nazionale di Gruppo delle aziende editrici dei quotidiani in sede FIEG, come previsto dal vigente contratto collettivo (art. 5), oltre al ritiro dei licenziamenti e delle cessioni di ramo d’azienda.
“Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone (vice presidente della FIEG) – spiegano i sindacati – destrutturano il CCNL dei lavoratori poligrafici, dopo avere intascato gli ultimi provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità per il settore dell’Editoria. Già a dicembre sono state costituite tre nuove società al fine di acquisire i rami d’azienda dei quotidiani; ed è di qualche giorno fa la notizia dello spacchettamento delle attività produttive delle testate dei quotidiani, in spregio alle regole previste dal contratto nazionale di lavoro”.
“La Proprietà punta a interventi meramente finanziari e proprio per questo motivo prova a destrutturare un Settore ed un Contratto che faticosamente, in questi anni di crisi profonda, cerchiamo di sostenere per provare a offrire ai lavoratori un futuro più rispondente alla realtà del mercato”, concludono.




























